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Polizze obbligatorie, che catastrofe! – Economy Magazine #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


Il climate change presenta il conto, facendo impennare i danni da catastrofe naturale in tutto il mondo: l’anno scorso hanno superato i 100 miliardi di dollari, e quest’anno sono in crescita ulteriore, stimati a a 120 miliardi a metà settembre. E in Italia la fragilità del territorio, confermata una volta di più dalla nuova alluvione dello scorso 19 settembre in Emilia-Romagna, non fa che amplificare il fenomeno, con danni per oltre 6 miliardi di euro nel 2023. Un problema enorme cui se ne somma un altro: solo il 5% delle imprese, infatti, è assicurato contro i rischi da terremoto e alluvione. Considerando tutti i principali cataclismi naturali che minacciano l’Europa (inclusi maremoti, incendi e tempeste), l’ammontare assicurato è di appena un dodicesimo del rischio, il che ci pone al penultimo posto nel Vecchio Continente, dove fa peggio solo la Grecia. Per questo il governo ha cercato di correre ai ripari, introducendo con la legge di Bilancio 2024 l’obbligo assicurativo per tutte le imprese con sede legale o stabile organizzazione in Italia, relativamente ai danni causati da calamità naturali ed eventi catastrofali a terreni, fabbricati, impianti, macchinari e attrezzature industriali e commerciali, iscritti a bilancio. Anche perché il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, è stato chiaro: «è finito il tempo in cui lo Stato poteva erogare risorse per tutti e per sempre».
L’obbligo dovrebbe entrare in vigore il primo gennaio 2025, ma il condizionale è più che d’obbligo. Lo scorso 23 settembre, infatti, a Palazzo Piacentini è stato presentato alle associazioni delle categorie produttive lo schema di decreto interministeriale che deve precisare i confini della misura. «Questo decreto segna un passo importante verso la messa in sicurezza del nostro sistema produttivo», ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. «In un contesto caratterizzato da eventi catastrofali sempre più frequenti, l’introduzione dell’obbligo di assicurazione consentirà alle nostre imprese di tutelare al meglio sia la produzione che l’occupazione». Ma le imprese hanno risposto con un fuoco di sbarramento, anche perché in caso di mancata copertura assicurativa non sono previste sanzioni, ma se ne terrebbe conto in sede di erogazione di contributi, sovvenzioni, agevolazioni, inclusi quelli connessi ad eventi calamitosi e catastrofali – dovrebbero rientrare anche le garanzie sui prestiti bancari, ossigeno per tante Pmi. Le organizzazioni dell’artigianato Cna, Confartigianato e Casartigiani, hanno così chiesto al governo più tempo per adeguarsi alle nuove norme. «La proroga è necessaria per definire le linee contenute nella Legge di Bilancio per il 2024 e colmare le incertezze del testo, nonché per mettere le imprese nelle condizioni di sottoscrivere in piena consapevolezza polizze efficaci a costi che tengano effettivamente conto del principio di mutualità del rischio», ha evidenziato Claudio Giovine, direttore della divisione Economica e Sociale della Cna, a nome anche di Confartigianato e di Casartigiani. «A tal fine vanno stabilite condizioni di polizza a cui le compagnie di assicurazione devono attenersi nel determinare le coperture e nel fissare il premio». In occasione dell’audizione sul Ddl Concorrenza, le tre sigle hanno in seguito evidenziato la necessità di «rendere più trasparente il mercato delle polizze obbligatorie per le imprese contro i rischi catastrofali prevedendo l’istituzione di un portale presso l’Ivass per comparare in modo gratuito, terzo e trasparente le polizze presenti sul mercato». «Un’altra lacuna da colmare è rappresentata dalla tipologia di manifestazioni catastrofali. Si parla di inondazioni, esondazioni, frane e terremoti. Ma oggi sono sempre più frequenti fenomeni come le grandinate, i colpi di vento, le trombe d’aria, le mareggiate che in un ambito di copertura assicurativa obbligatoria non possono essere lasciati fuori» ha aggiunto Giovine. Anche il consigliere Ivass Riccardo Cesari, a un convegno di Assiprovider, ha sottolineato che «i rischi catastrofali coperti sono essenzialmente di tre tipi: sismi, alluvioni e frane. Si noti che sono escluse, tra l’altro, la grandine, le tempeste di vento, gli eventi convettivi».

Giovanni Baroni

Su una simile lunghezza d’onda le imprese manifatturiere. «Sulle polizze, stiamo dialogando col ministro Giorgetti» ha affermato il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, «stiamo dicendo che potrebbe diventare un grande problema, perché potrebbe accadere che, nei territori dove ci sono problemi, gli industriali non investano più. Vuol dire desertificare pezzi del territorio e non ce lo possiamo permettere. Bisogna fare iniziative molto serie, sedersi al tavolo e trovare soluzioni, dobbiamo fare in modo che le alluvioni non ci siano e che le strutture siano adeguate a essere forti in caso di terremoti».
«Per l’obbligo di assicurarsi contro il rischio clima ci vuole più tempo» ha ribadito il presidente di Piccola Industria di Confindustria Giovanni Baroni. «Non c’è ancora un decreto e non c’è una visione chiara, invece sono chiare le conseguenze della mancata assicurazione che è di non potere accedere alle agevolazioni. Per contro siamo tutti d’accordo che la prevenzione e la continuità aziendale siano centrali e l’aspetto assicurativo importante, ma è solo l’ultimo tassello di un percorso: c’è ancora molta strada da fare e serve chiarezza, anche alla luce della mancanza di conoscenza su cosa sarà incluso od escluso nel testo del decreto interministeriale Mimit-Mef». Secondo Francesca Brunori, Direttore area credito di Confindustria, una proroga è nei fatti, visti i tempi stretti e il fatto che le imprese, soprattutto le piccole, «vanno accompagnate perché il cambiamento sia sostanziale».

Maria Bianca Farina
I dubbi delle assicurazioni

Le perplessità sull’obbligo assicurativo per i danni catastrofali sono presenti anche nel mondo assicurativo: in caso di rifiuto o elusione dell’offerta di copertura è prevista, per le compagnie, una sanzione da 100 mila a 500 mila euro. «L’atteso decreto ci deve dare indicazioni precise per fare i contratti in un ambito di business che, fra l’altro, potrebbe rivelarsi rischioso per le compagnie e richiedere un capitale aggiuntivo di 10 miliardi di euro per far fronte all’obbligo a contrarre» ha affermato Dario Focarelli, direttore generale dell’Ania. La presidente di Ania, Maria Bianca Farina, in occasione dell’Insurance High-level Conferenze organizzata in partnership con la presidenza italiana del G7, si è invece concentrata sulla necessaria collaborazione pubblico-privato. «Come assicuratori italiani, crediamo fermamente che i programmi assicurativi pubblico-privati (Ppip) per i rischi naturali svolgano un ruolo fondamentale» ha scandito Farina. «Ovviamente non esiste un modello ideale, uguale per tutti, poiché le caratteristiche peculiari di ogni Paese, tra cui il contesto istituzionale, le dimensioni del mercato assicurativo e l’esposizione a diversi rischi, sono tutti fattori critici che influiscono sulla configurazione di un PPIP per le catastrofi naturali. Per questo motivo, il G7 si riferisce a un Quadro di riferimento di alto livello, per guidare i responsabili politici. Ci concentreremo su una panoramica dell’esperienza maturata finora a livello internazionale nel fornire protezione assicurativa per i rischi legati a eventi catastrofali, nonché su un’analisi di come ridurre il divario di protezione attraverso lo sviluppo di schemi di partenariato fra pubblico e privato».

Giancarlo Giorgetti
La cooperazione

«Programmi assicurativi pubblico-privati ben progettati possono aiutare ad attenuare le sfide sull’accessibilità per i titolari di polizze ad alto rischio, incoraggiando al contempo la cooperazione regionale nella gestione dei rischi di calamità naturali e sfruttando le nuove tecnologie per migliorare l’accesso a dati di alta qualità correlati al rischio». Lo ha affermato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in un messaggio inviato in occasione dell’Insurance High-level Conferenze organizzata da Ania in partnership con la presidenza italiana del G7. «Sebbene le compagnie assicurative svolgano un ruolo cruciale nella gestione dei rischi derivati dalle catastrofi naturali, ci sono sfide significative in termini di accessibilità, disponibilità e valutazione del rischio. I governi, gravati dal debito ereditato, devono ancora fornire un supporto tempestivo alle aree e alle comunità colpite. Tutto ciò costituisce un chiaro caso di collaborazione tra più parti interessate tra istituzioni pubbliche e private» ha aggiunto Giorgetti. Per quanto riguarda l’obbligo per le imprese di sottoscrivere una polizza contro le catastrofi naturali, «è un sistema, che ora è in fase di operatività, che si baserà su una partnership pubblico-privata per colmare l’attuale divario di protezione» ha concluso il ministro. «Ciò segnerà un passo importante verso il miglioramento della nostra resilienza economica, finanziaria e sociale contro gli shock legati al clima».



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