Entra nel vivo la discussione sul decreto cosiddetto “Salva-casa”, che deve essere convertito in legge. Sono diversi gli emendamenti presentati al testo. Finora sono previsti piccoli abusi edilizi sanabili con più facilità e interventi in casa per cui non servirà più alcun titolo abilitativo, permesso e/o comunicazione. Ma potrebbero arrivare novità anche sullo stato legittimo e per i cambi di destinazione d’uso, oltre che ulteriori semplificazioni per l’edilizia libera, l’utilizzo di sottotetti e locali interrati e le tolleranze. Al testo, in esame nella commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera, sono stati presentati oltre 500 emendamenti. Una parte di essi sono stati ‘segnalati’ e dovrebbero avere più chances di essere approvati. Vediamo nel dettaglio cosa prevedono.
Il recupero dei sottotetti
Innanzitutto tra le modifiche si propone di permettere il recupero dei sottotetti anche se le dimensioni del lotto di pertinenza non permettono il rispetto delle distanze minime tra edifici e confini. E ancora: l’estensione ai “porticati rientranti all’interno dell’edificio” nella norma che consente di chiuderli con vetrate panoramiche in regime di edilizia libera è messa in crisi da due emendamenti che propongono di escludere i porticati gravati da diritti di uso pubblico o da servitù di uso pubblico, ma anche i porticati che si trovano nei fronti esterni dell’edificio prospicenti la viabilità pubblica o altri spazi pubblici.
Le novità sullo stato legittimo
Si propone poi di cambiare lo stato l’egittimo dell’immobile e di permettere che sia stabilito anche dai titoli edilizi in sanatoria, rilasciati a seguito di istanza di condono edilizio, o dalle tolleranze costruttive ed esecutive, o dalla regolarizzazione delle difformità che segue al pagamento delle sanzioni pecuniarie, attestato dal tecnico abilitato.
Altri documenti idonei ad attestare lo stato legittimo degli immobili costruiti prima del 1977 potrebbero essere le planimetrie catastali di primo impianto. Per le varianti realizzate in sede di realizzazione degli immobili prima del 1977, sono proposte forme semplificate di regolarizzazione delle parziali difformità. E ancora: potrebbe essere consentito l’utilizzo per per servizi alla clientela e complementari alle attività ricettivo-alberghiere, dei locali interrati e seminterrati di fabbricati destinati ad attività ricettivo-alberghiere, ma solo se c’è la Scia.
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L’agibilità dell’immobile
Altri emendamenti propongono diverse modifiche alle caratteristiche delle installazioni che il Salva Casa ha semplificato: tende da sole, tende da esterno, tende a pergola con telo retrattile. Chiedono quindi di aggiungere: le pergole coperte da elementi di vetro e le finestre per tetti. Si chiede quindi di disporre che lo stato legittimo dell’immobile possa essere stabilito anche dal certificato di abitabilità o di agibilità dell’immobile, rilasciato all’esito di un procedimento che serve per verificare l’esistenza del titolo abilitativo che ne ha previsto la costruzione o che l’ha legittimata, integrati con gli eventuali titoli successivi che hanno abilitato interventi parziali.
I cambi di destinazione d’uso
Altre proposte intervengono sulle norme relative ai cambi di destinazione d’uso: quelle della maggioranza propongono di rendere ancora più facile i passaggi e le procedure.
E ancora: si punta a ridurre il perimetro delle variazioni essenziali, al fine di allargare quello delle difformità parziali per le quali è consentito l’accertamento di conformità semplificato e, di conseguenza, l’ottenimento della sanatoria edilizia del Salva-Casa. Ci sono quindi emendamenti che chiedono di elevare dal doppio al triplo dell’aumento del valore venale dell’immobile conseguente alla realizzazione degli interventi, la sanzione applicata a chi chiede la sanatoria.
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Aumentare le tolleranze
Dalla maggioranza arriva anche la richiesta di considerare legittime le tolleranze fino al 10% negli edifici costruiti prima del 1985. La Lega chiede di arrivare al 15% per unità immobiliari destinate ad abitazione principale se l’ampliamento è dovuto alla nascita di figli. E ancora, la maggioranza chiede di ricomprendere nelle tolleranze anche la forma e dimensione delle aperture interne ed esterne.
Arriva invece da Fratelli d’Italia la proposta di non demolire le opere edilizie eseguite in parziale difformità su edifici costruiti prima del 1977, ma di consentirne la regolarizzazione attraverso il pagamento di una multa da 250 a 25mila euro e la presentazione di una Scia in sanatoria che garantisca l’ottenimento dell’agibilità anche senza l’osservanza dei parametri urbanistici ed edilizi.
Sono poi numerose le proposte emendative che estendono le casistiche e semplificano ulteriormente i requisiti richiesti per ottenere il permesso di costruire in sanatoria. Da Fratelli d’Italia arriva la proposta di consentire agli immobili realizzati in assenza di permesso di costruire, in totale difformità o con variazioni essenziali, in assenza di Scia o in totale difformità da essa, di ottenere il permesso in sanatoria a condizione che l’intervento sia conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente al momento della presentazione della domanda.
Sempre della maggioranza è la proposta di consentire l’ottenimento del permesso in sanatoria per le opere realizzate prima del 24 maggio 2024, rientranti nella tipologia di servizi e/o pertinenze dell’abitazione principale la cui superficie non superi il 25% della stessa abitazione e che non hanno un valore autonomo rispetto all’abitazione.
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