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Agf 

Sì dell’Aula della Camera alle mozioni di maggioranza sulle iniziative volte a sospendere gli espropri delle prime case. Non passano tuttavia le diverse mozioni presentate dalle opposizioni (M5S, Area popolare, Fratelli d’Italia, Sel) che impegnavano il Governo a procedere a definire con chiarezza impignorabile la prima casa.

I testi approvati sono invece abbastanza blandi: sostanzialmente impegnano il governo solo a “a valutare l’opportunità di adottare iniziative di rango normativo volte ad individuare misure di natura economica per la gestione dei mutui ipotecari per la prima casa in sofferenza, con particolare riferimento ai nuclei familiari, soprattutto quelli numerosi, che si trovano in situazione di temporanea insolvenza”. Un ulteriore impegno, previsto dalla mozione Pd, impegna il governo “a valutare l’opportunità di effettuare un’analisi approfondita ed aggiornata al fine di definire le misure da mettere in campo per arginare il fenomeno dei pignoramenti degli immobili adibiti ad abitazione principale”.

Non passano invece i documenti presentati in Aula alla Camera dalle opposizioni, che chiedevano di bloccare il pignoramento delle prime case. Nel dettaglio, la mozione M5S prevedeva “la sospensione per 36 mesi della procedura espropriativa immobiliare” al ricorrere di determinate condizioni – fra cui ad esempio che “l’immobile non sia sottoposto a sequestro e a confisca in attuazione della legislazione contro la criminalità organizzata” – e ad “assumere iniziative per prevedere, al contempo, l’istituzione di un fondo, con dotazione annua di almeno dieci milioni di euro, per la remunerazione degli interessi ai creditori”. La mozione di Area Popolare prevedeva invece di “sospendere gli espropri relativi alla prima casa” e di “affrontare con misure adeguate lo stato di estrema indigenza” delle famiglie italiane. La mozione di Sel richiedeva inoltre “una sospensione di 12 mesi dei procedimenti di esecuzione immobiliare esecutivi a carico degli immobili adibiti ad abitazione principale”. La mozione di Fratelli d’Italia impegnava invece il Governo a “iniziative urgenti volte a sospendere le procedure espropriative relative ad immobili adibiti ad abitazione principale e a stanziare le risorse necessarie al finanziamento di tutti gli strumenti atti a sostenere i soggetti e i nuclei familiari che versino in una condizione di temporanea sofferenza finanziaria”.

Protestano le opposizioni. Per il Movimento 5 Stelle è “vergognoso il voto contrario alla mozione sulla sospensione dell’espropriazione della prima casa”, che si potrebbe “cancellare se ci fosse il reddito di cittadinanza, un aiuto concreto a chi è in momentanea difficoltà. In Italia non c’è solidarietà verso chi è in difficoltà, il voto contrario di tutta la maggioranza permette da oggi di perdere la prima casa anche per un piccolo debito, diciamo grazie a Renzi, è lui che porta via il bene primario degli italiani”. Sorpresa anche Paola Binetti (Ap), la quale ricorda che “la prima casa costituisce un elemento fondamentale del patrimonio delle famiglie italiane e il fatto che sia aumentato in modo elevato il numero dei pignoramenti registrati in Italia in questi ultimi anni accentua in modo significativo la sensazione di ansia e di precarietà in cui vivono molte famiglie. Sorprende che il Governo per fare parere favorevole alla mozione chieda che venga tolto proprio il primo punto: quello che parla di impignorabilità della prima casa. Ciò in flagrante contraddizione con quanto disposto sia dal decreto-legge ‘del fare’, in cui all’articolo 52 si dice chiaramente che l’agente della riscossione non può dare corso all’espropriazione se la casa è l’unico immobile di proprietà del debitore. E con la sentenza della Corte di cassazione, del 12 settembre 2014, che stabilisce l’impignorabilità da parte di Equitalia e ne estende la validità anche per i procedimenti in corso. Sorprendente- conclude la Parlamentare- quindi il parere del sottosegretario ma essenziale la tutela del diritto dei cittadini alla prima casa”.

 

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