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Bologna, centinaia di studenti protestano al No Melony Day. Imbrattate le foto dei ministri e simbolo Nato #finsubito prestito immediato


di
Federica Nannetti

La mobilitazione per le vie del centro. Polizia in tenuta anti-sommossa, dopo gli scontri di sabato. Ragazze in reggiseno contro il patriarcato

Slogan, flash mob, lancio di uova contro le vetrine di una banca. Sono circa 300 studenti delle superiori e universitari in protesta contro i tagli alla scuola ma anche contro la repressione e la guerra a Gaza. Ma a Bologna continuano, in queste ore, ad aggiungersi attivisti. «Dobbiamo lottare uniti», gridano, e contestano la presenza dei “fascisti” sabato in piazza a Bologna. Davanti all’ufficio scolastico regionale , protetto dagli agenti, hanno lasciato degli scatoloni per rivendicare i propri diritti. «Siamo tutti antifascisti» è lo slogan che si ripete.

Il corteo è scortato da polizia e carabinieri in tenuta antisommossa con
attenzione massima dopo i disordini di sabato scorso alle manifestazioni
in centro. Tantissimi gli striscioni con slogan contro il governo, la guerra e a favore della Palestina. C’è un cartello con la foto di Giorgia Meloni e la scritta «complice del genocidio». Tantissime le bandiere palestinesi che sfilano. In testa al corteo lo striscione «Riprendiamoci le nostre scuole – Contro
guerra e governo Meloni». «Oggi è la giornata dello studente, noi scendiamo in piazza tutti gli anni e portiamo in piazza i problemi di un
sistema scolastico che non rispecchia le nostre esigenze
», spiega Matteo
del collettivo Osa. 




















































Le studentesse in reggiseno

Una decina di studentesse, durante il corteo in corso a Bologna, hanno dato vita a un flash mob in mezzo a via Indipendenza. Le ragazze si sono tolte le magliette rimanendo in biancheria intima e sollevando un cartello con la scritta: «Disarmiamo il patriarcato». L’iniziativa richiama l’atto di protesta della studentessa iraniana di qualche giorno fa, che si è spogliata in un campus universitario contro l’obbligo del velo. Ma non solo. Il flash mob è anche contro la violenza sulle donne (è stata citata Giulia Cecchettin) e contro la presenza dei pro-vita nei consultori, rivendicando la libertà all’aborto.

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Bruciato simbolo Nato, imbrattate le foto del governo

Gli studenti hanno dato fuoco anche a un’immagine col simbolo della Nato. Usando un fumogeno, è stato ridotto in cenere un foglio di carta con sopra stampato il logo dell’Alleanza atlantica. «Fuori l’Italia dalla Nato, fuori la Nato dall’Italia», urlano gli studenti al megafono. Insieme a questo, è stato dato alle fiamme anche il logo di Confindustria con la scritta «Riforma scuola azienda».Gli studenti, davanti alla sede della Cgil di via Marconi, hanno imbrattato con mani di vernice rossa tre manifesti con i volti della premier Giorgia Meloni e dei ministri Annamaria Bernini e Giuseppe Valditara. Anche sabato scorso erano stati trovati manifesti di Bernini e Meloni imbrattati allo stesso modo. Gli studenti accusano gli esponenti del Governo di avere «le mani sporche di sangue» e di «fomentare guerre e un genocidio», riferendosi non solo alle spese militari, ma anche all’alternanza scuola-lavoro, che chiedono di abolire definitivamente perché «manda al macello gli studenti». Sempre in via Marconi, alcuni manifestanti hanno lanciato delle uova contro la filiale di Intesa SanPaolo. Al corteo c’era anche Federico Serra, candidato di Potere al popolo e Rifondazione Comunista per la presidenza della Regione Emilia-Romagna. 
 

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15 novembre 2024 ( modifica il 15 novembre 2024 | 19:54)



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