VIGONZA (PADOVA) – A una settimana dal ricovero per la rottura dell’aorta, Giorgio Vinci, ambulante di prodotti ortofrutticoli di Vigonza, molto noto nei principali mercati del Veneziano, è morto. Si è spento così, mercoledì scorso (23 ottobre), a 45 anni, lasciando la moglie Debora Giacomini, sposata 22 anni fa, e le loro figlie Giorgia e Francesca, la madre Maria e i fratelli Raffaele, Gianfranco, Donatella e Roberta, nello sconforto e nel dolore.
Un uomo buono, gentile, a volte istintivo, ma dal cuore grande. Quel cuore che non ha retto allo shock per la rottura dell’aorta e alla vasta emorragia interna che ha compromesso molti organi. Per una settimana, da giovedì 17 ottobre, quando Giorgio si è sentito male, la speranza non si è mai spenta, anche se i medici avevano avvisato la famiglia che la sua vita era appesa a un filo. E quel filo si è spezzato mercoledì.
La tragedia
Giorgio si era sentito male giovedì 17 ottobre, appena sceso dal furgone, poco dopo essere arrivato a casa, al termine di una mattinata di lavoro al mercato insieme alla moglie. «Appena sceso, Giorgio mi ha detto di non sentire le gambe e che non stava bene – racconta Debora -. L’ho visto molto sofferente e mi sono spaventata, così ho contattato un’amica cardiologa alla quale ho spiegato come stava mio marito. Lei ci ha detto di correre, senza perdere tempo, all’ospedale di Padova. Ho chiamato l’ambulanza, che è arrivata subito, e una volta ricoverato al pronto soccorso, l’hanno operato. I medici, che sono stati a dir poco fantastici, ci hanno subito illustrato il quadro clinico, che non era incoraggiante, ma abbiamo sperato tanto in questi giorni. Purtroppo sono sopraggiunte complicazioni e altre emorragie, e mio marito da mercoledì non c’è più».
Originario di Martina Franca, in provincia di Taranto, Giorgio era arrivato in Veneto a 20 anni. La sua macchina si era rotta e un amico che lavorava alla Fincantieri gli aveva proposto di lasciare il panificio e raggiungerlo per lavorare qualche mese, così da racimolare i soldi per ripararla. «Ma Giorgio non è più tornato in Puglia – continua Debora -. È rimasto qui, ci siamo conosciuti e poi sposati. Insieme abbiamo avviato l’attività di vendita ambulante di frutta e verdura».
Il ricordo
«Giorgio era davvero un uomo buono, di carattere, bravo, per bene, mai capace di dire di no – prosegue Debora –, anche se gli costava fatica non riusciva a dire di no se qualcuno gli chiedeva un aiuto. Ed era un grande lavoratore. Il suo tempo libero era per noi, per le figlie, ed era attaccatissimo alla famiglia, alla mamma e ai fratelli, ai cognati e alle cognate. Senza contare tutti gli amici che lo adoravano. E siamo tutti distrutti per quanto successo; sarà dura continuare senza di lui».
I funerali di Giorgio si celebrano oggi, sabato 26 ottobre, alle 9, nella chiesa di Vigonza.
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