– di Redazione
Un evento eccezionale quello che Pandolfini, la più antica casa d’aste d’Italia, ha organizzato per l’apertura della consueta asta novembrina, dedicata al fine wine, che ha raggiunto un totale di 1.050.652 euro. Il 7 novembre, nella storica cornice di Palazzo Ramirez Montalvo, il dipartimento vini guidato da Francesco Tanzi ha infatti dato vita, prima di dare il via alle tornate d’asta, a una degustazione speciale: protagonista lo Champagne Salon, una etichetta unica nel suo genere, prodotto solamente 37 volte nel corso del XX secolo. I natali di questo vino di culto si devono al commerciante di pellicce Eugène-Aimé Salon, che nel 1905 sogna per sé lo Champagne migliore di sempre. È proprio in quell’anno che, consigliato dal cognato chef de cave, sceglie la terra del suo territorio d’origine, la Côte de Blancs, e il cru migliore, quello di Mesnil-sur-Oger per la creazione del primo Blanc de Blancs millesimato, Chardonnay 100%. Uscito per la prima volta nel 1911 con il millesimo 1905, questo Champagne ha subito conquistato un gran numero di appassionati. Ma è solo nel 1920 che nasce ufficialmente la maison Salon che da allora ha prodotto – sempre in quantità limitatissime, solo con le migliori annate – quello che tutt’oggi è considerata l’espressione più ‘pura’ dello Champagne: un solo vitigno, una sola annata, un solo terroir.
A guidare la degustazione – per la quale sono state scelte le annate Salon 1999, 2006 e 2013, oltre a Delamotte Collection 2007 e Delamotte Blanc de Blancs 2018 – un’ospite d’eccezione: il presidente di Salon – Delamotte Didier Depond. Insieme a lui, oltre a Gabriele Gorelli, primo Master of Wine italiano, anche Giacolino Gillardi, amministratore delegato di Ceretto – distributore italiano della Maison – a cui si deve la realizzazione di questo speciale evento.
Dopo la degustazione sono stati proprio i lotti proveniente dalle cantine di Le Mesnil-sur-Oger – di cui i primi quattro omaggiati direttamente dalla collezione privata di Federico Ceretto – ad aver inaugurato la prima sessione d’asta di Pandolfini, che solamente con Salon e Delamotte ha raggiunto 44.392 euro di ricavo (con vari lotti: annate eccezionali come quella del 1996 o quella del 2008, quest’ultima talmente rara e di pregio da essere stata imbottigliata in soli ottomila pezzi, tutti formato magnum). A brillare, in particolare, sette bottiglie di Salon delle annate 2004, 2006, 2007 e 2008, battute per 11.780 euro.
Ma anche gli altri Champagne, fra cui la Collection Lieux-Dits Extra-Brut Jaque Selosse, composta da sei bottiglie e aggiudicata per 4.712 euro, hanno riscosso grande interesse. A guidare l’incanto, il Domaine de la Romanee Conti, che con un assortimento di dodici bottiglie dell’annata 1996 raggiunge i 39.680 euro, seguito un lotto di Masseto (una bottiglia da 15 litri 2016, battuta per 28.520 euro). Ottima performance anche per una verticale di Sassicaia dal 1980 al 2020, che arriva a 13.020 euro. Si distinguono poi – per la selezione di Bordeaux e Borgogna – Pétrus, Château Lafite Rothschild e domaine Coche-Dury.
Per l’Italia, invece, i top lot sono diversi: si torna su Sassicaia con una bottiglia da 6 litri 2021 aggiudicata per 6.696 euro, oltre a Tignanello, che si distingue con una verticale di 34 bottiglie dal 1980 al 2021, battuta per 4.464 euro. Supera le aspettative anche Barolo Cannubi San Lorenzo Ceretto, il cui lotto di tre bottiglie in formato magnum 2011, 2012 e 2013 provenienti dalla collezione personale di Federico Ceretto e contenute nella speciale edizione Cassa 13, è stato aggiudicato per 5.704 euro. Molto bene, infine, Montevertine, che vede una verticale di 14 bottiglie dal 2003 al 2020 aggiudicata per 4.464 euro, seguita da due lotti provenienti da un’unica collezione privata e battuti entrambi a 3.224 euro: quattro bottiglie di Il Cannaio 1985 e 1988 e sei bottiglie di Il Sodaccio 1990.
Appuntamento, per appassionati e collezionisti, alla prossima tornata che ci terrà, come di consueto, in primavera.
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