Olbia. «Dovreste andarvene prima dell’estate». No, non è il ritornello di una canzone riprodotta da un disco rotto, ma è un vero e proprio tormentone: è la risposta più gettonata che famiglie e lavoratori in cerca di una casa in affitto a Olbia si sentono dare da mesi e che sottolinea la volontà dei proprietari di destinarla ai turisti. Una volontà che ora sta mietendo nuove vittime: gli studenti universitari, arrivati in città attratti da un’allettante offerta formativa. Oltre a economia del turismo, la cui presenza è ormai ventennale, sono infatti state inaugurate la triennale in scienze infermieristiche e la triennale in ingegneria navale. Due indirizzi che, stando ai dati forniti da UniOlbia, hanno registrato il numero massimo degli iscritti e delle richieste di ammissione. Desiderosi di accedere a questi corsi di laurea, dunque, diplomati e laureati, sono arrivati da diverse parti della regione, della penisola e di Europa, portando con sé sia la necessità di avere un alloggio dignitoso sia quella di usufruire di servizi di trasporto adeguati.
L’alloggio è stato senz’altro il primo scoglio da superare. Molti studenti hanno faticato a trovarlo. O meglio, hanno faticato a sottostare a determinate condizioni. La prima, la più originale, era di essere donna: «Molto spesso – racconta Samuel Bagatti, studente di ingegneria navale – mi sono sentito dire che non affittavano a studenti o professori uomini, quindi mi hanno escluso». Le altre condizioni proposte – queste a sostegno della parità di genere – erano prezzi molto alti, l’assenza di un contratto o l’affitto con scadenza. Le cifre richieste si aggiravano mediamente intorno ai 350 euro al mese a stanza, spese escluse e in nero: un aspetto, quest’ultimo, che, di fatto, nega agli studenti e alle loro famiglie delle agevolazioni future, come, per esempio, un eventuale rimborso. Inoltre, la possibilità di alloggio veniva, appunto, revocata ad aprile o a maggio, nel migliore dei casi a giugno, nel bel mezzo delle lezioni del secondo semestre o comunque prima della fine della sessione degli esami che, normalmente, termina a luglio. Un ostacolo che Luigi Ecca, anche lui studente di ingegneria navale, aveva pure pensato di aggirare facendo il pendolare da Oristano: «Ho abbandonato subito la disperata idea. Non disponendo di un’auto personale, appoggiandomi ai treni, non sarei mai riuscito a frequentare».
Un’altra questione posta da diversi studenti riguarda l’inadeguatezza dei trasporti, carenti e quasi totalmente assenti durante il fine settimana. Gli studenti di ingegneria navale, invece, hanno segnalato problemi anche durante la settimana: le corse disponibili in pausa pranzo, per esempio, sarebbero insufficienti per andare e tornare dal Geovillage, dove molti di loro hanno scelto di alloggiare, insieme agli studenti delle altre facoltà. Lì, negli alloggi messi a disposizione dal Cipnes Gallura, vigono delle regole precise, diverse da quelle di un’abitazione comune, che gli studenti accettano stipulando un contratto. E proprio il Cipnes, attraverso il presidente Aldo Carta, rassicura su diversi fronti: «Oggi stesso incontrerò una delegazione di studenti per sentire tutte le criticità. Innanzitutto, visto l’aumento esponenziale di fruitori, faremo una nuova valutazione anche sugli spazi comuni, come l’area mensa e ricreativa. In secondo luogo, stiamo già lavorando per rimodulare il servizio trasporti alla nuova numerica. Con l’Aspo non ci sono problemi». A confermarlo è anche il direttore del servizio di trasporto pubblico olbiese, Massimo Putzu: «Siamo a lavoro con la Regione per adeguare i servizi alle nuove esigenze». Aldo Carta si è detto ottimista anche sul numero di stanze per il prossimo anno accademico: «Per il 2025/2026 – conclude – contiamo anche di dare alloggio ad almeno 90 studenti».
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