È iniziato oggi presso la Corte d’Assise di Sassari il processo a Michele Fresi, il giovane accusato di aver ucciso il 27 dicembre scorso ad Arzachena, il padre Giovanni Fresi, orafo di 58 anni, con una mazza di legno. Un delitto che ha scosso profondamente la comunità locale e che ora giunge alla fase del giudizio. La corte, presieduta dal giudice Zaniboni, a latere il giudice Nuvoli, ha ammesso le costituzioni di parte civile, formalizzando così il coinvolgimento di figure chiave che hanno vissuto in prima persona gli eventi drammatici di quella notte.
Tra le parti civili figura la giovanissima ragazza di Fresi, difesa dall’avvocato Giampaolo Murrighile, che fu la prima ad essere stata colpita violentemente al volto con la stessa mazza usata poi per l’omicidio del padre. Coinvolto anche un carabiniere, difeso dall’avvocato Jacopo Merlini, che intervenne tempestivamente per bloccare l’imputato e tentare di fermare l’aggressione. Sì è costituita parte civile anche la compagna della dell’orafo di Arzachena.
Il processo, destinato a mettere in luce ogni dettaglio della drammatica vicenda, proseguirà a dicembre con la deposizione dei primi testimoni.
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