La Corte di Cassazione conferma la misura cautelare per un commercialista accusato di frode sul bonus edilizio. Il suo ruolo decisivo nelle operazioni illecite ha portato alla sentenza di inammissibilità del ricorso.
Un noto commercialista è stato arrestato e posto ai domiciliari per il suo presunto coinvolgimento in una vasta operazione di frode fiscale legata ai bonus edilizi, inclusa la misura del 110%. La decisione è stata confermata dalla Corte di Cassazione che ha ritenuto inammissibile il ricorso dell’indagato.
La figura del professionista emerge come punto chiave dell’inchiesta, svolgendo un ruolo attivo e consapevole nella gestione e nella pianificazione delle operazioni fraudolente.
Frode sul bonus 110% e ruolo del commercialista
Secondo l’indagine della Guardia di Finanza, il commercialista era coinvolto in una rete di emissione di fatture false e omissioni di dichiarazioni fiscali. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 38806, ha confermato il suo coinvolgimento diretto nella frode che utilizzava società estere e operazioni fittizie per accedere indebitamente ai benefici fiscali legati ai bonus edilizi. I membri dell’associazione contavano su di lui per predisporre falsi bilanci e per gestire operazioni che altri professionisti avevano rifiutato.
La difesa del professionista e la decisione della Corte
Il commercialista ha sostenuto di essere stato solo un consulente, senza partecipazione diretta nelle operazioni contestate. Tuttavia, le intercettazioni hanno svelato il suo contributo attivo nell’organizzazione della frode, ritenuto fondamentale per il funzionamento dell’intero sistema illecito.
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La Cassazione ha ritenuto fondate le motivazioni del Tribunale del riesame, confermando l’adozione della misura cautelare. In fase preliminare, infatti, non è richiesta una certezza assoluta di colpevolezza, ma gravi indizi che la Cassazione ha giudicato sufficienti.
Pericolo di reiterazione dei reati
Il pericolo di recidiva è stato un fattore determinante per la Corte. La prolungata attività illecita e le precedenti denunce per reati fiscali e altre irregolarità dimostrano, secondo il Tribunale, una spiccata propensione del commercialista a ripetere tali condotte. Pur non avendo precedenti penali formali, l’indagato presentava un debito verso l’Erario di oltre dieci milioni di euro, rafforzando il sospetto di possibili ulteriori violazioni.
Le conseguenze e il monito per il settore
Il caso evidenzia l’importanza di un sistema di controllo rigoroso sui bonus edilizi, soprattutto alla luce delle recenti agevolazioni introdotte per favorire la riqualificazione del patrimonio immobiliare. La decisione della Corte invia un messaggio chiaro ai professionisti del settore: qualsiasi coinvolgimento attivo in pratiche fraudolente sui bonus fiscali è soggetto a severe sanzioni.
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