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È stato il provvedimento più dibattuto degli ultimi quattro anni. Da quando è entrato in vigore, era il 1° luglio 2020, il Superbonus ha alimentato aspettative e speranze di riqualificazione del vetusto patrimonio immobiliare ma anche preoccupazioni e polemiche tra rappresentanti istituzionali, imprese di costruzioni, tecnici, addetti ai lavori, condòmini e proprietari di villette unifamiliari.

L’utilizzo delle risorse messe a disposizioni dai tre Governi che si sono succeduti – Conte, Draghi e Meloni – se da un lato ha fatto ripartire l’edilizia e più in generale l’economia, frenata dalla pandemia, dall’altro ha zavorrato i conti pubblici dello Stato.

È quanto emerge dal nuovo studio condotto dall’Osservatorio economico Aforisma, diretto dal data analyst Davide Stasi.

Al 31 maggio scorso, in Puglia risultano 27.497 pratiche asseverate mentre il totale degli investimenti è di 5,7 miliardi di euro, 5.676.121.603 per l’esattezza, di cui 5.639.396.205 ammessi a detrazione.

Gli investimenti per lavori già ultimati ammessi a detrazione, pari al 96,8 per cento, ammontano a 5.457.810.501 euro e così a carico dello Stato ci sono già 5.966.821.981 per i cantieri terminati nella sola Puglia. I condomìni interessati sono stati 5.001, il 57% del totale degli investimenti ammessi (3.197.228.414 euro); gli edifici unifamiliari, sono stati 18.173 e corrispondono al 35,7% degli investimenti ammessi (2.015.301.023 euro).

Ci sono anche 4.323 unità immobiliari funzionalmente indipendenti, vale a dire quei fabbricati che dispongono di almeno tre impianti di proprietà esclusiva (tra idrico, elettrico, gas e climatizzazione invernale) e rappresentano il 7,6% degli investimenti (426.866.769 euro).

A livello regionale, così come a livello nazionale, la maxi-agevolazione fiscale sta subendo gli effetti delle strette del Governo. Intanto, si possono già andare a rendicontare gli eccessi e gli sprechi di questo discusso provvedimento. Secondo un recente studio di Bankitalia, “i benefici sono stati inferiori ai costi”.

Il superbonus in Puglia

E c’è da crederci visto che in Puglia, prendendo a riferimento la sola spesa finanziata con i fondi Pnrr, sul totale di 682 milioni di euro, circa la metà (359,5 milioni) sono stati impegnati su 531 condomìni (importo medio di 677.024 euro) e l’altra metà (322,5 milioni di euro) sono stati spesi per 2.210 case indipendenti (importo medio di 145.928 euro).

Così Davide Stasi: “L’analisi consente di evidenziare eccessi e sprechi del Superbonus in Puglia. La maxi-agevolazione era stata introdotta al fine di risollevare l’economia dalla pandemia innescata dal covid-19. Riguardo agli aspetti positivi, si può dire che sia un tema di assoluta centralità la riqualificazione del settore edilizio nell’ambito della transizione ecologica del nostro Paese e della lotta globale al cambiamento climatico, oltre a rappresentare un traino per l’economia, l’occupazione, l’innovazione tecnologica, l’evoluzione delle nostre città. Inoltre, rappresenta una risposta al disagio abitativo e al miglioramento dello stato di salute della popolazione. Ma ci sono spese molto elevate”.

È il caso di una villetta a Racale (Lecce) per la quale sono stati spesi 369.417 euro; a cui seguono una a Galatina (Lecce) per 323.426 euro; a Fasano (Brindisi) 312.836 euro; a Castellana Grotte (Bari) per 312.155 euro; a Foggia 309.756; a Triggiano (Bari) 308.794 euro; a Fasano (Brindisi) 305.540 euro; ad Altamura (Bari) 298.219 euro; a Mola di Bari 289.409; a Villa Castelli (Brindisi) 288.943 euro; a Nardò (Lecce) 286.077; gli altri interventi in ordine decrescente di spesa.

Ben più salato il conto per i condomìni, in considerazione del maggior numero di unità immobiliari: a Bari un solo condominio è costato 7.227.376 euro; un altro a Noci (Bari) 3.435.090 euro; un altro ancora a Bari 3.172.629 euro; a Lecce 3.103.560 euro; a Trani 3.006.154 euro; a Lecce 2.905.187; a Castellaneta (Taranto) 2.880.990 euro; a Turi (Bari) 2.713.096 euro; a Noci (Bari) 2.709.863 euro; a Bari 2.679.163 euro; ad Apricena (Foggia) 2.608.888 euro; Cavallino (Lecce) 2.595.089 euro; a Bari 2.586.697 euro; ad Altamura (Bari) 2.503.793 euro; e a seguire tutti gli altri importi di spesa sotto i due milioni e mezzo di euro.

 

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