BOLZANO. “Lo Speck Alto Adige Igp è un prodotto agroalimentare con Indicazione Geografica Protetta riconosciuta dall’Unione Europea. Questa certificazione attesta l’alta qualità del prodotto grazie a un rigoroso sistema di controllo e garanzia, assicurandone qualità, sicurezza e forte legame con il territorio altoatesino“.
Parte da questa considerazione relazione dell’assessore allo sviluppo economico della Provincia Autonoma di Bolzano Marco Galateo in risposta ad un’interrogazione proposta in consiglio provinciale da Brigitte Foppa (Verdi) sul tema dei contributi pubblici allo speck altoatesino.
“Lo Speck Alto Adige Igp è molto conosciuto e apprezzato nei principali mercati target, Germania e Italia, come una specialità tradizionale di alta qualità. Con il nome “Alto Adige” su oltre 43 milioni di confezioni vendute in più di 20 mercati, lo speck contribuisce significativamente all’immagine e alla notorietà dell’Alto Adige, generando un fatturato di circa 300 milioni di euro. Questo lo rende uno dei salumi italiani più esportati (quota export 32,5%)”.
Contributi pubblici che come testimoniato dalla tabella contenuta nel testo della risposta dell’assessore Galateo evidenziano la continuità di finanziamenti pubblici al settore dello speck quantificata tra i 240 e i 590 mila euro all’anno.
Ed è bene ricordare, lo fa lo stesso assessore, che la maggior parte della carne che viene poi lavorata nell’industria dello speck arriva in effetti da oltre i confini altoatesini: “Anche a causa della limitata disponibilità di superfici, non è possibile, in risposta all’aumento delle quantità produttive dagli anni ’80 dovuto alla crescente domanda, allevare un numero sufficiente di suini in Alto Adige”, scrive Galateo. “Per questo motivo, la materia prima viene importata da paesi vicini e da fornitori dell’Unione Europea, principalmente da Germania, Austria, Italia e Paesi Bassi. Questo processo è regolato dalla normativa europea e rappresenta una parte essenziale della denominazione di origine protetta Igp. Per la produzione dello Speck Alto Adige Igp vengono utilizzate esclusivamente cosce di maiali magre e ben muscolose, provenienti da allevamenti riconosciuti e controllati nell’Unione Europea. Non vengono importati né animali vivi né carne congelata, ma solo cosce fresche già tagliate da fornitori certificati. Al momento del ricevimento della merce, vengono controllati il taglio, la percentuale di grasso, la temperatura e il valore del pH della carne, che viene approvata per la lavorazione solo dopo il superamento dei controlli. Una piccola parte dello Speck Alto Adige Igp è inoltre etichettata con il termine “Bauernspeck“. La carne di questo speck proviene esclusivamente da maiali allevati in Alto Adige in piccoli gruppi. Gli animali dispongono di uno spazio maggiore rispetto a quanto richiesto dalla normativa vigente, e di un’alimentazione ottimale. Tutti i soggetti coinvolti si sottopongono volontariamente a controlli costanti da parte dell’Istituto di Controllo, per garantire una completa tracciabilità del prodotto“.
Il sostegno dei finanziamenti pubblici peraltro non è esclusiva dello speck: “La Giunta Provinciale – riprende Galateo – non distingue tra i vari settori. Il sostegno al settore dello speck fa parte di un progetto generale di promozione della produzione di prodotti agroalimentari di qualità, assegnando in alcuni casi priorità a determinati prodotti per ragioni di finanziamento o di efficacia delle misure adottate. Nel precedente triennio la Giunta Provinciale ha concesso un finanziamento speciale al settore lattiero-caseario a favore della specialità tradizionale garantita (STG) “Latte Fieno“. Inoltre, sempre nel 2024, è stata finanziata una campagna televisiva sull’Alto Adige come regione di origine per i prodotti agroalimentari, che ha messo al centro i settori del latte, delle mele e del vino“.
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