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Senza un piano industriale di rilancio e risanamento proiettato fino al 2029, la perdita di bilancio dell’anno 2022 avrebbe potuto segnare la fine dell’Azienda pubblica di servizi alla persona Casa Ascoli. Non si nascondono dietro a giri di parole il presidente del Consiglio di amministrazione, Giancarlo Casotti, nominato alla fine di agosto dell’anno scorso, quando era ormai impossibile invertire la tendenza corrente, e il direttore Antonio Sconosciuto. I debiti accumulati sono cresciuti ancora e la perdita del 2022 si era già aggravata in maniera ulteriore passando dai circa 220mila euro del 2021 agli 874mila euro del 2022. Bilanci che Casotti ha dovuto approvare pur non avendo di fatto messo mano alla gestione che in quei due anni era a carico del commissario nominato dall’amministrazione Persiani, Alessandro Pezzoli. Nella relazione allegata al bilancio Casotti è netto: il commissario durante il suo mandato “non ha provveduto né alla predisposizione né tantomeno all’approvazione del Piano di risanamento che costituiva specifico oggetto dell’incarico”, mettendo all’indice “il comportamento del commissario” che ha “lasciato l’azienda in una fase di conclamata crisi finanziaria e di grave incertezza circa il suo futuro”.

Una perdita di oltre 800mila euro e un debito commerciali verso fornitori ormai assodato oltre i 5,7 milioni di euro per un’azienda che ne fattura circa 3 di milioni, attraverso la struttura di proprietà e la gestione Rsa Pelù, potevano essere il colpo di grazia.

“Oggi invece risorgiamo – sottolinea Casotti – con un piano industriale e risanamento che dovrà essere esaminato dall’amministrazione comunale e dalla Regione ma che ha tutti i crismi tecnici e formali per essere valutato positivamente dalle istituzioni, dai creditori, dai lavoratori e dagli istituti finanziari”. Non ci sono le cifre esatte del Piano, perché prima bisogna chiudere tutte le partite con altri soggetti esterni, ma le linee sono chiare e impostate su poche ma importanti azioni, grazie anche alla consulenza tecnica dello studio di Fabio Bascherini. Un piano che permetterà di aprire un mutuo ipotecario sugli immobili con le banche per pagare il debito. Poi si andrà a una permuta immobiliare con l’azienda sanitaria, che ne è già stata informata “ed è interessata allo scambio”, evidenzia Casotti: la Rsa Pelù passa nella proprietà di Casa Ascoli, l’azienda sanitaria acquisisce l’ex scuola infermieri e il padiglione Bechini al vecchio ospedale oltre a versare un conguaglio che dovrebbe aggirarsi attorno a 1 milione di euro a Casa Ascoli.

Con il mutuo e queste somme si andrà a un accordo transattivo a saldo e stralcio con i principali creditori, fra cui cooperative Compass e Di Vittorio. Poi chiusa la causa al Consiglio di Stato per l’appalto in global service se ne farà uno nuovo, sperando di non incappare in altri contenziosi, così da poter continuare a risparmiare comunque 250mila euro all’anno come avvenuto da marzo a oggi. A oggi opera ancora la cooperativa La Salute perché a fronte della sentenza del Tar è stato fatto un accordo con Compass per lasciare inalterata la situazione in attesa del giudizio di merito fissato al 30 novembre. Nel nuovo appalto Global service, inoltre, sarà previsto l’aumento di 16 posti letto all’interno della Rsa Pelù, così da essere più competitivi. Valorizzazione del personale, altro fattore essenziale. Per le ‘casine’ fuori norma alla Ascoli, la pratica di adeguamento è di fronte alla Soprintendenza e si pensa di recuperare in futuro per Rsd, ossia Residenza sanitaria per disabili, con 8 posti, di cui il territorio è carente.

Francesco Scolaro

 

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