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Il “Decreto Salva Casa Salvini 2024” è una misura legislativa pubblicata nella Gazzetta Ufficiale che è entrata in vigore il 30 maggio 2024. Questo decreto rappresenta un’importante iniziativa del governo italiano mirata a proteggere i proprietari di abitazioni da situazioni di emergenza economica e dalle conseguenze di inadempimenti finanziari, come pignoramenti e sfratti.

Il Decreto Salvini 2024 introduce una serie di novità legislative che mirano a tutelare i proprietari di immobili e a regolamentare meglio il settore abitativo in Italia. Tra le modifiche più rilevanti troviamo quelle riguardanti le mini abitazioni, unità immobiliari di dimensioni ridotte che spesso non rispettano gli standard previsti per gli immobili abitabili.

Il Decreto Salva Casa introduce alcune novità significative:

  • Sospensione dei Pignoramenti: Una delle principali disposizioni riguarda la sospensione temporanea dei pignoramenti immobiliari per la prima casa, destinata a famiglie in difficoltà economiche. Questo provvedimento ha l’obiettivo di evitare che le famiglie perdano la propria abitazione a causa di ritardi nei pagamenti del mutuo.
  • Rinegoziazione dei Mutui: Il decreto facilita la rinegoziazione dei mutui per le famiglie in difficoltà, offrendo la possibilità di ottenere una riduzione delle rate o una rimodulazione dei termini del prestito.
  • Fondo di Solidarietà: È stato istituito un fondo di solidarietà per aiutare le famiglie che si trovano in situazioni particolarmente critiche. Questo fondo fornisce supporto economico per coprire temporaneamente le spese relative alla casa.
  • Misure per gli Inquilini: Il decreto include anche disposizioni a favore degli inquilini, come la possibilità di sospendere temporaneamente gli sfratti per morosità incolpevole, ovvero per chi si trova in difficoltà economiche non imputabili a cattiva gestione personale.
  • Protezione delle Prime Case: Il provvedimento mira in particolare a proteggere le prime case, riconoscendo l’importanza sociale di garantire a ogni cittadino la possibilità di mantenere la propria abitazione principale.

Cosa entra nel Decreto?

Innanzitutto, il nuovo testo allarga in maniera sensibile il perimetro della sanatoria: se prima essa era prevista solo per le difformità parziali, con la conversione in legge del decreto essa sarà ampliata anche alle variazioni essenziali. Si tratta, per esempio, di variazioni pesanti a un immobile, che potrebbero arrivare a includere potenzialmente anche gli aumenti di cubatura non autorizzati. Un altro caso riguarda invece le varianti precedenti al 1977.

Importanti modifiche riguardano poi i requisiti di abitabilità degli immobili. Potranno infatti essere dichiarati agibili sulla base si un’attestazione rilasciata da un professionista anche quelli con altezze non superiori a 2,40 metri e superfici non superiori a 20 metri quadrati per i monolocali e a 28 metri quadrati per i bilocali. Finora, in tal senso, i limiti minimi erano di 2,70 metri per quanto riguarda l’altezza dei soffitti degli appartamenti, e rispettivamente di 28 e 38 metri quadrati per quanto concerne gli immobili con due o tre locali.

IN DETTAGLIO:

Mini Abitazioni: Nuove Regole e Standard di Abitabilità

Uno degli aspetti chiave del decreto riguarda proprio queste unità abitative di piccole dimensioni, spesso considerate non conformi ai requisiti minimi di abitabilità. Gli emendamenti propongono criteri più stringenti per definire cosa costituisce un’abitazione idonea, stabilendo parametri minimi per superficie, illuminazione e ventilazione. Queste nuove disposizioni mirano a migliorare le condizioni di vita degli occupanti, garantendo che ogni spazio abitativo rispetti standard di sicurezza e comfort.

Destinazione d’Uso: Cambiamenti Importanti

Un altro punto focale del decreto è la revisione delle norme sulla destinazione d’uso degli immobili. Le modifiche prevedono una maggiore flessibilità per la trasformazione di immobili ad uso diverso (come uffici o negozi) in abitazioni, semplificando le procedure burocratiche per i cambi di destinazione d’uso. Questo cambiamento ha l’obiettivo di facilitare il recupero di edifici non più utilizzati per le loro funzioni originali, contribuendo così a contrastare il problema delle case sfitte e dell’abbandono edilizio.

Le nuove tolleranze costruttive e lo stato legittimo

Le tolleranze costruttive sono le variazioni rispetto al progetto originale che possono essere effettuate senza bisogno di sanatorie o modifiche. Riguardano altezza, distacchi, cubatura, superficie coperta e le altre misure. Finora la tolleranza massima concessa era del 2% rispetto alla misura prevista. La prima versione del Salva casa l’aveva alzata fino al 5%. La versione definitiva invece riconosce una tolleranza fino al 6% per gli immobili sotto i 60 metri quadri di superficie. La tolleranza poi si abbassa gradualmente, fino a tornare al 2% per per le superfici sopra i 500 metri quadri. Questo vale solo per gli interventi realizzati entro il 24 maggio 2024, comunque. Nelle zone sismiche, in più, l’amministrazione comunale può obbligare a interventi per far rispettare le norme attuali.

Cosa non entra nel decreto

Di conseguenza, nel testo finale sono stati stralciati il passaggio che cita “igiene, salubrità, efficienza energetica degli edifici e degli impianti negli stessi installati” e quello che riguarda il superamento delle barriere architettoniche. In seno alle amministrazioni comunali rimarrà dunque solo la possibilità di chiedere ai proprietari gli interventi direttamente legati alla sicurezza e alla rimozione delle opere totalmente difformi, che sono per loro natura non sanabili.

Anche dalla legge rimarrà escluso il cosiddetto emendamento Salva Milano. Si tratta, in particolare, della parte del piano Salva Casa dedicata al capoluogo meneghino, che avrebbe dovuto essere finalizzata a risolvere i problemi autorizzativi riguardanti i piani di rigenerazione urbana. Non è escluso che tale capitolo possa essere previsto prossimamente, da eventuali altri pacchetti normativi.

Il Decreto Salva Casa è considerato un passo cruciale per garantire maggiore stabilità abitativa alle famiglie italiane, evitando che situazioni di crisi economica possano tradursi in emergenze sociali più gravi.

 

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