Effettua una nuova ricerca

 

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito
#finsubito news video
#finsubitoagevolazioni
Agevolazioni
Post dalla rete
Vendita Immobili
Zes agevolazioni
   



Con l’approvazione del modello per l’adesione, tutto ormai è quasi pronto (manca ancora lo specifico software) per i potenziali destinatari delle proposte di concordato preventivo biennale. Molti però sollevano dubbi sul successo del nuovo istituto: la prospettiva di un prelievo tributario fondato su una predeterminazione dei redditi propone concrete evidenze sulla sua non attrattività, con il correlato rischio di non veder realizzato quanto previsto dal legislatore sia in termini di adesioni che di gettito fiscale. Se ne parlerà nel corso del XIII Forum One FISCALE, in programma a Milano il 20 marzo 2024.

Il modello dovrà essere presentato congiuntamente al modello ISA, in sede di dichiarazione dei redditi (modello Redditi 2024) e, ovviamente, solo se il contribuente intenderà aderire al concordato preventivo biennale per i periodi di imposta 2024 e 2025.

Diversamente, i contribuenti in regime forfetario potranno accettare il reddito proposto dall’Agenzia delle Entrate direttamente con il modello Redditi 2024, attraverso la compilazione della nuova sezione VI inserita all’interno del quadro LM.

Leggi anche

Manca lo specifico software, ma tutto ormai è quasi pronto per i potenziali destinatari delle proposte di concordato che non sono certo pochi, in ragione del fatto che i previsti “soggetti di minori dimensioni” sono quelli tenuti all’applicazione degli ISA e non è certamente platea di poco conto quella con un fatturato annuo non superiore a 5.164.569 euro.

Concordato preventivo biennale: rischio flop?

In questi mesi, molti stanno sollevando dubbi sul successo del nuovo istituto, in pochi invece hanno già maturato consapevoli negative certezze, poiché la prospettiva di un prelievo tributario fondato su una predeterminazione dei redditi come quella ipotizzata propone non già dubbi, ma concrete evidenze sulla sua non attrattività, con il correlato rischio di non veder realizzato quanto previsto dal legislatore sia in termini di adesioni che di gettito fiscale.

Il nuovo concordato, infatti, punta su un procedimento orientato a elevare a sistema l’ineffettività della capacità contributiva, ma sottovaluta troppo che in questi casi le aspettative dei contribuenti sono quelle di vedersi attestare risultati di stampo condonistico e non vedersi “affibbiare”, in via anticipata e con il solo miraggio di ipotetici regimi premiali, una capacità contributiva presuntiva simile, o addirittura superiore, a quella effettiva.

Quando il Fisco allora decide di “derogare” all’effettività della capacità contributiva, non dovrebbe ignorare che le occasioni di evasione fiscale dei titolari di partita IVA sono state già assai ridotte da molti adempimenti obbligatori e che, quindi, i contribuenti non saranno diffusamente disponibili a vedersi assegnare un reddito da dichiarare a valori predittivi qualora gli stessi risultassero analoghi o similari a quelli effettivi.

Inutile girarci intorno: solo “sconti fiscali”, semmai raggiungibili anche tramite un contraddittorio semplificato di “contrattazione sulla determinazione dei tributi futuri”, ovvero sulla misura del prelievo nel biennio concordato, renderebbero un grande e sicuro appeal al nuovo istituto.

Fuoriuscendo, infatti, dall’ipocrisia è ben noto che questi istituti assicurano reale interesse solo quando si traducono in un condono dissimulato che, istituzionalizzando e rendendo sostanzialmente tollerabili minori dichiarazioni di reddito, le inquadrano in una sorta di rinuncia al gettito fiscale pattizia e preventiva.

Diversamente, invece, non si vede come possa essere incoraggiata l’adesione a questo nuovo concordato introducendo un sistema che, di fatto, sancisce solo una forma d’imposizione presuntiva alla quale, una volta prestata acquiescenza, solo eccezionalmente sarà consentito sottrarsi.

Standardizzazione preventiva dei redditi che sarà quindi prevedibilmente destinata al fallimento se non risultasse particolarmente allettante per i contribuenti cui è destinata.

Al contrario, invece, il concordato preventivo diverrebbe uno strumento valido incentivando adesioni utili a restringere il campo degli accertamenti sui “non aderenti”, ma se agli “aderenti” viene comunque preteso di adempiere ai propri obblighi contabili e dichiarativi anche nei periodi d’imposta oggetto del concordato, viene richiesto di dichiarare redditi concordati analoghi a quelli effettivi e non si garantiscono loro neanche esenzioni realmente “blindate” dagli accertamenti, l’adesione non risulterà certamente incoraggiata.

E a poco sembra poter valere anche quell’avvisaglia del legislatore secondo cui vi sarà “impiego di maggiore capacità operativa per intensificare l’attività di controllo nei confronti dei soggetti che non aderiscono al concordato preventivo biennale o ne decadono”: perché accertare milioni di contribuenti non aderenti al concordato sarà sostanzialmente impossibile.

Già in passato, nonostante offrissero condizioni e garanzie più favorevoli di quelle del nuovo concordato, il concordato sperimentale e la pianificazione fiscale concordata non ebbero fortuna; si ha quindi ragione di temere che nei prossimi mesi sarà ancora proiettato un film dal finale già scritto e che gli unici a festeggiare un accordo preventivo con il Fisco possano essere, ora come allora, solo quei contribuenti che, per effetto di misteriosi flussi dati informatici, vedranno magari assegnarsi redditi da concordare particolarmente vantaggiosi.

A pochi, infatti, sarà sfuggito come ad alcuni contribuenti cui si applicano quegli ISA, sulla base dei quali verranno predisposte le proposte di concordato, a volte gli specifici software attribuiscano elevati punteggi di affidabilità pur essendo conosciuti come contribuenti non particolarmente virtuosi: l’auspicio, quindi, è anche quello di non vedere ridotto il nuovo concordato in una specie di riffa.

banner_rfi_fisc_620X173 jpg

Copyright © – Riproduzione riservata


Per accedere a tutti i contenuti senza limiti abbonati a
IPSOA Quotidiano Premium


1 anno
€ 118,90
(€ 9,90 al mese)


Primi 3 mesi
€ 19,90
poi € 35,90 ogni 3 mesi

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Informativa sui diritti di autore

La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni:  la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.

Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?

Clicca qui

 

 

 

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui

La rete #dessonews è un aggregatore di news e replica gli articoli senza fini di lucro ma con finalità di critica, discussione od insegnamento,

come previsto dall’art. 70 legge sul diritto d’autore e art. 41 della costituzione Italiana. Al termine di ciascun articolo è indicata la provenienza dell’articolo.

Il presente sito contiene link ad altri siti Internet, che non sono sotto il controllo di #adessonews; la pubblicazione dei suddetti link sul presente sito non comporta l’approvazione o l’avallo da parte di #adessonews dei relativi siti e dei loro contenuti; né implica alcuna forma di garanzia da parte di quest’ultima.

L’utente, quindi, riconosce che #adessonews non è responsabile, a titolo meramente esemplificativo, della veridicità, correttezza, completezza, del rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e/o industriale, della legalità e/o di alcun altro aspetto dei suddetti siti Internet, né risponde della loro eventuale contrarietà all’ordine pubblico, al buon costume e/o comunque alla morale. #adessonews, pertanto, non si assume alcuna responsabilità per i link ad altri siti Internet e/o per i contenuti presenti sul sito e/o nei suddetti siti.

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui