Il Global Entrepreneurship Monitor (GEM) 2023/2024 Global Report celebra i 25 anni di ricerche e monitoraggi sull’imprenditorialità a livello globale. L’indagine condotta da GEM, avviata nel 1999 e oggi il più vasto progetto di studio sull’imprenditorialità al mondo, continua a fornire dati chiave ai responsabili politici e agli operatori del settore. Con sondaggi in 46 economie per l’Adult Population Survey (APS) e in 49 Paesi per il National Expert Survey (NES), GEM ha coperto quest’anno il 60% della popolazione mondiale e il 70% del PIL globale, esaminando sia l’attività imprenditoriale sia il contesto socio-economico di riferimento. La ricerca ha raccolto più di 136.000 interviste, offrendo un quadro esaustivo dell’imprenditorialità nelle diverse economie e rivelando tendenze e sfide attuali.
Principali risultati del GEM Report 2023/2024
Il rapporto evidenzia come la variabilità nei tassi di attività imprenditoriale rifletta differenze regionali e di reddito. La regione con i tassi più elevati è l’America Latina, con il Panama che registra il tasso più alto di attività imprenditoriale iniziale (TEA) al 31%, mentre l’Europa presenta una minore variabilità nei livelli di attività imprenditoriale, ma anche aspettative di creazione di posti di lavoro più basse. Nei Paesi a basso reddito, come molti dell’Africa e dell’America Latina, le nuove attività tendono a concentrarsi principalmente nei settori dei servizi di consumo, con un accesso limitato alle risorse e una bassa innovatività. Al contrario, i Paesi ad alto reddito hanno una maggiore propensione all’innovazione e alla sostenibilità ambientale, con imprese che adottano nuovi prodotti e tecnologie.
L’imprenditorialità femminile: gap e progresso
Un capitolo importante è dedicato alla disuguaglianza di genere, ancora significativa nonostante i progressi. In particolare, le donne imprenditrici faticano a ottenere supporto sociale e accesso alle risorse finanziarie, in misura maggiore rispetto agli uomini. Solo cinque Paesi (India, Qatar, Norvegia, Svezia e Emirati Arabi Uniti) sono considerati come economie in cui sia il supporto sociale che l’accesso alle risorse per le donne imprenditrici sono valutati positivamente. Anche il fear of failure, o paura di fallire, rappresenta un forte ostacolo per l’imprenditorialità femminile: in media, in 37 dei 45 Paesi intervistati, una percentuale maggiore di donne rispetto agli uomini dichiara di rinunciare a lanciare un’impresa per timore del fallimento.
Le sfide educative e l’importanza della scuola
Un dato critico emerso dal report riguarda l’educazione imprenditoriale nelle scuole, che continua a ricevere giudizi negativi da esperti di quasi tutte le economie analizzate. Solo 5 economie su 49 valutano l’educazione imprenditoriale scolastica in modo soddisfacente o superiore, mentre questa condizione viene percepita come debole nella maggior parte dei Paesi. Tuttavia, il report nota progressi significativi in Qatar, Emirati Arabi Uniti e India, dove l’educazione imprenditoriale è passata da un livello insoddisfacente a un livello apprezzabile. Questo suggerisce la necessità di migliorare la preparazione all’imprenditorialità già nei giovani per rafforzare le basi di una cultura imprenditoriale inclusiva e dinamica.
Innovazione e sostenibilità: verso gli SDG
Una delle evoluzioni più interessanti riguarda il crescente impegno degli imprenditori verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite. Oltre la metà dei nuovi imprenditori dichiara di avere identificato almeno un obiettivo di sostenibilità tra le priorità aziendali, dimostrando una maggiore consapevolezza verso le questioni ambientali e sociali. Inoltre, molti imprenditori stanno prendendo misure concrete per ridurre l’impatto ambientale delle loro attività: in 36 delle 45 economie partecipanti, oltre la metà dei titolari di imprese consolidate ha adottato pratiche che mirano a minimizzare gli impatti negativi sull’ambiente. Questo orientamento, osservato anche in Paesi a medio e basso reddito, evidenzia un cambiamento di mentalità importante.
L’Europa e il caso Italia: tra stabilità e sfide future
In Europa, i tassi di attività imprenditoriale tendono a essere stabili ma relativamente bassi rispetto ad altre regioni, con il Regno Unito e i Paesi Bassi tra le economie con una maggiore attività. Tuttavia, la pandemia ha creato delle difficoltà anche per gli ecosistemi più avanzati, evidenziando un calo nella qualità dell’ambiente imprenditoriale in Paesi come Svezia, Germania, e persino Stati Uniti e Canada. Questo scenario ha generato un’ondata di riforme volte a sostenere gli imprenditori, soprattutto nell’accesso ai finanziamenti e nell’adozione di tecnologie digitali. Anche se l’Europa continua a mantenere un vantaggio in termini di stabilità e supporto per le nuove imprese, il divario nell’innovazione tra startup europee e nordamericane rimane una sfida per la competitività del continente.
In Italia, il contesto imprenditoriale riflette un certo conservatorismo, che si traduce in una minore propensione all’innovazione e all’internazionalizzazione rispetto a Paesi come la Germania o la Francia. Gli imprenditori italiani, tuttavia, dimostrano una forte resilienza: il 36% degli intervistati che ha chiuso un’attività nell’ultimo anno prevede di riavviare un’impresa nei prossimi tre anni. Inoltre, il settore dei servizi di consumo domina il panorama delle nuove iniziative, rispecchiando una tendenza comune ai Paesi a medio reddito. Nonostante le difficoltà, l’Italia sta compiendo progressi, come dimostra la crescente attenzione verso l’imprenditoria femminile e il sostegno alle imprese sociali.
Il GEM 2023/2024 Global Report evidenzia come l’imprenditorialità sia un fattore chiave per la crescita economica, la creazione di posti di lavoro e l’innovazione. Il report invita i governi a migliorare il supporto verso le imprenditrici e a rafforzare l’educazione all’imprenditorialità per facilitare un ecosistema più dinamico e inclusivo. Mentre l’Europa e l’Italia affrontano sfide importanti per sostenere l’innovazione e la competitività, l’interesse crescente verso la sostenibilità e gli SDG offre nuove opportunità per un futuro imprenditoriale responsabile.
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