Il disegno di legge di Bilancio ha introdotto una defiscalizzazione del rimborso dell’affitto che l’azienda offra al dipendente assunto nel 2025. Ma per ottenere il beneficio ci sono alcuni paletti
Il disegno di legge di Bilancio proroga per il triennio 2025-2027 le agevolazioni che già conosciamo per quanto riguarda i premi di risultato e i fringe benefit. Per i primi, si continuerà ad applicarsi l’imposta sostitutiva del 5% sul reddito delle persone fisiche e delle relative addizionali regionali e comunali, mentre per i fringe benefit viene confermato l’aumento del limite a mille euro previsto per quest’anno per tutti i lavoratori dipendenti e a 2 mila euro per i lavoratori con figli fiscalmente a carico.
Fringe benefit e affitti
Sempre in tema di fringe benefit, per i neo-assunti nell’anno 2025 viene introdotta un’esenzione fiscale fino a 5 mila euro per una durata di due anni sulle spese di affitto o di manutenzione dell’abitazione rimborsate o pagate direttamente dall’azienda, purché il dipendente trasferisca la residenza a oltre 100 km di distanza dall’ultima abitazione. La misura (art.68) vorrebbe favorire la mobilità dei lavoratori e rilanciare l’occupazione e lo sviluppo dei territori. Questo, almeno, sulla carta, perché in concreto è difficile immaginare che l’impatto di questa misura sarà notevole, dato che il numero di aziende che offrono di coprire le spese di alloggio dei loro neo-assunti sono in Italia quasi una rarità.
La defiscalizzazione
Comunque sia, il denaro erogato sotto questa forma per i primi due anni dall’assunzione non concorre alla formazione del reddito da lavoro dipendente (defiscalizzazione al 100%), mentre è considerato ai fini Isee e per l’accesso a prestazioni previdenziali e assistenziali. Ma attenzione: i soggetti beneficiari, oltre a essere assunti nel 2025, nell’anno precedente non devono aver avuto un reddito superiore a 35 mila euro. Inoltre, il dipendente deve consegnare all’azienda un’autocertificazione del passaggio di residenza che dimostri la distanza superiore ai 100 chilometri (non è stato chiarito come si debba calcolare questa distanza: in linea d’aria o lungo il percorso stradale più breve?).
I tetti
Poiché, in tema fringe benefit aziendali, che comprendono anche le spese d’affitto, sono stati confermati anche per quest’anno i tetti di mille euro della soglia esentasse per chi non ha prole e a 2 mila euro per chi ha figli, e non facendo alcun cenno a un’incompatibilità con la novità dello sconto fiscale per gli affitti del neo-assunti, si può desumere che le due misure siano sommabili. Questo significa che l’esenzione fiscale per gli affitti può salire fino a 6-7 mila euro annuali.
Cosa sono i fringe benefit
I fringe benefit sono una misura di welfare aziendale che le imprese possono decidere di fornire ai propri dipendenti per sostenere diverse tipologie di spesa. Di fatto, sono voucher con cui è possibile pagare, ad esempio, i trasporti pubblici, i serviz, ma anche beni materiali convenzionati. Nell’ultimo anno, inoltre, il loro utilizzo è stato ampliato anche al saldo delle bollette domestiche. Nel caso in cui l’azienda decida di erogarli, sono solo i lavoratori dipendenti e assimilati ad averne diritto e rimangono, quindi, esclusi i lavoratori autonomi. Non ci sono, invece, distinzioni tra gli impiegati pubblici e quelli privati.
Come ottenerli
Nelle modalità in cui sono regolamentati al momento, non c’è un modo per fare domanda per ottenere i fringe benefit, ma è il datore di lavoro ad assegnarli per sua libera scelta, così come nel modo: può trattarsi di una piattaforma web di welfare oppure di carte prepagate sulle quali vengono caricati i voucher.
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