“Diamo atto che c’è un segnale di attenzione con il rifinanziamento per 1,6 miliardi del credito d’imposta sugli investimenti della Zes unica per il 2025. Apprezziamo anche l’apertura della discussione, in Parlamento, sulla possibilità di cumulare questa agevolazione con il credito di imposta 5.0, opzione che sarebbe necessaria. Ma viene meno Decontribuzione Sud, una misura che è stata essenziale non solo per preservare la tenuta dell’occupazione ma anche per far crescere la forza lavoro. L’agevolazione che dovrebbe prenderne il posto resta ancora un’incognita, sia nei contenuti che nelle modalità di funzionamento”. Così Natale Mazzuca, Vice Presidente di Confindustria per le Politiche strategiche per lo sviluppo del Mezzogiorno, in un’intervista al Sole24Ore.
“Condividiamo la scelta del rigore sui conti pubblici”, ma secondo Mazzuca oggi la manovra è debole sul versante degli investimenti e nel sostenere le imprese che investono. Per questo “confidiamo che ci sia spazio per ripensare questa impostazione e come Confindustria stiamo lavorando in questa direzione con il governo”.
Mazzuca ha sottolineato che Confindustria vuole “contribuire alla costruzione della nuova misura. Le nuove agevolazioni per le assunzioni di soggetti svantaggiati non compensano la perdita di uno strumento rilevante come Decontribuzione Sud”. L’impatto di questa misura ha riguardato 3 milioni di lavoratori lo scorso anno, due su tre a tempo indeterminato, con la metà delle assunzioni agevolate in aziende oltre i 15 dipendenti. “Per il futuro – ha continuato il Vice Presidente – serve un intervento altrettanto ambizioso nell’attenuare i divari e non selettivo, poiché dovrà riguardare l’intero apparato produttivo del Sud. Dovrà poi evitare di sovrapporsi al credito di imposta sugli investimenti Zes, un rischio che intravediamo tra le pieghe della formulazione normativa contenuta nella manovra. I cinque anni previsti dalla norma che la istituisce agevolano le scelte di medio periodo e sono quindi una decisione positiva. Il nuovo intervento si dovrà configurare come una misura di utilizzo semplice, cumulabile con gli altri incentivi e connesso anche alla componente lavoro e al necessario innalzamento delle competenze”.
Questo “è il momento di spingere, di cogliere i segnali di vitalità del Mezzogiorno e adottare le strategie per liberare e accompagnare le potenzialità del Sud – ha aggiunto Mazzuca -, puntando alla crescita. È necessaria una visione strategica, che rafforzi le politiche adottate finora, che crei filiere strutturate attorno alle eccellenze meridionali, che aumenti la dotazione infrastrutturale. E che sostenga la capacità produttiva del Mezzogiorno al fine di bilanciare il differenziale negativo del fare impresa al Sud, dovuto a fattori noti e ancora irrisolti, come le infrastrutture e la qualità dei servizi pubblici essenziali. Serve una strategia mirata, che poggi su due gambe”.
Secondo il VP, occorre “da un lato un’azione che parta dalle eccellenze esistenti e che, attorno a queste, costruisca filiere diversificate e strutturate. Un processo che va accompagnato con misure di sostegno incisive come il credito di imposta Zes e con investimenti infrastrutturali adeguati, anzitutto quelli finanziati dal Pnrr. Dall’altro, è necessario il sostegno alla resilienza del tessuto economico e sociale non in una logica assistenzialista ma per mantenere la capacità produttiva del Sud e non disperderne il potenziale di sviluppo”. Due gambe, ognuna con la sua strategia di supporto: “il Piano strategico sulla Zes, il credito di imposta, la nuova politica di coesione, le misure per favorire gli insediamenti produttivi legati alle filiere strategiche che fanno parte di quel pacchetto di interventi per diffondere e potenziare un tessuto imprenditoriale diffuso. Dall’altro lato – ha concluso Mazzuca -, Decontribuzione Sud che è stata la principale misura su cui poggia la seconda gamba e dovrà portare ad un intervento altrettanto efficace nell’attenuare i gap di competitività e altrettanto semplice nelle modalità di utilizzo per le imprese. Andrà concordata con l’Europa per cui auspichiamo che quel negoziato si concluda il prima possibile, con un esito positivo”.
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