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Ministero dell’Economia negli organi di controllo delle aziende sovvenzionate: ecco tutte le novità per il 2025.
La Manovra 2025 introduce un’importante novità per le aziende che beneficiano di consistenti contributi pubblici. Di fatto si parla dell’obbligo di includere un ispettore del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) all’interno dei loro organi di controllo. Questo rappresentante ministeriale avrà il compito di monitorare l’utilizzo delle risorse pubbliche. Il provvedimento, si applica a tutte le società, incluse quelle private, che ricevono almeno 100.000 euro di fondi pubblici.
Le aziende interessate e l’obiettivo della misura
Il rappresentante del MEF sarà assegnato al “collegio di revisione o sindacale” delle aziende coinvolte, con il compito specifico di vigilare sull’uso dei fondi pubblici ricevuti. Il provvedimento riguarda una vasta gamma di enti e organizzazioni: “società, enti, organismi e fondazioni” che, anche indirettamente e con modalità diverse, accedono a risorse statali significative. Attualmente, la soglia è fissata a 100.000 euro, ma un decreto del Presidente del Consiglio, atteso entro marzo 2025, potrebbe modificarla.
Alcune aziende, tuttavia, sono esentate: tra queste le società controllate o partecipate da Regioni ed enti locali. Tale scelta sembra in parte contraddire l’orientamento espresso da esponenti del governo Meloni di ridurre la presenza dello Stato nelle imprese. In pratica, l’unico modo per evitare l’ingresso del rappresentante ministeriale sarà mantenere i finanziamenti sotto i 100.000 euro annui.
Scadenze e modifiche necessarie
Le aziende interessate dalla norma avranno 120 giorni dalla data di entrata in vigore della legge per adeguare i loro statuti e regolamenti interni, implementando le modifiche richieste per accogliere un rappresentante ministeriale nei rispettivi organi di controllo.
L’impatto sui giornali
Tra le aziende che dovranno includere il rappresentante del MEF nei propri collegi di revisione o sindacali figurano anche diverse testate giornalistiche. Secondo i dati del Dipartimento per l’informazione e l’editoria, circa 80 testate hanno ricevuto almeno 100.000 euro di aiuti pubblici sotto vari programmi, come il progetto di Transizione 5.0. Tuttavia, si prevede che il numero di aziende coinvolte possa raggiungere le centinaia, il che pone una questione aperta: la capacità del MEF di fornire rappresentanti qualificati per tutti gli enti sovvenzionati.
Il ruolo e i costi del rappresentante governativo
Il rappresentante ministeriale entrerà in carica alla scadenza naturale del collegio sindacale e ne diventerà membro, sostituendo uno dei membri attuali senza aggiungere costi extra per l’azienda, che sarà comunque tenuta a coprirne il compenso. Il rappresentante del MEF dovrà controllare la contabilità aziendale e produrre report periodici per la Ragioneria generale dello Stato, garantendo che l’uso dei fondi pubblici risponda agli obiettivi previsti.
Registro nazionale e trasparenza sugli aiuti
La trasparenza sugli aiuti pubblici è garantita dal Registro nazionale degli aiuti, che cataloga tutte le società beneficiarie. Anche a livello europeo, la Commissione Europea tiene un elenco aggiornato delle aziende che hanno ricevuto sussidi statali. Secondo i dati del 2024, oltre 380 aziende italiane hanno superato la soglia dei 100.000 euro in contributi pubblici. Queste aziende provengono da svariati settori produttivi e includono perlopiù piccole e medie imprese.
Altre misure per le imprese nella Manovra 2025
Oltre alla presenza del rappresentante ministeriale, il governo ha in programma ulteriori interventi, tra cui un “adempimento collaborativo” per le imprese. A partire dal 2028, tale misura offrirà alle aziende che accettano di collaborare con le autorità fiscali un regime di sanzioni attenuate, incentivando comportamenti virtuosi e facilitando la risoluzione di controversie.
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