Nella valanga di emendamenti alla manovra depositati in commissione Bilancio alla Camera ce n’è uno che sta facendo discutere. Si tratta del bonus da 1.500 euro per le scuole paritarie, un voucher che le famiglie potranno spendere solo per coprire la retta di un istituto scolastico. La proposta, avanzata da Fratelli d’Italia, è rivolta alle famiglie con un reddito ISEE non superiore a 40.000 euro, con l’obiettivo di sostenere le spese scolastiche di chi opta per istituti privati riconosciuti dallo Stato «per ogni studente frequentante una scuola paritaria primaria, secondaria di I grado o il primo biennio di una scuola paritaria di II grado», si legge nel testo presentato dai deputati Malagola e Coppo.
Come si calcola il bonus
Il nuovo voucher sarà disponibile per le famiglie a partire dal 2025 e si estenderà fino al 2027, con un budget complessivo di 65 milioni di euro annui. Nello specifico, i fondi saranno così ripartiti: 16,25 milioni di euro per il primo anno e 65 milioni per ciascuno dei successivi due anni. Queste risorse verranno allocate all’interno del bilancio del Ministero dell’Istruzione e del Merito. «L’effettivo ammontare del voucher per ogni studente è calcolato sulla base di scaglioni inversamente proporzionali al reddito Isee e nei limiti di un finanziamento complessivo pari ad euro 65 milioni annui. Nello stato di previsione della spesa del Ministero dell’istruzione e del merito è istituito un fondo dedicato agli interventi del presente comma, pari a 16,25 milioni per l’anno 2025, 65 milioni per l’anno 2026, 65 milioni per l’anno 2027», si legge ancora nel testo della proposta.
La polemica
Il contributo è finalizzato esclusivamente alla copertura delle rette scolastiche nelle scuole paritarie, permettendo alle famiglie meno abbienti di accedere a un’istruzione privata. Il governo, attraverso il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, ha spiegato che l’obiettivo è garantire il diritto dei ragazzi di accedere all’istruzione paritaria, «a prescindere dal reddito», e di promuovere la libertà di scelta educativa per tutte le famiglie italiane.
Nonostante l’intento dichiarato, la misura ha scatenato diverse critiche, soprattutto da parte delle opposizioni e dei sindacati del settore scolastico.
Secondo Giuseppe D’Aprile, segretario della UIL Scuola, l’emendamento rappresenta uno schiaffo alla scuola pubblica: «Se ci sono fondi disponibili, i finanziamenti devono servire, prioritariamente, ad aumentare le retribuzioni del personale per colmare la loro progressiva perdita di potere d’acquisto.
Invece, da un lato si incentiva la frequenza della scuola privata, dall’altro, nella scuola statale, si prevedono tagli pari a 5.660 docenti e 2.174 membri del personale ATA».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 15 Novembre 2024, 13:46
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