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Conto corrente in pericolo, dal 2 novembre torna il rischio pignoramenti, ripartirà infatti l’attività di riscossione da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Ci sarà tempo fino a martedì prossimo per regolarizzerà la propria posizione con il fisco, effettuando i pagamenti di quelle cartelle esattoriali notificate nel periodo precedente al covid-19.

A ricordare la scadenza è la stessa Agenzia delle Entrate-Riscossione con il comunicato stampa del 28 ottobre 2021.

Tale scadenza è molto importante poichè coloro che non la rispetteranno oltre a perdere i benefici legati al piano di rateizzazione, rischieranno nuovamente il pignoramento del conto corrente.

Si tratta di una scadenza molto importante, perché chi non la rispetterà perderà il diritto alla dilazione e i relativi benefici, pignoramenti compresi.

Insomma si torna sempre di più alla normalità in un periodo in cui l’emergenza sanitaria sembra essere sotto controllo, ma la capacità di produrre reddito da parte degli italiani stà risentendo ancora degli effetti disastrosi causati dal covid-19.

Disoccupati ed inattivi sono ancora molti, ripartire con notifiche e riscossioni di debiti passati forse è ancora prematuro e potrebbe rappresentare un macigno troppo grande per molti contribuenti, figuriamo i danni che potrebbe portare il pignoramento del conto corrente casomai sul quale arrivano mensilmente i soldi dello stipendio.

Conto corrente: fino al 2 novembre per saldare i debiti ed evitare il pigoramento

La scadenza del 2 novembre è anche riferita a quei debiti accumulati durante i mesi di settembre e ottobre.

Per evitare che mettano le mani sul vostro conto corrente e che i soldi vengano pignorati basterà mettersi in regola e saldare le rate concesse dal Decreto Cura Italia n.18/2020 -approvato dall’ex governo Conte e che prevedeva il blocco dell’attività di riscossione da parte dell’Agenzia delle entrate- e dal successivo Decreto fiscale nel quale si possono trovare i termini ed le indicazioni per il pagamento delle cartelle notificate.

Il pagamento dei debiti e delle rate era stato temporaneamente sospeso in merito all’emergenza pandemica, ora però sembra tornato tutto alla normalità ed il 2 novembre chi non vorrà rischiare di vedere il proprio conto corrente pignorato sarà meglio che estinguerà il proprio debito.

Per chi fosse interessato al tema, nel video che segue, tratto dal canale You tube dell’avvocato Angelo Greco, viene portata a conoscenza del pubblico una interessantissima sentenza della cassazione che in pochi conoscono e che costituisce una vera e propria “ghigliottina” per tutti quei pignoramenti dello stipendio o del conto corrente fatti dal fisco italiano. 

Conto corrente: a rischio pignoramento anche stipendi e pensioni

Il rischio pignoramento non riguarderà solo il conto corrente, ma anche su stipendi, pensioni di tutti quei cittadini che avanzano debiti con il Fisco.

A partire dal 2 novembre infatti l’attività di riscossione da parte della Agenzia delle entrate tornerà a lavorare, riprenderanno dunque notifiche e riscossioni, le cartelle che dovranno essere pagate per evitare il rischio pignoramenti sono quelle che erano state temporaneamente sospese subendo una serie di proroghe da parte dell’ex governo Conte e che il Decreto fiscale ha allungato fino ad oggi.

Le rate delle cartelle esattoriali erano infatti state temporaneamente sospese in ragione dell’emergenza, ora però il tempo è finito ed entro il 2 novembre chi non vorrà rischiare il pignoramento del proprio conto corrente dovrà pagare almeno la prima rata.

Conto corrente: come funziona la procedura di pignoramento

Per i malcapitati che dovranno subire la procedura di pignoramento del conto corrente, come avverrà nel concreto?

La procedura è molto semplice anche perchè automatica, ciò significa che nel momento in cui non si proceda ad estinguere il debito entro 60 giorni dalla notifica della cartella, l’Agenzia delle Entrate e  Riscossioni procederà inoltrando una comunicazione presso l’istituto di credito dove è presente i conto bancario del debitore e dopo aver proceduto con il pignoramento invierà una comunicazione all’intestatario.

Rispetto ad anni fa in cui era Equitalia responsabile di tale procedura, il meccanismo ha subito una netta semplificazione, non è infatti più necessario ricorrere a procedimenti giudiziari ciò ha facilitato totalmente il processo di pignoramento.

Come già scritto ad oggi all’Agenzia delle Entrate e Riscossioni  per bloccare conti, pensioni, stipendi basterà un ritardo di 60 giorni sul pagamento di una cartella esattoriale.

Conto corrente: limiti al pignoramento

In tutto questo elenco di cattive notizie c’è ne però una buona, esistono infatti dei limiti al pignoramento del conto corrente.

Il pignoramento è un atto esecutivo che interessa contribuenti, detentori di partita Iva, dipendenti, nessuno è al riparo dai controlli del Fisco. 

E’ ben sapere che nel caso dovesse accadere, non tutti i soldi verranno pignorati, questo perchè la Legge prevede che rimanga libera di essere usata una certa quantità di denaro utile alla sopravvivenza della persona nell’ottica di sostenere le spese quotidiane.

Le tutele maggiori per il quale sono previsti limiti al pignoramento più alti sono rappresentati da lavoratori dipendenti o di un pensionati, questo sempre nel momento in cui l’ammontare del debito rimanga sotto certe cifre.

Passiamo ai numeri che contano,

il limite di pignoramento per quei conti intestati a pensionati o lavoratori dipendenti la legge prevede il limite di indisponibilità per il denaro versato nel conto prima del pignoramento di tre volte l’assegno sociale, (nel 2021 è di 460,28 euro al mese). 

Inoltre per la data successiva al blocco del conto si applicherà una trattenuta di un quinto su stipendio o pensione.

Nel caso di conti cointestati le cose si fanno un pò più complicate.

E’ infatti la sentenza della Corte di Appello di Roma (n. 6123 del 20216) a stabilire i cointestatari vengono inquadrati come debitori solidali solo nel caso il debito contratto sia nei confronti del proprio istituto bancario. 

In tutti gli altri casi il creditore potrà bloccare solo la parte del conto di cui è proprietario il debitore e non potrà bloccare l’intera somma anche  nel caso in cui la cifra debitoria equivalga a quanto contenuto nel conto corrente.

Ciò significa che ipotizzando che il debito sia stato contratto dal marito, la moglie estranea ai fatti potrà liberamente beneficiare della metà dei soldi presenti all’interno del conto corrente mentre l’altra metà risulterà pignorabile.

A rischio pignoramento anche il conto corrente estero

I soggetti che pensano di sfuggire all’azione del Fisco depositando i propri soldi su di un conto corrente estero sono completamente fuori strada.

L’armonizzazione bancaria voluta dall’EBA infatti ha fatto si che si possa subire un’azione di pignoramento anche nel caso in cui il debitore-intestatario di un conto corrente in uno dei paesi dell’Unione Europea- vanti un credito con un soggetto residente a sua volta in un’altra nazione sempre all’interno dell’UE.

E’ di fatto attiva anche in Italia il sequestro conservativo dei rapporti con le banche ed a garanzia dei crediti transfrontalieri. 

Per capirci, il conto corrente aperto in Francia, potrà assolutamente essere pignorato da parte di un creditore italiano, norma che però è valida solo per i debiti civili e commerciali. 

Pignoramento conto corrente: la migliore soluzione è saldare il debito

In base a quanto scritto, per coloro che rischiano un pignoramento, la situazione dovrebbe risultare più chiara.

Il consiglio e la soluzione migliore per non incorrere in sanzioni ancora più gravi è quello di pagare le cartelle esattoriali notificate e saldare così il debito.

Il pagamento potrà essere eseguito on-line tramite modello f24, inoltre l’Agenzia delle Entrate ha previsto-nel caso non si voglia pagare l’intera somma in un’unica soluzione, di poter rateizzare la somma dovuta.

Per usufruire di questa opzione e rendere il pagamento meno gravoso si dovrà entrare direttamente sul sito sul sito dell’Agenzia delle Entrate e andare sulla sezione “Rateizzazione.”.

La procedura va fatta autenticandosi con Spid o Carta di identità elettroni, una volta deciso il piano di rateizzazione verranno emessi direttamente sul sito i bollettini che potranno così essere pagati di mese in mese.

Il pagamento di tali bollettini potrà avvenire oltre che sul sito dell’agenzia, anche presso gli sportelli di Poste Italiane, istituti di bancari o da terminale connessi a circuito Sisal o Lottomatica.

In questa è in assoluto la soluzione più intelligente che ti permetterà di evitare il pignoramento del conto corrente.

Conto corrente: attenzione all’atto di pignoramento!

In quest’ultimo paragrafo voglio condividere con te un punto importante relativo all’atto di pignoramento.

Dal 2 novembre l’Agenzia delle Entrate e Riscossioni riprenderà l’attività di notifica e di riscossione di vecchie e nuove cartelle esattoriali.

Abbiamo anche detto che la miglior soluzione per non incorrere in sanzioni ancor più gravose è rappresentata dal pagare estinguendo così il debito con il Fisco.

Il lavoro svolto dall’Agenzia delle Entrate però spesso risulta poco preciso.

Migliaia risultano essere i contribuenti  che tutti gli anni ricevono notifiche di pignoramento imprecise, in cui non sono presenti dati ed informazioni con l’indicazione del solo importo da pagare.

In questo caso, l’assenza di tali dati non consente una facile individuazione delle cartelle esattoriali sottoposte ad esecuzione forzata.

 

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