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Parcheggio interrato di piazza Carlo di Borbone, il Comune di Caserta si oppone all’ennesimo pignoramento della Sace Industrie per l’Ambiente srl in liquidazione. Tra le parti si prevede dunque un nuovo braccio di ferro giudiziario che si protrae ormai dal 2007.

Tutto ha avuto inizio infatti con l’atto numero 758 del 2007 con il quale il giudice unico del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha riconosciuto il credito vantato dalla Sace (la società ha gestito a lungo la raccolta dei rifiuti in città) nei confronti del Comune e imposto all’Ente il pagamento di 4.906.571,76 euro, oltre interessi e oneri. L’Ente tuttavia versò soltanto una parte della somma, restando debitore per circa 2.534.631,78 euro. Importo quest’ultimo che secondo il Comune – che nel frattempo con delibera di consiglio comunale numero 28 del 23 aprile 2018 aveva dichiarato il dissesto – sarebbe stato di competenza dell’Osl. Da qui l’opposizione al precetto. Da sottolineare che la Sace vanta un ulteriore credito di circa 43milioni di euro, questo sì riconosciuto dall’Osl anche se dimezzato e mai versato.

Intanto in seguito all’opposizione del Comune, la Sace – nella speranza di recuperare il suo credito – ha continuato a proporre, a partire dal 2022, altri pignoramenti nei confronti del patrimonio immobiliare comunale. Tra questi il parcheggio dell’ex caserma Pollio in via Vittorio Veneto e persino lo stadio Pinto in viale delle Medaglie d’oro. In alcuni casi la procedura si è estinta senza che si arrivasse all’udienza, in altri casi è stata la stessa società a decidere di rinunciare all’esecuzione per non gravare la procedura di ulteriori oneri che avrebbero aumentato l’entità del debito del Comune.

Rinunce che avevano lasciato intendere la possibilità di una transazione. Almeno fino allo scorso 9 maggio quando la Sace ha deciso di notificare un nuovo atto di pignoramento immobiliare relativo al parcheggio sotterraneo di piazza Carlo di Borbone, già oggetto di proposta di espropriazione nel dicembre del 2022 cui aveva fatto seguito una rinuncia alla procedura espropriativa immobiliare.

Si tratta di una infrastruttura che ospita circa 950 posti auto, realizzata e gestita sin dagli anni Novanta dal consorzio Cogein che fa parte dello stesso gruppo societario della Sace. Il parcheggio è finito sotto i riflettori nelle ultime settimane per una ordinanza di sgombero da parte dell’amministrazione comunale che il 3 maggio scorso intimava al consorzio di liberare l’area entro il 18 maggio in virtù dell’annullamento, effettuato nel 2012, dell’atto della concessione e della decadenza della convenzione siglata negli anni Novanta. Un atto contestato però dal concessionario che si è sempre definito parte lesa e ha accusato l’Ente di inadempienza amministrativa per non aver perfezionato gli atti relativi alla convenzione. Ne è derivato un lungo contenzioso giudiziario che ha visto il consorzio soccombere in tutti i gradi di giudizio.

Da qui l’ordinanza di sgombero del 3 maggio, impugnata da Cogein dinanzi al Tar Campania che ha accolto la richiesta di sospensiva e fissato l’udienza per il prossimo 24 maggio. In quella sede il giudice deciderà se confermare oppure no la sospensione dello sgombero. Qualora lo sgombero fosse confermato, il Comune dovrà trovare una soluzione per scongiurare la chiusura del parcheggio nelle more dell’aggiudicazione del nuovo bando di gara. Privare la città di quasi mille posti auto in una fase in cui l’adiacente parcheggio dell’ex caserma Pollio è ancora off-limits mentre l’altrodi piazza IV novembre è in attesa dell’avvio dei lavori di restyling, potrebbe innescare infatti notevoli disagi.
 

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