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Tra i 522 emendamenti presentati al decreto Salva Casa, c’è anche il “Salva Milano” che vuole contrastare lo stallo urbanistico in cui si trova la città. Sarà discusso in commissione dalla prossima settimana.

(immagine di repertorio)

Tra i 522 emendamenti del decreto Salva-Casa presentati alla commissione Ambiente della Camera ce n’è uno che interessa direttamente il capoluogo lombardo. Si chiama “Salva Milano” e dovrebbe prevedere una specie di sanatoria per gli edifici già edificati e costruiti, mentre per quelli ancora da costruire la politica punta alla ridefinizione del perimetro delle ristrutturazioni per dare certezza al settore edile. Il decreto Salva-Casa (n. 124 del 29 maggio 2024) si concentra infatti su misure urgenti di semplificazione edilizia e urbanistica al fine di far fronte al crescente fabbisogno abitativo.

Che cos’è il “Salva Milano” e a cosa serve

Per superare la fase di stallo del mercato urbanistico di Milano causata da decine di pratiche ferme negli uffici amministrativi e da inchieste condotte dalla Procura di Milano su presunti abusi edilizi (secondo cui sarebbero state autorizzate e realizzate costruzioni con tempi più veloci e a prezzi più economici), maggioranza e opposizione si sono unite per risolvere la situazione. Proprio con il “Salva Milano” che prevede nuove norme per edifici già costruiti ed edificati, ma anche una ridefinizione delle ristrutturazioni del futuro.

La questione di Milano va risolta“, ha detto Maurizio Lupi di Noi Moderati, durante il question time alla Camera di ieri, mercoledì 27 giugno, ultimo giorno utile per depositare gli emendamenti sul Salva Casa. “Inutile applicare deroghe, meglio inserire un emendamento nel decreto Salva casa; così si avrebbe un’interpretazione corretta, che ridia a imprenditori e abitanti delle città italiane la possibilità di avere qualità della vita, rigenerazione urbana e un’offerta di case più ampia“.

Tutti gli emendamenti presentati (522 in totale) saranno discussi in commissione dalla prossima settimana. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini (Lega) spiega come servano “norme adeguate di contribuzione agli oneri urbanistici“. Aggiunge anche che, in autunno, “sarà presentato un disegno di legge delega per l’integrale riscrittura del testo unico dell’edilizia, nell’ottica della chiarezza e della semplicità delle regole, in cui la rigenerazione urbana sarà una priorità in una prospettiva di medio e lungo periodo“.

Gli emendamenti presentati dai partiti

In generale, al decreto Salva-Casa, tutti i partiti hanno presentato gli emendamenti. Il Pd ha depositato un testo scritto insieme all’Associazione nazionale dei comuni italiani. Il presidenti di Anci, Mauro Guerra, ha spiegato che “la ratio dell’emendamento è dare forma a una interpretazione autentica di una norma (del 1942) che si è evoluta nel tempo e che ha dato origine alle modalità con cui Milano e altre città si sono rapportate ai temi della rigenerazione urbana e su temi come la ristrutturazione e piani attuativi“.

Forza Italia, invece, ha presentato un testo insieme ad Assimpredil Ance, l’associazione di categoria dei costruttori edili, che ha come scopo la “salvaguardia della pianficazione urbanistica generale dei Comuni e i naturali e costanti mutamenti del tessuto urbano“. Infine, per FdI e Lega, il sottosegretario Alessandro Morelli spiega come l’emendamento presentato miri a “risolvere la situazione delle famiglie che hanno comprato casa e che in questo momento vivono potenzialmente in un abuso edilizio. Il buon senso ci dice che non hanno colpa e quindi il problema va risolto“. “Per quanto riguarda il futuro sarà compito degli enti locali e del Parlamento trovare una soluzione per l’urbanistica nelle nostre città“, ha concluso.

Contrario all’emendamento è, invece, Carlo Monguzzi di Europa Verde, che in una nota scrive: “La grande politica milanese fa a gara su chi presenta il miglior emendamento per salvare i costruttori. Noi ci opponiamo, perché questo condono edilizio è una sanatoria che salva i costruttori e i loro interessi“. Aggiunge: “Noi invece dobbiamo riportare saggezza e buon governo urbanistico correggendo nel nuovo Pgt (piano di governo del territorio) gli errori fatti“, continua, concludendo con la necessità di avere “una nuova visione e nuove regole“.



 

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