Era il simbolo del potere dell’istituto di credito fondato dalla famiglia Jacobini che ha dialogato con politica, imprenditoria, cultura del territorio
Giù la storica insegna della Banca Popolare di Bari in corso Cavour. Un simbolo del potere economico che l’istituto di credito, fondato nel 1960 dalla famiglia Jacobini, esercitava sulla comunità: dai politici agli imprenditori; dagli amministratori pubblici al mondo della cultura e religioso. Ma dopo anni di trionfi e aumenti di capitale per la Pop di Bari è iniziato il lento declino soprattutto con l’acquisizione di Banca Tercas (luglio 2014) e con gli scandali che hanno interessato la vendita delle azioni deprezzate. Fino al crac scongiurato a fine 2019 con il commissariamento e l’intervento del fondo di garanzia dei risparmiatori.
Attualmente la Popolare di Bari ha cambiato la denominazione in Bdm Banca (Banca del Mezzogiorno) essendo controllata dal gruppo MedioCredito Centrale (Invitalia). In realtà, le insegne nelle filiali sono state già rimosse, mentre l’unico segno del passato era proprio la gigantesca scritta che dominava la via centrale di Bari. Ora anche quella è stata riposta nei magazzini, mentre restano ancora vive le ferite per lo strappo con i 70 mila azionisti che hanno perso il valore dei soldi investiti.
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