Dal 2025 entrerà ufficialmente in vigore la nuova Rete di informazione sulla sostenibilità delle aziende agricole, un network per raccogliere non solo i dati contabili ed economici delle aziende, ma anche quelli relativi alla sostenibilità ambientale e sociale. Si potrà inserire la presenza di agricoltura biologica. Previsto entro fine anno un contributo di 50 milioni di euro agli Stati dell’Unione Europea, una parte dei quali per incentivi alle aziende. Le aziende possono partecipare volontariamente.
Rete di informazione sulla sostenibilità delle aziende agricole: in vigore dal 2025
È ufficiale, a partire dal 2025 entrerà in vigore la nuova Rete di informazione sulla sostenibilità delle aziende agricole, in inglese Farm Sustainability Data Network (Fsdn). La decisione è stata presa a fine ottobre scorso dalla Commissione Europea. Quest’ultima ha scelto di adottare le nuove norme relative al Fsdn, network che andrà a sostituire la ben più longeva Rete di informazione contabile agricola, ovvero il Farm Accountancy Data Network (Fadn).
La grande novità? All’interno della rete di dati non rientreranno più soltanto le informazioni sulla contabilità e l’economia delle aziende agricole, ma anche quelle relative alle prestazioni in materia sociale e di sostenibilità ambientale.
Addio alla Rete di informazione contabile agricola, in forza dal 1965
Dal 2025, dunque, gli agricoltori dovranno salutare la vecchia Rete di informazione contabile agricola, entrata in vigore nel 1965 e istituita al fine di avere una rete contabile su redditi ed economia delle aziende. Il Fadn – come specificano dalla Commissione Europea – rappresenta una fonte unica di dati microeconomici e contabili, provenienti ogni anno da oltre 80mila aziende agricole dell’Unione Europea.
Cosa cambia adesso per le aziende di settore?
L’aggiornamento del Farm Sustainability Data Network, di fatto, è il risultato della stretta cooperazione tra Stati membri e Commissione Ue, che hanno lavorato per sviluppare un nuovo network in grado di fornire dati solidi e che tengano in considerazione anche gli aspetti più green. Tra le nuove informazioni che verranno raccolte, infatti, rientreranno anche quelle relative alla dimensione sociale, ambientale e sostenibile delle aziende.
Fra alcuni dei nuovi dati da inserire nel Fsdn, la presenza o meno di agricoltura biologica nell’azienda, da quanto viene praticata, quanti sono i prodotti bio o, ancora, se all’interno degli stabilimenti ci siano delle zone classificate come Natura 2000.
La divisione delle aziende e i legami con la Pac
Le aziende possono partecipare volontariamente alla raccolta dei dati e il campione è costruito di modo da essere statisticamente rappresentativo della situazione degli Stati dell’Ue.
I vari partecipanti agricoli, infatti, vengono divisi – come già definito dal vecchio Fadn – in diverse classi economiche. Allo step più basso della piramide troviamo la classe uno, in cui rientrano le aziende la cui produzione standard totale è inferiore ai 2mila euro annui. Nella classe due lo scaglione passa dai 2mila ai 3.999 euro; nella terza categorizzazione da 4mila fino a 7.999 euro, e si continua così fino ad arrivare all’ultima classe, la numero quattordici, in cui rientrano le aziende con oltre 3 milioni di euro di produzione totale.
L’ampliamento nella raccolta dei dati, ovviamente, rappresenta anche un grosso contributo per la concezione e la valutazione dalla Politica Agricola Comune, che verrà rinnovata nel 2027.
Contributo di 50 milioni di euro per l’attuazione, con possibili incentivi per gli agricoltori
L’attuazione della nuova Rete di informazione sulla sostenibilità delle aziende agricole, come spiegano dalla Commissione Ue, sarà graduale, in modo da consentire ai vari Stati membri di adattare i propri sistemi di raccolta dati.
Entro fine 2024, inoltre, da Bruxelles verrà fornito un contributo pari a 50 milioni di euro ai Paesi dell’Ue per i costi di istituzione del sistema, cifra che potrà anche essere utilizzata dai singoli Stati per fornire incentivi agli agricoltori per la partecipazione.
Il nuovo regolamento sul Fsdn, in più, prevede anche una clausola di revisione che consentirà sia alla Commissione Ue che ai singoli Stati di rivedere il quadro di raccolta dei dati, tenendo conto dell’andamento dei primi anni di attuazione.
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