Ben ritrovati a Pillole finanziarie, la rubrica di Business24 che vi guida attraverso il mondo delle finanze personali e che vuole spiegare l’economia in parole semplici. Io sono Marcello Cerro, consulente finanziario certificato EFPA, ed oggi parleremo di come le imprese possono accedere a nuovi strumenti finanziari per ottimizzare la loro gestione del capitale.
Al centro della discussione ci sono due soluzioni molto attuali: il supply chain finance e l’emissione di mini bond.
Il supply chain finance è un insieme di strumenti finanziari che aiutano a ottimizzare il flusso di cassa all’interno di una catena di fornitura. Il principio di base è che, attraverso la collaborazione tra fornitori, aziende acquirenti e istituzioni finanziarie, si possono migliorare i tempi di pagamento e quindi il capitale circolante delle imprese. Un esempio è il reverse factoring o anticipo fatture, dove le aziende acquirenti, spesso di grandi dimensioni, utilizzano la loro solidità finanziaria per garantire ai loro fornitori il pagamento anticipato delle fatture da parte di una banca o altro istituto finanziario. Questo permette ai fornitori di ottenere liquidità immediata senza dover attendere i termini di pagamento standard.
Nel supply chain finance sono coinvolti diversi attori all’interno della catena di fornitura. Si tratta di una soluzione vantaggiosa per tutti: le aziende acquirenti migliorano i rapporti con i fornitori e spesso ottengono condizioni di pagamento più favorevoli, i fornitori ricevono liquidità immediata senza ricorrere a prestiti tradizionali e le banche forniscono credito con un rischio ridotto, poiché basato su fatture già emesse e accettate da aziende solide.
Rispetto ad altre forme di finanziamento come i mini bond, il supply chain finance offre vantaggi in termini di flessibilità e rapidità. I mini bond, invece, richiedono una pianificazione più accurata e tempi di emissione più lunghi. Inoltre, il supply chain finance spesso ha costi di accesso più contenuti, in quanto la garanzia è rappresentata dalle fatture già emesse, supportate dalla solidità finanziaria dell’acquirente.
Dal punto di vista del rischio, il supply chain finance è generalmente considerato meno rischioso, specialmente per i fornitori, perché si basa su crediti esistenti e accettati. I mini bond, invece, pur essendo un’ottima opportunità per raccogliere capitali, comportano un rischio maggiore, poiché l’azienda deve dimostrare di avere una solida struttura finanziaria e una buona reputazione per attrarre investitori. Inoltre, esiste il rischio che l’azienda non riesca a ripagare il debito alla scadenza.
I mini bond, tuttavia, offrono alle aziende opportunità diverse. Sono ideali per finanziare progetti di crescita a lungo termine, come investimenti in nuove infrastrutture, acquisizioni o espansioni internazionali. A differenza del supply chain finance, che si concentra sulla gestione del capitale circolante a breve termine, i mini bond permettono di raccogliere somme maggiori con scadenze di rimborso più lunghe. Inoltre, possono migliorare la reputazione dell’azienda sui mercati finanziari, aprendo la strada a una futura quotazione in Borsa.
In pratica, il supply chain finance è più adatto a esigenze di liquidità immediate e a breve termine, mentre i mini bond sono utili per finanziare progetti ambiziosi e a lungo termine. La scelta tra le due soluzioni dipende principalmente dalle necessità finanziarie dell’azienda. Se l’impresa ha bisogno di migliorare i flussi di cassa e di pagare i fornitori rapidamente, il supply chain finance è la scelta più indicata. Se invece si tratta di finanziare progetti di crescita più ampi, i mini bond possono essere una soluzione più adeguata. Anche la struttura finanziaria dell’azienda gioca un ruolo importante: un’azienda con un buon bilancio e una solida reputazione potrà attrarre investitori per i mini bond. Infine, è importante considerare la rapidità con cui si necessita del capitale: il supply chain finance è generalmente più veloce da implementare rispetto ai mini bond, che richiedono processi più complessi.
In sintesi, ogni impresa dovrebbe valutare attentamente il proprio fabbisogno finanziario e la propria struttura prima di scegliere quale strumento utilizzare per finanziare la propria crescita o migliorare la gestione del capitale circolante.
Di Marcello Cerro
consulente finanziario
FOTO: SHUTTERSTOCK
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