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L’inverno demografico del nostro Paese rischia di far scomparire per sempre alcuni piccoli borghi in tutta Italia, ricchi di storia e patrimonio artistico. Per incentivare le persone a trasferirsi dalle città, e tornare a vivere nei piccoli centri, alcuni Comuni italiani offrono affitti agevolati, contributi per acquistare casa o sostegni per lavorare in smart working al fine di incentivare il ripopolamento. Ecco quali sono i bandi emessi dal Pnrr per invogliare la popolazione a spostarsi verso i piccoli paesi e quali Amministrazioni, da nord a sud, pagano o sostengono chi vorrà andare a viverci.

I piccoli borghi italiani cercano abitanti, e molti pagano chi decide di trasferirsi. Con l’incremento dello smart working post-pandemia, sempre più persone riescono a lavorare da casa senza recarsi in ufficio e permettersi di trasferirsi lontano dalle città. Il Pnrr nel 2022 ha colto l’occasione al volo, emanando due bandi a favore del ripopolamento dei piccoli centri urbani che prevedono lo stanziamento di cospicui finanziamenti per agevolare gli affitti o l’acquisto di abitazioni, oltre a incentivare l’imprenditorialità locale.

La situazione attuale dei piccoli borghi in Italia

La natalità diminuisce sempre più in Italia: nel 2022 i nuovi nati sono stati 392.598, quasi un terzo in meno rispetto al 2008. Le previsioni parlano di un drastico calo demografico in 4 comuni su 5 entro i prossimi 10 anni, che si ripercuoterà soprattutto nei borghi più piccoli.
Secondo Legambiente, i borghi italiani in fase di degrado sono 5.308 su un totale di 8.000 paesi con meno di 5.000 abitanti. La maggior parte di questi borghi si trova all’interno di aree protette e parchi naturali, ed è superfluo dire che sono una delle maggiori ricchezze ambientali e storiche del nostro territorio. L’esodo dai piccoli paesi alle città ha colpito in prevalenza la zona appenninica e le regioni che contano il maggior numero di comuni abbandonati risultano la Toscana, il Piemonte e la Liguria. Secondo il report di Planet B, il 47% dei borghi italiani ha sofferto l’esodo di 70 persone su 150, che hanno scelto per questioni prevalentemente lavorative di trasferirsi nelle città più grandi.

Bandi a sostegno dei piccoli borghi: ripopolamento e imprenditorialità

Negli anni sono state portate avanti tante iniziative da parte di cittadini, enti culturali e associazioni ambientali per la riqualificazione dei piccoli borghi dislocati nel territorio italiano, anche grazie al supporto di finanziamenti pubblici, ma nella quasi totalità dei casi si è trattato di progetti a breve termine. Il Ministero della Cultura ha offerto quindi un’altra soluzione a Comuni e Regioni: un piano di finanziamenti nell’ambito del Pnrr Borghi per il ripopolamento dei piccoli paesi, insieme a una linea parallela per l’incentivo dell’imprenditorialità nelle zone a rischio di abbandono. Grazie all’incremento dello smart working, le esigenze delle nuove generazioni si stanno spostando verso uno stile di vita più sano e meno frenetico, che potrebbe contribuire al graduale ripopolamento dei borghi meno popolati.

Con il Piano Nazionale Borghi, scaduto a marzo 2022, 250 piccoli paesi dislocati nel territorio italiano sono stati in grado di erogare incentivi come Bonus Casa, Bonus lavoro a distanza e la possibilità di offrire affitti agevolati, mentre le imprese hanno potuto avvalersi di una serie di finanziamenti per promuovere il lavoro nei centri meno popolati. Ecco i risultati scaturiti dopo la chiusura dei bandi.

Il bando Pnrr per il ripopolamento dei borghi storici: le due linee di azione

Il 15 marzo 2022 si è chiusa la finestra temporale del bando Pnrr per l’invio dei progetti di ripopolamento di 250 borghi. I bandi emessi in questo ambito hanno previsto due linee di azione, per una cifra stanziata totale di oltre 1 miliardo di euro. Il primo bando (linea A) prevede l’assegnazione di 420 milioni di euro totali a 21 regioni e Province autonome, che hanno individuato, ciascuna nella propria area, un borgo “pilota” a rischio di abbandono, sul quale intervenire in favore del suo ripopolamento (conti alla mano, ciascun borgo selezionato ha ottenuto 20 milioni di euro).
La linea B, invece, ha erogato 580 milioni di euro da suddividere tra 229 piccoli comuni. I fondi stanziati verranno utilizzati per realizzare progetti di rigenerazione culturale e sociale e innovazione economica, puntando su interventi di miglioramento delle infrastrutture e sull’introduzione di nuovi servizi in ambito culturale, turistico e sociale. Le candidature presentate dai Comuni fino a 5.000 abitanti sono state circa 1.800.

Quali borghi ti pagano per viverci?

I vari tipi di incentivi che i Comuni hanno ottenuto grazie al Pnrr si riflettono, di conseguenza, sui cittadini: chi sceglie di trasferirsi in uno dei borghi ammessi al finanziamento potrà ottenere dei bonus per l’acquisto o affitto della casa, o contributi per il lavoro a distanza o per l’apertura di un’attività all’interno del territorio. Ecco nel dettaglio cosa prevedono gli aiuti e in quali Comuni, regione per regione.

Calabria

La Regione Calabria ha stanziato 28.000 euro per gli under 40 che scelgono di aprire un’attività nei comuni di Santa Severina, San Donato di Ninea, Aieta, Civita, Caccuri, Albidona, Sant’Agata del Bianco, Samo e Bova, tutti con meno di 2.000 abitanti.

Puglia

In Puglia, il comune di Roseto Valfortore, in provincia di Foggia offre 5.000 euro a chi sceglie di trasferirsi e aprire un’attività nell’area comunale. Sulla stessa linea è il borgo di Candela, che elargisce fino a 2.000 euro a coloro che prendono casa e residenza nel territorio (800 euro andranno a chi si trasferisce da solo, 1.200 euro alle coppie e 1.500/1.800 euro alle famiglie).

Sardegna

La Regione Sardegna offre, invece, un contributo a fondo perduto a coloro che decidono di comprare o ristrutturare casa nei comuni all’interno del territorio regionale che contano meno di 3.000 abitanti, dietro l’impegno di stabilire la residenza entro 18 mesi dall’acquisto.

Emilia-Romagna

Gli under 40 che risiedono e lavorano nei piccoli comuni dell’Emilia-Romagna possono ottenere un contributo a fondo perduto fino a 30.000 euro in base al reddito Isee.

Veneto

465 comuni veneti (soprattutto quelli di alta quota) stanziano, a loro volta, contributi a fondo perduto fino a 40.000 euro a chi decide di trasferirsi nel loro territorio.

Piemonte

Come il Veneto, anche il Piemonte dà precedenza al ripopolamento dei piccoli borghi in montagna offrendo contributi fino a 40.000 euro a chi sceglie di trasferirsi e lavorare in zona. Le domande che hanno ottenuto finanziamenti nel 2022 sono state 302.

Liguria

In terra ligure, il piccolo comune di Bormida, a un’ora da Genova, stanzia un contributo di 2.000 euro a chiunque decida di trasferirvisi.

Il bando Pnrr a sostegno delle imprese nei piccoli borghi

Parallelamente alle domande di Province e Comuni, nell’ambito del Piano Nazionale Borghi sono pervenute anche quelle di 4.381 piccole e medie imprese che mirano a sostenere l’economia di 294 piccoli comuni tramite progetti di riduzione delle emissioni inquinanti, dei consumi, dello smaltimento dei rifiuti e l’implementazione di un’economia circolare. Le imprese vincitrici otterranno una dotazione totale di 188 milioni di euro.

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Articolo Modificato Il:15 Gennaio 2024

 

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