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BIMBO AUTISTICO SENZA CURE A CHIETI, SCHAEL SI NEGA. CAOS NAZIONALE: CACCIATA INVIATA MEDIASET | Notizie di cronaca #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


CHIETI – Un direttore generale, Thomas Schael che si nega al telefono, un direttore amministrativo, Giampaolo Grippa, che invita a spegnere le telecamere, e poi chiama la vigilanza.

Così è stata accolta, si fa per dire, negli uffici della direzione della Asl provinciale di Lanciano Vasto Chieti, la giornalista Costanza Castiglioni, inviata della trasmissione di Rete 4 Fuori dal coro, diretta da Mario Giordano, andata in onda mercoledì, in cui si intendeva fare luce sulla mancata presa in carico di un bambino di 2 anni a cui sono stati diagnosticati disturbi dello spettro autistico. Nonostante la stessa neuropsichiatria infantile della Asl chietina aveva raccomandato una terapia urgente, i genitori ancora non riescono a curare loro figlio, perché nessuna delle strutture private convenzionate specializzate hanno posti liberi, e non è possibile nemmeno mettersi in lista.

Ha commentato sconsolato il padre del bambino, costretto ad andare per le vie legali: “dobbiamo arrivare al punto che non sai più dove andare, bussi a tante porte, senza risultati, e alla fine sei costretto a mettere in mezzo un legale, per ottenere un tuo diritto, anzi soprattutto il diritto di un bambino”.

Solo uno dei casi tra i tanti del dramma rappresentato dal bubbone delle liste di attesa, con visite che vengono prenotate anche dopo un anno, negando di fatto il diritto alla salute sancito dalla Costituzione, costringendo, almeno chi se lo può permettere, ad andare a pagamento nelle cliniche private, o rinunciare alle cure. Questo quando  a giugno è stata avviata una inchiesta della Procura di Pescara che poi si è estesa anche a Chieti e Teramo, per ora contro ignoti, e focalizzata sulle “pre-liste di attesa”, considerate “pratica illegale”, con il sequestro di una copiosa documentazione nelle sedi delle Asl, dell’assessorato e del dipartimento alla salute della Regione, che hanno la responsabilità diretta delle liste di attesa e della stessa Asr. I direttori generali hanno sostenuto che  “il tema delle pre-liste o liste di galleggiamento, una metodologia operativa di governo delle liste di attesa ampiamente diffusa su scala nazionale”.

Schael non è la prima volta che finisce alla ribalta delle cronache a seguito di trasmissioni televisive.  È già accaduto con l’Aria che tira di La7: il risoluto dg, confermato ad agosto 2023 dal presidente della Regione, Marco Marsilio, di Fdi e dall’assessore regionale esterno alla Salute, Nicoletta Verì,  ha annunciato la denuncia di un medico dell’ospedale di Chieti, apparso in video con viso coperto e voce camuffata “per timore di conseguenze lavorative”, spiegando di trovarsi nella situazione di “somministrare antibiotici meno efficaci per esigenze di risparmio, tentennando, poi, alla domanda della giornalista se si farebbe curare nell’ospedale in cui lavora”, si riferisce nella trasmissione.

Episodio interpretato come una delle conseguenze del piano di rientro dal deficit della sanità, in una corsa contro il tempo, da parte delle quattro Asl, per ridurre il passivo, entro dicembre, dai 200 milioni tendenziali ai 130 milioni circa. e se si sforerà l’obiettivo del 20% ha stabilito la commissione consiliare congiunta di Bilancio e Sanità, la Regione dovrà prendere provvedimenti, anche quello del commissariamento.

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Schael nel suo piano rivisto e corretto si impegna a mettere in campo risparmi per circa 16 milioni di euro, per far scendere il deficit a 46,8 milioni di euro ai 62 milioni che si registrerebbero senza alcun intervento, ma le cifre potrebbero aver subito variazioni. E la razionalizzazione dell’utilizzo e dell’acquisto dei farmaci è una delle principali misure da adottare.

Marsilio, intervenendo sulla vicenda, pur stigmatizzando e reputando del tutto “false” le affermazioni del medico, ha precisato di aver sconsigliato Schael di presentare denuncia. “Gli avevo fatto presente che questa azione avrebbe scatenato la reazione di stampa e giornalisti, come è regolarmente avvenuto. Il direttore generale, nella sua autonomia, ha ritenuto lesa la sua onorabilità professionale e ha quindi deciso di agire di sua iniziativa”, ha spiegato Marsilio.

Ma torniamo alla trasmissione di Fuori dal coro: al bambino, “con gli occhi grandi e pieno di vita”,  già nei primi mesi di vita è stato diagnosticato un disturbo dell0 spettro autistico, ed è subito iniziato il calvario per i poveri genitori. A seguito di una visita nella neuropsichiatria infantile dell’ospedale di Chieti, e i medici hanno consigliato di mettere subito il bambino in lista per terapie specialistiche, in una delle struttura private accreditate della provincia, per evitare peggioramenti.

Ma nonostante le cure siano state dichiarate urgenti, dalla stessa neuropsichiatria infantile della Asl chietina, Fuori dal coro racconta che i genitori si sono sentiti rispondere che la presa in carico non è possibile, non ci sono posti disponibili, non è possibile nemmeno indicare una data disponibile per iniziare la terapia.

I centri convenzionati interpellati dalla giornalista hanno confermato che c’è un lunghissimo elenco di bambini che attendono, spiegando che la Asl non eroga i soldi. E ha confidato una responsabile anonima di uno dei centri convenzionati: “quello che si dice sulle liste d’attesa è tutto vero, anzi è molto peggio”. Un’altra addetta ha spiegato che c’è comunque sempre la possibilità di pagare la terapia in regime privato. A poterselo permettere economicamente.

L’inviata si è dunque recata nella direzione generale della Asl provinciale chietina, per parlare direttamente con Thomas Schael, ma gli è stato spiegato che il dg era fuori sede e che comunque non c’era l’autorizzazione a rilasciare dichiarazioni.

Inutile provare a contattarlo per telefono. A questo punto il colpo di scena: è spuntato il direttore amministrativo Giampaolo Grippa, chiedendo di spegnere la telecamera. Ha dunque aperto la porta invitando l’inviata ad uscire. Poi è limitato a spiegare che “certe domande vanno poste all’assessorato regionale”, aggiungendo che “ci sono dei budget per le strutture accreditate che eroga la Regione, e in base a quel budget le strutture possono prendere in carico i pazienti. E noi abbiamo esaurito il budget”.

Ha dunque chiamato la vigilanza, davanti alle insistenze della giornalista, che è dovuta andare via.

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