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Sospensione della raccolta rifiuti a Vibo, l’ex assessore Bruni punta il dito contro gli “struzzi” che non vedono i disservizi #finsubito prestito immediato


«Viviamo in una città dove ci sono molti “struzzi” che mettono la testa sotto terra per non vedere cosa accade intorno». È l’incipit decisamente polemico con cui l’ex assessore comunale all’Ambiente, Vincenzo Bruni, interviene sulla sospensione del servizio del servizio di raccolta dei rifiuti nel festivo del primo novembre, «cosa – sottolinea – peraltro già accaduta e da me rilevata anche il 15 agosto scorso». Gli struzzi, secondo l’ex esponente della giunta Limardo, sono coloro i quali durante la scorsa consiliatura «la testa la tenevano alta e ben dritta e, per convenienza personale e politica erano presenti su ogni aspetto del capitolato o dell’offerta tecnica». Insomma, secondo Bruni oggi chi governa una due pesi e due misure rispetto a quanto, invece, era all’opposizione.

Le critiche

Dopo aver sottolineato che la sua non vuole essere «una strumentalizzazione politica ma un’osservazione di chi ha lavorato, con onore e senso di responsabilità» in questo settore, l’ex assessore entra nel merito delle sue critiche. «Sulla sospensione del servizio di raccolta – scrive – non sento il pensiero del titolare della delega che quindi, di conseguenza, acconsente a tutto ciò oppure non è informato, in contrasto con il capitolato, approvato e messo a bando e per cui noi cittadini paghiamo la Tari su di esso calcolata, provoca direttamente un mancato servizio e indirettamente tre ordini di problemi che analizzerò a seguire: legale, organizzativo e sociale, politico».

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«Non capisco perché hanno visto attuazione tutti i servizi inseriti nel capitolato, approvato dal precedente esecutivo su mia proposta – spiega -, nonostante siano stati finanziati e pagati con la Tari 2024, sulla quale, con l’ultimo bilancio approvato, c’è stato un ribasso del 9%. Alla luce di ciò, visto anche che per una tale palese variazione del servizio avrebbe dovuto corrispondere precedentemente o contestualmente una variazione contrattuale con l’operatore di cui non sono a conoscenza, il minor costo di tali servizi, ripeto già pagati con la Tari, e quindi il risparmio ottenuto mi chiedo dove vada a finire. Resta alla ditta, alla quale non sembra che sia stato decurtato in proporzione il canone di agosto e non vi è traccia di atto pubblico per novembre, oppure resta nelle casse comunali o, molto più ragionevolmente, verrà distribuito a rimborso ai cittadini in regola con i pagamenti con il saldo Tari 2024? Anche su questo non ho visto delibere di indirizzo politico e né determine del settore competente».

«Mancanza di organizzazione» e Centri di raccolta chiusi

In merito agli aspetti organizzativi, poi, Bruni «rileva la totale mancanza di opportuna organizzazione che pur si addice ad una città come la nostra, capoluogo di provincia e sulla quale insistono le grandi strutture sanitarie, civile e ospedaliere». «Lo slittamento dei ritiri con variazione del calendario – aggiunge – ingenera confusione fra i più e molti cittadini hanno esposto venerdì regolarmente la plastica, non ritirata, e ancora hanno esposto organico e vetro nella giornata di sabato», senza contare che «ai cittadini della Zona B si chiede di lasciare in casa, nel periodo di festa, organico per 5 giorni e per 4 giorni a quelli della Zona A»: «Sarebbe stato più opportuno far saltare il giorno del ritiro della plastica, tenerla una settimana non comporta problemi, ma anche incentivare l’utilizzo, per chi ne avesse avuto necessità, dei CRC presenti sul territorio e magari promuovere una giornata ecologica».

«Ma, ahimè, i CRC resteranno chiusi anche il 2 e 3 novembre, oltre che il primo novembre per sospensione del servizio, per “disinfezione” dei locali, stiamo parlando di meno di 20 metri quadrati in tutto. E su questo apro una piccola parentesi – insiste Bruni – L’articolo 32.1 del CSA prevede che si possa concordare con l’appaltatore l’apertura dei CRC ma garantendo un minimo di 36 ore settimanali e garantendo, comunque, l’apertura al sabato. Il progetto offerta all’art. A.1.2 ne prevede invece l’apertura per 45,5 ore settimanali compresi sabato e domenica».

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E aggiunge: «Alla luce di questo non si capisce come mai siano rimasti chiusi per quasi tutto il periodo estivo e per quale motivazione, perché non ve ne sono previste da CSA e da offerta tecnica della ditta, si proceda alla chiusura per una “disinfezione” nei giorni 2 e 3 novembre (sabato e domenica) quando invece, come nel periodo estivo, sono proprio i giorni in cui il cittadino, libero da impegni lavorativi o di ritorno in città per le festività o le vacanze, ne può maggiormente usufruire anche perché molti domiciliati per lavoro fuori regione. E mi domando e chiedo come si possa incentivare la raccolta differenziata se tale strumento, nato esclusivamente per questo fine e per dare maggiori servizi e opportunità ai cittadini, venga ogni volta chiuso nei periodi di eventuale maggior utilizzo? Forse chi deve dare indirizzo e consente ciò non ne conosce il fine e non ne comprende l’utilità? La precedente amministrazione e il sottoscritto abbiamo sempre preteso e ottenuto come da contratto l’apertura continua e la ditta la garantiva anche ricorrendo ad un turnover fra i dipendenti formandone professionalmente in soprannumero per coprire fisiologiche assenze dal servizio degli addetti».

Le critiche alla programmazione attuale

Infine, l’ex assessore sottolinea l’aspetto politico: «Come detto sarebbe troppo facile strumentalizzare enunciando quando di buono in questo settore abbiamo fatto in 5 anni e alla luce di una programmazione che, come detto più volte, non si vede e quindi non si sa quali possono essere gli obiettivi in materia ambientale che si vogliono raggiungere se non al momento quelli di portare a compimento quanto già programmato e concluso o avviato e di cui “conviene” non dare risalto e informazione ai cittadini per non dare merito al precedente esecutivo/assessorato, ma di molte opere e attività darò notizia a tempo debito.

Riduttivo affermare che noi abbiamo sempre garantito il servizio di raccolta e l’apertura dei CRC nei giorni festivi e ora invece vengono tolti servizi ai cittadini se pur previsti e garantiti dai contratti e pagati dai cittadini con la Tari, servizi come già detto peraltro dovuti, necessari e pagati; riduttivo e facile anche paragonare la programmazione amministrativa e politica precedente a quella dell’attuale assessorato perché questa inesistente o comunque non a conoscenza dei cittadini. Importante però sottolineare come manchi totalmente la funzione di controllo e garanzia che dovrebbero svolgere i consiglieri di maggioranza, opposizione e gruppo misto a tutela dei cittadini; responsabilità che deriva democraticamente dai voti, anche tanti, attribuiti democraticamente dai cittadini di Vibo».

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Poi, la chiosa finale: «La tutela dell’Ente e dei cittadini quindi chi la esercita? Bisogna per forza fare uscite sui giornali o perdere tempo stando sul chi va là per cercare di evitare di fare passi indietro dopo aver raggiunto performance e livelli di servizio invidiati da tutti? Domande tutte queste da porgere a chi di competenza e, soprattutto, al titolare alla delega che sembra poco informato, forse non riceve i whatsapp dell’amministrazione, o, peggio ancora, consenziente a questi stravolgimenti. E intanto in città la testa degli “struzzi” non si vede».





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