Il gestori di alloggi di tutta Italia ci hanno sperato fino all’ultimo e il rinvio è arrivato. Scatta la proroga per il Codice identificativo nazionale (Cin) per gli affitti brevi: gli obblighi slittano al primo gennaio del 2025.
«Per garantire una transizione più efficace e supportare le imprese nel passaggio alle nuove disposizioni, il ministero ha prorogato i termini per l’adeguamento fino a gennaio 2025, anche al fine di evitare di incorre in sanzioni come previsto dalla riforma. Ancora una volta questo Governo porta avanti le proprie azioni ascoltando il settore e venendo incontro alle sue esigenze», ha annunciato la ministra del Turismo Daniela Santanchè.
LA PROCEDURA
«Con riferimento alla procedura per la richiesta e l’attribuzione del codice identificativo nazionale, in considerazione della finalità della Banca Dati delle Strutture Ricettive», spiega il ministero, «volta in particolare ad assicurare la tutela della concorrenza e della trasparenza del mercato, la sicurezza del territorio e il contrasto a forme irregolari di ospitalità e visto l’obiettivo di garantire sia il buon funzionamento dell’innovativo sistema di interoperabilità tra banche dati, sia l’affidabilità e la sicurezza dei portali telematici sui quali vengono pubblicati gli annunci, è emersa l’opportunità di uniformare il termine entro cui i soggetti interessati hanno l’obbligo di munirsi del Cin che deve, pertanto, intendersi fissato nella data del 1° gennaio 2025, pena l’applicazione delle sanzioni previste dalla citata norma». Non solo.
«L’individuazione di un termine unico è finalizzata altresì a garantire uniformità di trattamento nei confronti degli utenti finali della Bdsr, ovverosia i titolari di strutture ricettive e di unità immobiliari ad uso abitativo offerti in locazione tenuti all’acquisizione del Cin», ha spiegato lo stesso ministero, «L’uniformità del termine consente, inoltre, di agevolare le attività proprie dei gestori dei portali telematici, anche nell’ottica di un coordinamento, sin da ora, con le previsioni» della normativa europea relativa «alla raccolta e alla condivisione dei dati riguardanti i servizi di locazione di alloggi a breve termine, a norma del quale «i locatori, quando offrono i propri servizi di locazione di alloggi a breve termine tramite una piattaforma online di locazione a breve termine, sono tenuti a dichiarare alla piattaforma online di locazione a breve termine se l’unità offerta è soggetta a una procedura di registrazione e, in caso affermativo, a fornire il numero di registrazione».
IL SISTEMA ANTI-FRODE
«Le piattaforme online di locazione a breve termine, difatti, costituiscono il canale principale per offrire servizi di locazione di alloggi a breve termine ed è necessario che sia garantito un ambiente online sicuro, prevedibile e affidabile, per proteggere i consumatori, assicurare la concorrenza leale e contribuire alla lotta contro le frodi», ha continuato il Mitur, «in tal senso, per l’appunto, «le piattaforme online di locazione a breve termine dovrebbero garantire che i servizi non siano offerti qualora non sia stato fornito alcun numero di registrazione, nei casi in cui un locatore dichiara che tale numero di registrazione è applicabile, e che, qualora sia stato fornito un numero di registrazione, tale numero di registrazione sia indicato».
Le reazioni
Il plauso inevitabile e l’apprezzamento da parte di tutto il settore. «Apprezziamo che sia stata accolta la nostra richiesta di proroga dei termini per l’adeguamento fino a gennaio 2025 per i gestori di strutture e locatori di immobili in locazione breve che hanno riscontrato difficoltà di ottenimento dei Cin a causa di problematiche relative alle procedure di rilascio sulla piattaforma Banca Dati Strutture Ricettive (Bdsr), in un clima di continua e proficua collaborazione con il ministero del Turismo», ha commentato il presidente Aigo Confesercenti Claudio Cuomo che sottolinea la necessità di avere «l’unico strumento efficace per garantire la trasparenza del settore e favorire il contrasto a fenomeni di abusivismo, anche e soprattutto nell’ambito delle attività offerte tramite Ota – le online travel agencies come Booking, Airbnb, Expedia.
Sono invece ancora troppe le segnalazione da parte di titolari di strutture che evidenziano difficoltà, in molte Regioni, con anomalie nell’attribuzione del Cin a causa di problemi nella fase di interscambio delle informazioni tra le Banche Dati regionali e la Banca Dati nazionale. Il rinvio è una decisione di «buon senso» anche per il presidente nazionale Abbac Agostino Ingenito: «Con l’introduzione obbligatoria del Cin ci si proietta verso un’ulteriore e più qualitativa offerta ricettiva. Ricordo inoltre che con l’adeguamento alla direttiva Europea Dac7 e l’obbligo ai portali online di prenotazione a fare da sostituto di imposta, si perfeziona un modello unico nel suo genere in Europa, passando tra i settori più monitorati e controllati»
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