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Purtroppo non si possono dare sempre delle belle notizie. 

Infatti, arrivano anche quelle brutte: dal 15 ottobre l’Agenzia delle Entrate ripartirà con il pignoramento dei soldi dal conto corrente. 

Questo potrà segnare una vera e propria batosti per le pensioni, i risparmi e gli stipendi degli italiani. 

Evidentemente, non basta la situazione di crisi che abbiamo nel nostro Paese!

È ormai più di un anno che ci troviamo in un’emergenza sanitaria poi sfociata in crisi economica generata dal Covid-19.

In questa situazione sono molte le persone che hanno perso il loro lavoro o che, comunque, hanno visto i propri guadagni incrinarsi vertiginosamente. 

La risonanza economica suscitata dalla pandemia è stata enorme e nessuno sa dire con certezza quando e se si tornerà alla normalità.

In molti ad oggi si trovano in una situazione di instabilità economica e finanziaria e, come se non bastasse, si aggiunge il problema legato al fisco

Infatti, a partire dalla metà del mese in corso, quindi dal 15 ottobre, l’Agenzia delle Entrate riprenderà a notificare le cartelle esattoriali e a riscuotere ed accertare i pagamenti dovuti

Per tutti coloro che sono attualmente in debito con il fisco, si avvicina un periodo abbastanza buio che potrà essere caratterizzato da una vera e propria riscossione forzosa.

Non solo Agenzia delle Entrate. Infatti, anche i Comuni riprenderanno a pretendere le loro riscossioni.

Molti Comuni non si trovano in una situazione economica favorevole e di ciò potrebbero fare le spese i cittadini. Infatti, i Comuni per ottenere maggiori fondi potrebbero adoperarsi per recuperare i debiti dei cittadini che non hanno ancora pagato alcuni dei tributi. 

È il caso di IMU, TARI e bollo auto. 

Da quello che possiamo intuire ci stiamo avvicinando ad un periodo complicato per i contribuenti, i pensionati, i dipendenti e gli autonomi. Insomma, un periodo complicato per tutti. 

Diciamo che, nonostante le motivazioni di riscossione siano giuste, i soldi depositati rischiano di essere pignorati. 

Ovviamente, tutti devono essere in regola con i loro pagamenti. Infatti, tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. Tale principio vale anche a livello fiscale

Infatti, non pagare gli importi dovuti sarebbe sbagliato anche nei confronti di tutti quei contribuenti che pagano regolarmente le loro tasse.

In questo articolo andiamo ad indagare tale pignoramento e cosa fare nel caso in cui il pignoramento venisse effettuato per errore. 

Pignorano i conti correnti: quali sono i soldi a rischio?

Come avremo ormai capito dal 15 ottobre l’Agenzia delle Entrate ed altri enti statali pignorano i soldi dei contribuenti dai conti correnti. 

Procediamo con ordine.

L’8 marzo 2020 con il Decreto Cura Italia è stato imposto uno stop all’attività dell’Agenzia delle Entrate per quanto riguarda le riscossioni.

Tutto ciò è stato voluto dal Governo Conte II per non gravare ulteriormente sulle tasche delle famiglie già piegate dalla crisi relativa al Coronavirus.

Da quel momento in poi tale misura è stata prorogata ed ha ricevuto un’estensione fino al mese di ottobre 2021.

Tuttavia, dato che non è stato istituito un altro blocco per questa misura dal 15 ottobre 2021 ripartono i pignoramenti e le riscossioni delle cartelle esattoriali. 

Dunque, dal 15 ottobre 2021 l’Agenzia delle Entrate può ripartire con la sua attività di riscossione nei confronti di oltre 60 milioni di atti. Un numero di certo non piccolo!

Ovviamente, si procederà in base al criterio di urgenza.

Prima di tutto verranno riscossi gli atti in scadenza, mentre per i restanti ci sarà un attimo di tregua

Tutto ciò è chiaramente normale. Tuttavia, dopo più di un anno di stop non è semplice tornare alle vecchie (e odiate) abitudini.

Ma quindi quali soldi andranno toccati?

I soldi presenti sul conto corrente derivanti da pensioni, stipendi e anche dai propri risparmi. 

Quindi abbiamo capito che dal 15 ottobre l’attività di riscossione, talvolta anche forzosa, esercitata dall’Agenzia delle Entrate riprenderà al 100%.

Il 15 ottobre pignorano il conto corrente: chi è a rischio?

Cerchiamo di capire meglio come funziona la questione legata ai debiti. 

Infatti, ogni qualvolta che contraiamo un debito con un fornitore, una società finanziaria o altri, tale persona (chiamata creditore) può avviare un’azione esecutiva

Tale azione ha, ovviamente, l’obiettivo di dare al creditore ciò che gli spetta.

Quindi il legale di colui che ha un credito nei nostri confronti può avviare un’azione di pignoramento.

In questo modo pignorano il conto corrente contenete la pensione, lo stipendio o i risparmi. Diciamo, tutto ciò che risulta essere depositato su tale conto.

Tranquilli però: la procedura non è così semplice!

Infatti, vi sono più step da rispettare per poter pignorare i soldi da un conto corrente altrui. 

Molto importante sarà la figura del giudice del tribunale che avrà il compito di controllare tutti i documenti forniti dal creditore.

Tali documenti dovrebbero far trasparire la presenza di un debito.

Quindi, qualora il giudice disponesse l’ordine (ovviamente dopo un attento controllo dei documenti) la banca o il datore di lavoro del debitore pignorano una quantità di denaro del conto corrente del debitore. 

In questo modo, la somma dovuta sarà restituita al creditore. 

In questo caso l’Agenzia delle Entrate non effettua alcuna azione. Infatti, l’ente si occupa di emanare le cartelle esattoriali nelle quali viene inserito il debito. 

Ricorda: le cartelle esattoriali non sono da prendere sotto gamba. Parliamo di atti che hanno lo stesso identico valore di una sentenza

Tuttavia, quando il debitore riceve una cartella esattoriale dall’Agenzia delle Entrate può opporsi ad essa.

Ricorda: per fare ciò ci sono dei tempi. Infatti, qualora la cartella non fosse pagata, il debitore non potrà più tentare il ricorso. 

Il 15 ottobre pignorano il conto corrente: cosa possono confiscare?

Ricordiamo che l’Agenzia delle Entrate può procedere al pignoramento di beni mobili e immobili. Tuttavia vi sono alcuni vincoli.

Infatti, per quanto riguarda i beni immobili ci sono delle importanti limitazioni che dobbiamo ricordare. 

Innanzitutto non è possibile effettuare la confisca della prima casa del debitore

Cosa intendiamo per prima casa?

Ti rispondo subito. 

Si tratta dell’abitazione della quale il debitore è proprietario e nella quale abita regolarmente. 

È bene ricordare una “limitazione nella limitazione”. Infatti, tale vincolo decade nel caso in cui si tratta di un immobile di lusso, un edificio di pregio, una villa o un castello. 

Inoltre, va sottolineato che non è possibile pignorare un immobile se il debito contratto è inferiore a 120mila euro. 

Il 15 ottobre pignorano il conto corrente: possono esserci errori?

Dobbiamo chiarire come opera l’Agenzia delle Entrate – Riscossione in questi casi. 

Infatti, si tratta di azioni ben diverse da quelle descritte in precedenza.

In poche parole si salta uno step.

Uno step non da poco: non viene interpellato il Giudice del Tribunale

Questo avviene perché l’Agenzia delle Entrate presenta un potere enorme sulle riscossioni. 

Tuttavia, se come previsto dalla Corte di Cassazione, l’Agenzia delle Entrate non indica la ragione per la quale pignorano il contro corrente (dunque pensione, stipendio o risparmi) il debitore può impugnare tale sanzione

Infatti, in questo caso si tratterebbe di un illecito amministrativo ed il pignoramento non sarebbe legittimo. 

Per quanto possa sembrare strano è qualcosa che capita spesso.

Infatti, molti contribuenti ricevono l’atto del pignoramento senza alcuna specifica sul perché di quel pignoramento. 

Quindi, come abbiamo detto in precedenza, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’atto presentato in questo modo è nullo.

Pertanto è bene sempre fare attenzione al contenuto dell’atto di pignoramento

Il 15 ottobre pignorano il conto corrente: si può rateizzare il debito?

Eccoci arrivati alla fine di questo articolo dedicato al pignoramento dei conti correnti che avrà inizio il 15 ottobre 2021. 

Tuttavia, prima di salutarci è bene rispondere ad un’ulteriore domanda, ossia: si può rateizzare il debito?

La risposta è sì.

Prima di avviare le procedure esecutive viene data la possibilità al debitore di procedere con una rateizzazione del debito contratto. 

Ricorda: la richiesta di rateizzazione interrompe subito la procedura di pignoramento del conto corrente del debitore

Secondo quanto afferma la stessa Agenzia delle Entrate, la procedura di rateizzazione viene concessa ai soggetti che effettuano tale richiesta in base alle loro condizioni economiche e all’entità del debito contratto.

Inoltre, è bene sottolineare che esistono diverse tipologie di rateizzazione. 

Andiamo a scoprirle più nel dettaglio.

Il 15 ottobre pignorano il conto corrente: rateizzazioni sotto i 100mila euro

Innanzitutto per tutti i debiti che non superano la soglia del 100mila euro si può richiedere di rateizzare tali debiti tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate

Ricorda: per accedere ai portali della Pubblica Amministrazione è necessario essere in possesso delle proprie credenziali SPID, CIE o CNS. Da qui si potrà cliccare sull’opzione “Rateizza adesso”.

In questo modo la procedura di rateizzazione sarà avviata senza alcuna richiesta aggiuntiva. 

Ricordiamo che non possono essere superate le 72 rate, di conseguenza non si può rateizzare per un periodo superiore a 6 anni. 

In questa sezione del sito dell’Agenzia delle Entrate sarà possibile visionare l’importo delle rate.

Esse possono essere uguali e costanti nel tempo oppure in crescita (dunque partire da rate più basse e piano piano alzare l’importo). 

Il 15 ottobre pignorano il conto corrente: rateizzazioni sopra i 100mila euro

Diversa la situazione per tutti quei debiti che hanno un valore superiore ai 100mila euro.

Infatti, in questa tipologia di casi non si può gestire tutto autonomamente sul sito dell’Agenzia delle Entrate. 

Bisognerà inviare una PEC. Inoltre, sarà necessario inviare anche un documento che attesti la difficoltà economica nel pagare il debito in questione.

Ovviamente, sarà indispensabile inviare l’ISEE in corso. 

Dopo che l’Agenzia delle Entrate effettuerà le dovute verifiche, si potrà accedere ad un piano di rateizzazione. 

Anche in questo non possono essere superate le 72 rate, di conseguenza non si può rateizzare per un periodo superiore a 6 anni. 

Inoltre, come avviene per i debiti inferiori ai 100mila euro possono essere uguali e costanti nel tempo oppure in crescita (dunque partire da rate più basse e piano piano alzare l’importo).

Il 15 ottobre pignorano il conto corrente: rateizzazioni con il Piano Straordinario 

L’ultimo piano previsto per rateizzare un debito è riservato a tutti coloro che si trovano in una condizione economica così tanto sfavorevole da non poter pagare il debito neanche in sei anni.

In questo caso l’Agenzia delle Entrate concede il “Piano Straordinario”, ossia un programma di rateizzazione di 10 anni con un massimo di 120 rate mensili.

In questo caso non si può scegliere l’importo della rata: essa sarà costante.

 

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