Una vita complicata fatta di droga, tossicodipendenza e carcere, poi qualcuno gli tende la mano, un appartamento in affitto di edilizia pubblica, un lavoro regolare, ma il passato lo rincorre perché i debiti sono tanti e il rischio di ricadere nell’illegalità è dietro l’angolo. E invece quella di A. è una storia a lieto fine perché grazie a un provvedimento della giudice Alessandra Mirabelli del Tribunale di Bologna avrà la possibilità di vedersi annullare circa 28mila euro di debiti accumulati per multe, tasse, bollette e affitti non
pagati. Debiti che, ha dimostrato l’Associazione Avvocato di strada, non sono stati contratti con dolo o in frode dei creditori.
Nuovo istituto in vigore da un anno
Si chiama «esdebitazione del sovraindebitato incapiente», un nuovo istituto previsto dal Codice della crisi e dell’insolvenza (articolo 268) entrato in vigore un anno fa. A spiegarlo è l’avvocato Pier Paolo Zamboni, volontario dell’associazione Avvocato di strada che ha seguito il caso del 55enne
bolognese: «È un istituto che prevede che il debitore che dimostri di essere meritevole, di non possedere patrimoni per onorare i debiti e di essere rientrato in un percorso di legalità possa avere dallo Stato una
seconda possibilità».
Percorso di pentimento e reinserimento sociale
È quello che è successo al 55enne, afflitto da una tossicodipendenza cronica dal’90, quando aveva solo 25 anni. Una dipendenza che lo ha portato in carcere a scontare una condanna per droga e ad accumulare debiti su debiti in un circolo vizioso al quale sembrava impossibile sottrarsi. E invece proprio durante un periodo di detenzione nel 2007 inizia un percorso di inserimento lavorativo che lo porterà a desiderare di lasciarsi tutto alle spalle. «A. ha mantenuto con stabilità la scelta di vivere in una situazione di legalità, confrontandosi con problemi quotidiani e di sopravvivenza e con le proprie fragilità; si fa carico anche di verificare la situazione debitoria
piuttosto ingente che ha di fatto influito negativamente sul già difficile percorso di reinserimento sociale» scrive il Servizio sociale regionale in una relazione allegata al ricorso curata da Avvocato di strada che per la
prima volta si è trovata ad ottenere un provvedimento simile. Dal 2007 ad oggi, l’uomo è riuscito ad avere e mantenere un alloggio di edilizia pubblico e diversi contratti di lavoro a tempo determinato, ora diventato stabile, presso una cooperativa sociale.
Una seconda possibilità
Nella documentazione prodotta dal legale Zamboni, si attesta anche come il ricorrente abbia cercato negli anni di onorare i debiti con cessioni del quinto e rateizzazioni ma le entrate (840 euro netti) sono appena sufficienti per soddisfare i bisogni primari. Per questo la giudice ha accolto il ricorso che sostanzialmente tira una riga tra il passato e il futuro del 55enne. Una seconda opportunità che nella vita non a tutti è dato avere. Come prevede la legge, è stato nominato un gestore della crisi che per i prossimi 4 anni dovrà valutare la situazione reddituale dell’uomo e, nel caso ci fossero «utilità rilevanti», iniziare a pagare i creditori. In caso contrario tra 4 anni il passato di A. non potrà più bussare alla sua porta e lui potrà continuare la sua nuova vita. I creditori, c’è da evidenziare, sono enti pubblici, banche o società di finanziamento, comunque non semplici cittadini privati che potrebbero a loro volta trovarsi in difficoltà vedendosi cancellare i crediti vantati. «All’interno delle procedure di sovraindebitamento – spiega l’avvocato Zamboni – esistono altri istituti per aiutare persone o imprenditori in crisi a risolvere i propri debiti, purtroppo però in pochi le conoscono. Quando questa persona ha appreso della decisione del giudice ha pianto per il sollievo, per loro è come togliersi un tumore e allo Stato conviene offrire a un cittadino una seconda possibilità piuttosto che avere una persona indebitata per tutta la vita»
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