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Ieri giovedì 23 maggio il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha risposto in Senato all’interrogazione 3-01163 sul sostegno all’installazione di impianti fotovoltaici per i nuclei familiari disagiati.

Nell’illustrazione, il senatore Antonio Salvatore Trevisi (M5S) ha ricordato che “con la delibera CIPE n. 7 del 17 marzo 2020 il Governo Conte ha stanziato 200 milioni di euro per l’istituzione di un fondo denominato Fondo nazionale per il reddito energetico, destinato prioritariamente a famiglie in condizioni di disagio economico, con l’obiettivo di sostenere il loro autoconsumo di energia mediante l’installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili.

Precedentemente alla suddetta delibera CIPE, il reddito energetico è stato oggetto anche di leggi regionali. La prima è stata la legge della Regione Puglia n. 42 del 9 agosto 2019, a mia prima firma – all’epoca ero consigliere regionale – con la quale si prevedeva l’installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili sulle abitazioni di persone disagiate come misura per alimentare centinaia di impianti a favore di altrettante famiglie, dimostrando così che questa misura era concreta e che il reddito energetico funzionava e poteva rappresentare da subito, soprattutto mediante l’energia solare, ampiamente disponibile in tutti i territori del nostro Paese, una misura per alimentare tutte le famiglie, ma anche le imprese, dal punto di vista sia economico sia ambientale.

Nei primi giorni di questa legislatura, uno dei disegni di legge che tutti noi senatori del Movimento 5 Stelle abbiamo voluto presentare proprio per estendere il reddito energetico a tutte le Regioni d’Italia è stato l’Atto Senato 334. Tale disegno di legge del MoVimento 5 Stelle sul reddito energetico nazionale è stato, in un primo momento, posto all’esame in Commissione ambiente. Successivamente è stato considerato superato, poiché, in data 8 agosto 2023, è stato pubblicato un decreto del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica volto proprio a disciplinare il Fondo nazionale del reddito energetico.

Grazie appunto ai 200 milioni stanziati precedentemente dal Governo Conte 2, i nuclei familiari in condizioni di disagio economico potranno utilizzare l’energia prodotta per l’autoconsumo, abbattendo così i costi delle proprie bollette. L’articolo 3 del decreto ministeriale dell’8 agosto 2023, al comma 1, lettere b) e c), prevede: la realizzazione di una piattaforma informatica digitale per l’acquisizione delle istanze di accesso alle agevolazioni previste dal reddito energetico nazionale e per la rendicontazione e il monitoraggio dei risultati. Inoltre, prevede la pubblicazione dei bandi per la presentazione delle istanze di accesso alle agevolazioni.

Ad oggi, queste disposizioni non sono state ancora realizzate. Si chiede, pertanto, di conoscere la tempistica entro cui saranno adottate le misure di cui all’articolo 3, lettere b) e c), del decreto ministeriale”.

Pichetto: “Entro questa settimana l’adozione del regolamento del Fondo”

Nella risposta, il Ministro Pichetto Fratin ha ricordato che “con il decreto ministeriale 8 agosto 2023, citato dall’interrogante nella sua relazione iniziale, è stato istituito il Fondo nazionale reddito energetico come misura destinata ad agevolare la realizzazione di impianti fotovoltaici per l’autoconsumo al servizio di unità immobiliari di tipo residenziale nella disponibilità dei nuclei familiari in condizioni di disagio economico.

In merito alle tempistiche di emanazione del regolamento del Fondo, volto a disciplinare l’operatività dello stesso, l’adozione dello stesso da parte del Dipartimento competente è prevista entro questa settimana. Il regolamento disciplina nel dettaglio i requisiti soggettivi degli utenti beneficiari e dei soggetti realizzatori degli impianti, nonché quelli specifici relativi agli impianti fotovoltaici, concernenti, ad esempio, i componenti di nuova realizzazione, i servizi accessori e di monitoraggio, la manutenzione nel corso della vita utile.

Il regolamento definisce, altresì, la modalità di accesso ai contributi in conto capitale e le relative tempistiche di erogazione a seguito della connessione dell’impianto sul punto del consumo, nonché le modalità di funzionamento del Fondo di natura rotativa.

Nella prima decade di giugno il GSE aprirà un portale per censire a livello territoriale i vari soggetti realizzatori, mentre, nella seconda metà di giugno, la sezione dedicata all’acquisizione della gestione delle istanze da parte dei soggetti beneficiari.

Si ritiene che, entro la fine di giugno 2024, la misura sarà completamente operativa con una dotazione di 100 milioni. Nel 2025 saranno resi disponibili ulteriori 100 milioni maggiorati dai proventi di vendita dell’energia prodotta e non autoconsumata, che il GSE acquista gratuitamente, valorizza sul mercato, riversando nelle casse del Fondo i relativi profitti.

Signor Presidente, mi sia permesso di fare una considerazione finale che riguarda i tempi. Vi sono stati dei dubbi in merito all’eventuale necessità di notifica o meno in Commissione, e quindi con l’interlocuzione con la Commissione, che hanno consumato molti mesi”, ha concluso il titolare del MASE.

La replica del senatore Trevisi

Signor Ministro, io non sono soddisfatto e le spiego perché”, ha replicato il senatore Trevisi. “Già per le comunità energetiche io avevo presentato un’interrogazione e lei mi aveva dato dei tempi, che poi non sono stati rispettati. Infatti, ogni mese dovevano uscire i decreti attuativi sulle comunità energetiche e poi è passato un anno.

Io mi auguro, dunque, di essere smentito e che i tempi che lei oggi ha citato siano effettivamente rispettati, anche perché si tratta di una misura fondamentale per il nostro Paese. Oggi l’energia rinnovabile è quella che ha il prezzo minore di tutte le fonti energetiche nel nostro Paese, nonché quella meno inquinante. Non lo dico io, ma lo dicono i principali operatori del settore e lo hanno detto anche nella nostra Commissione.

Abbiamo l’opportunità di moltiplicare almeno cinque o sei volte l’investimento fatto. Quindi, cosa fa il reddito energetico? Utilizza le superfici dei cittadini per fare gli impianti fotovoltaici. Quindi, i cittadini danno allo Stato il diritto di superficie, che rimane di proprietà dei cittadini e anche delle imprese e per questo le chiedo di estendere questa misura anche alle imprese. E i cittadini beneficiano dell’autoconsumo, cioè tutta l’energia che riescono a consumare è loro. L’energia invece in eccedenza, quella che non riescono a utilizzare, la valorizza lo Stato, alimentando così il Fondo. In questo modo ci guadagnano sia i cittadini sia lo Stato, con un incasso per tutti. È una misura win-win, nel senso che ci guadagnano tutti. Perché allora oggi dobbiamo discutere su dove fare le fonti rinnovabili, quando possiamo solarizzare tutti i tetti delle famiglie, delle imprese, i parcheggi, le barriere dell’autostrada e così via?

Abbiamo delle superfici immense, già antropizzate, che possiamo utilizzare; dall’energia del sole, che è democratica e viene data a tutti i cittadini e a tutte le imprese ogni giorno, possiamo ricavare soldi sia per lo Stato che per i cittadini, senza andare a comprare energia fossile inquinante da Paesi spesso belligeranti.

Mi auguro che ci sia veramente questo impegno e che i tempi siano rispettati, perché questa misura – noi abbiamo voluto da sempre, in Regione Puglia e anche con il Governo Conte, stanziando 200 milioni – è solo all’inizio, ma secondo me ha delle potenzialità enormi, per cui è la prima misura da cui dobbiamo partire per solarizzare il nostro Paese”.

Leggi anche: “Fotovoltaico in autoconsumo, in Gazzetta il decreto sul Fondo nazionale reddito energetico

 

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