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Oggi vi parliamo di pignoramento via pec e di come funziona la notifica dell’esecuzione forzata (scopri le ultime notizie su bonus, Rdc e assegno unico, su Invalidità e Legge 104, sui mutui, sul fisco, sulle offerte di lavoro e i concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Pignoramento via pec: è possibile?

Il ministero della giustizia, con la circolare rivolta agli Uffici Notifiche Esecuzione e Protesti, ha chiarito che l’avvocato mandatario può notificare, anche via Pec, l’avviso d’iscrizione a ruolo del pignoramento al debitore e al terzo pignorato, nell’ambito del pignoramento presso terzi.

Inoltre, è facoltativa la possibilità di procedere anche attraverso l’ufficiale giudiziario.

Parliamo, di un adempimento a carico della parte procedente, introdotto a pena d’inefficacia il 22 giugno dello scorso anno, nell’ambito della riforma del processo civile, e che perfeziona l’intera procedura.

Solitamente, il terzo pignorato è spesso una banca o Poste Italiane: questi intermediari sono tra i primi a preferire la comunicazione via Pec e semplificare la gestione delle posizioni.

Oltre alla notifica via Pec, il legale mandatario, per notificare l’avviso di iscrizione a ruolo, può avvalersi di queste altre due modalità

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Cos’è il pignoramento presso terzi?

Per pignoramento presso terzi ci riferiamo al pignoramento effettuato dal creditore sui crediti che il debitore vanta nei confronti di un terzo o beni mobili di proprietà del debitore, in possesso di un terzo.

I principali pignoramenti presso terzi (articolo 543 del codice di procedura civile) sono:

Per quanto concerne le norme di riferimento del pignoramento presso terzi, queste sono contenute nel Libro III del Codice di procedura civile.

Le norme da prendere in considerazione, più precisamente, sono gli articoli dal 474 al 512 del codice di procedura civile, che contengono i principi generali in materia di esecuzione forzata, applicabili anche al pignoramento presso terzi; e gli articoli 543 e 554 del codice di procedura civile. 

Come inizia il pignoramento presso terzi?

Il pignoramento presso terzi inizia con la notifica al debitore di un titolo esecutivo, che può essere di una sentenza, un decreto ingiuntivo esecutivo, un atto notarile, una cambiale o altro ancora; e dell’atto di precetto, entrambi elementi fondamentali per l’esecuzione.

Il titolo esecutivo è quel documento che contiene l’accertamento del diritto fatto valere in esecuzione da parte del creditore, mentre l’atto di precetto è l’azione con la quale il creditore informa il debitore di adempiere al diritto accertato nel titolo esecutivo, avvertendolo che, semmai non dovesse saldare il debito entro un determinato lasso di tempo, darà luogo all’esecuzione.

Cosa contiene l’atto di pignoramento?

L’atto di pignoramento contiene:

  • la descrizione delle cose o delle le somme che sono dovute; 
  • l’intimazione nei confronti del terzo a non compiere atti di disposizione (se non su espresso ordine del Giudice);
  • la dichiarazione di residenza o l’elezione a domicilio nel comune dove si trova la sede del Tribunale competente;
  • la PEC del creditore.

Sempre l’atto di pignoramento presso terzi deve contenere la citazione del debitore a comparire davanti al giudice e un invito al terzo a comunicare al creditore, entro e non oltre 10 giorni, la dichiarazione di quantità, contenuta nell’articolo 547 del codice di procedura civile, ovvero rivelare quali cose o somme sono in suo possesso e dovrà consegnare al creditore.

La dichiarazione può essere resa anche via Pec, ma se il terzo non adempie all’obbligo, la dichiarazione andrà resa direttamente in udienza. Se questi non dovesse comparire in udienza, il debito che il terzo ha nei confronti del debitore, si presume conforme alla descrizione del creditore.

Pignoramento via pec
Pignoramento via pec: in foto un uomo invia una pec dal suo computer.

Faq sul pignoramento presso terzi

Se il lavoratore viene licenziato, il pignoramento dello stipendio si estingue?

Se un lavoratore ha subito il pignoramento dello stipendio per un debito insoluto e viene licenziato, il pignoramento sulla retribuzione decade, ma si trasferisce automaticamente sul TFR, sempre nella misura di 1/5, ovvero il 20%. Se il debito si estingue grazie al pagamento del 20% del TFR, il debitore sarà completamente libero e il debito sarà estinto. Nel caso in cui il debito sia superiore al 20% del TFR, il debito non si estingue, nel senso che il creditore potrà portare avanti nuove azioni esecutive; ma il pignoramento si interrompe.

È possibile pignorare uno stipendio già pignorato?

L’articolo 493 del codice di procedura civile spiega che un bene, in questo caso lo stipendio, già colpito da pignoramento, possa essere nuovamente pignorato, anche più volte.

La natura del debito fa la differenza. Se il debito contratto è lo stesso, lo stipendio non può essere pignorato più volte nello stesso momento. Soltanto quando il primo creditore verrà saldato, attraverso il pignoramento del quinto dello stipendio, un altro creditore potrà essere soddisfatto e così via tutti gli altri, rispettando un ordine gerarchico che premia il debito più “vecchio”.

Invece, quando i debiti contratti dal lavoratore sono di diversa natura (ad esempio, l’assegno di mantenimento non corrisposto ai figli e all’ex coniuge e una rata del finanziamento non pagata), possono scattare due pignoramenti dello stipendio allo stesso momento.

Si possono pignorare le pensioni di invalidità?

Le pensioni di invalidità come descritto dall’articolo 545 del Codice di procedura civile che prevede l’impignorabilità assoluta per tutte le prestazioni di assistenza perché sono finalizzate a garantire il minimo vitale e a “reintegrare essenziali espressioni di vita menomate dalla malattia”. Nello specifico il Codice civile dispone che “non sono soggetti a pignoramento i crediti aventi ad oggetti sussidi di garanzia o di sostentamento a persona comprese nell’elenco dei poveri, o sussidi dovuti per maternità, malattie e funerali da casse di assicurazione, da enti di assistenza o da istituti di beneficenza”.

Quali sono le pensioni di invalidità civile che possono essere pignorate?

Diversamente dalle pensioni di invalidità civile, che hanno uno scopo assistenziale e non possono essere oggetto di pignoramento, la pensione di inabilità ordinaria e l’assegno ordinario (legge n. 222/1984) possono essere pignorati entro determinati limiti.

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