E’ ancora scontro fra sindacati e Casa Ascoli sulla mobilità di 6 dipendenti che, inutile nasconderlo, rischiano di perdere il posto di lavoro se non troveranno una ricollocazione in altri enti pubblici. Per la dirigenza dell’azienda di servizi alla persona si tratta di una misura necessaria a far quadrare i conti e salvare così il futuro di Casa Ascoli evitando una possibile privatizzazione. Ma Cisl Fp non ci sta e, dopo aver dichiarato lo stato di agitazione con Cgil, Uil e Csa, ora punta allo sciopero. “L’unisco scopo – precisa il presidente di Casa Ascoli, Giancarlo Casotti – è il risanamento di Casa Ascoli e il superamento del sovraindebitamento della stessa, attraverso il raggiungimento dell’equilibrio gestionale e al fine di adempiere ai contratti di fornitura stipulati – necessari a sostenere le attività della struttura – e di ottenere il sostegno del sistema bancario”.
A quanto pare persino il finanziamento da parte degli istituti di credi per le ulteriori manovre economiche sarebbe vincolato proprio all’alleggerimento dei costi diretti di Casa Ascoli. Perché quanto fatto fino a ora, se pur positivo, non basterebbe e lo dimostrerebbero i numeri snocciolati da Casotti: “Il miglioramento dello stato di salute dell’azienda, passata da una perdita di 848.000 euro nel 2022 ad una previsione per il 2024 inferiore di 250.000 euro, con una riduzione di spesa di 600.000 euro sul conto economico 2024”.
Ma la perdita, se pur ridotta, c’è ancora e bisogna puntare a una proiezione di bilancio in pareggio per il 2025. “Da ciò deriva l’indifferibile esigenza di intervenire sui costi derivanti dal personale, garantendo comunque al medesimo – come consentito dalla procedura di mobilità prescelta – una continuità retributiva e contributiva nel medio periodo, ed in particolare 90 giorni di retribuzione piena e, per i successivi 24 mesi, una retribuzione pari all’80%. Durante tutto tale periodo, inoltre, ‘Casa Ascoli’ collaborerà, come previsto e affermato, con gli Enti e le Società pubbliche del territorio al fine di ricollocare i dipendenti interessati dalla mobilità, eventualmente un domani anche all’interno della stessa Azienda, laddove la medesima si risollevi da un punto di vista patrimoniale e finanziario”.
Il rischio, conclude Casotti, “avrebbe come plausibile effetto la privatizzazione dell’attività di Casa Ascoli, con gli ovvi sacrifici che ciò causerebbe alla comunità locale tutta”. Nella giornata di giovedì, però, c’è stata anche un’altra riunione fra il presidente Casotti a cui ha partecipato la Cisl Fp, rappresentata al tavolo trattante da Sirio Fornesi. “A nostro avviso – scrivono Fornesi e il segretario territoriale, Enzo Mastorci –, la messa alla porta dei 6 dipendenti, assunti per la maggior parte nel 1990 dopo aver vinto un concorso pubblico, non porterebbe sicuramente al risanamento di un ente che ad oggi ha un debito verso cooperative e fornitori che ammonta ad oltre 6 milioni di euro. Casotti ha dichiarato di avere l’appoggio della giunta e del sindaco e di non voler ritirare la mobilità. Anzi – proseguono – ha chiesto a questa organizzazione sindacale di trovare enti disposti a farsi carico dei dipendenti”.
Richiesta che la Cisl Fp però “girerà al sindaco, affinché si attivi per poter inserire al più presto nell’organico del Comune di Massa il personale dichiarato in esubero o che, in alternativa, si adoperi a trovare enti pubblici sul territorio disposti ad assumerli” e comunicano “l’avvio della procedura conciliativa in materia di regolamentazione degli scioperi nei servizi pubblici essenziali”.
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