M.V. Anno X – Nr 2251 del 14.11.2024
L’edificio, che risale al Cinquecento: era l’abitazione dell’umanista Angelo Maria Colocci, segretario di papa Leone X, e fu donato nel Seicento dal Cardinal Michelangelo Tonti, detto “il Nazareno”, a San Giuseppe Calasanzio, fondatore dell’Ordine degli Scolopi.
Il Collegio Nazareno, da lui creato, era la scuola più antica di Roma, da sempre visitata e omaggiata da politici, nobili e papi: resistette all’occupazione dei francesi con Napoleone, all’invasione dei nazisti, ma non, negli anni Novanta, al calo demografico e al progressivo spopolamento del centro storico a vantaggio degli uffici.
Per le sue aule passarono molti volti noti: da Carlo Verdone a Christian De Sica, dai figli di Rossellini a quelli di Leone, dal pittore Serafini a Dario Argento.
Tutta l’area un tempo occupata dalla scuola è stata ridefinita in un accurato progetto di restauro conservativo, essendo l’edificio protetto dalle Belle Arti, iniziato nel gennaio 2021.
“Non ha i vincoli delle catene alberghiere, non presenta un lusso omologato.
Al contrario, è molto caratterizzato, con uno stile riconoscibile e un timbro personale.
Un palazzo con un sincretismo di tre secoli di storia, ma da cui traspare anche molta contemporaneità” spiega
l’ingegnere Elia Federici, patron e anima del progetto, al fianco della famiglia, della figlia Angelica (dottorato all’Università di Cambridge, esperta d’arte e specializzata in F&B) e di Fortunato responsabile delle gestioni alberghiere del Gruppo.
studiolucaguadagnino, fondato da Luca Guadagnino nel 2017, dopo alcune esperienze come interior designer, si è prestato per la prima volta con slancio al mondo dell’hôtellerie.
“Il cromatismo è alla guida dell’intero progetto, così come la stretta collaborazione con gli artigiani.
Un aspetto, quest’ultimo, che ci ha consentito di sperimentare con diverse tecniche.
Il progetto stesso è frutto di un processo finalizzato a raggiungere questa sintesi decorativa equilibrata“» dichiara Pablo Molezum, project manager dello studio.
“L’idea di lavorare con un regista e di avere uno spazio come questo, scenografico e non formattato, è quella che mi ha colpito.
Mi piace l’estrema attenzione estetica di Guadagnino, che traspare anche nei suoi film, ma anche la sua più assoluta modernità, la maniacalità nei dettagli e la caparbietà tutta siciliana di saper creare il su misura, che è una grande qualità per Palazzo Talìa, dove regna l’artigianalità“. aggiunge Elia Federici.
Investitori e designer si sono posti il non facile obiettivo di dare una casa agli ospiti, accogliendoli sì in un hotel ma con i tratti distintivi di una magione di pregio, ricca, maestosa, da vivere con semplicità perchè è proprio in quest’ultima parola che sta il vero lusso.
Infatti il nome Talìa si riferisce alla musa dell’accoglienza, oltre che delle arti e dello spettacolo: Talia, una delle figlie di Zeus e Mnemosine, presiedeva alla commedia ed etimologicamente, dal greco, significa “abbondanza” “prosperità”.
Dettagli che, come ci ricorda Elia Federici, sono ben presenti ovunque si posi losguardo all’interno dell’hotel.
Ma non bisogna dimenticare che siamo sempre a Roma e in Italia, dove i visitatori vogliono anche essere coccolati dalle proposte gastronomiche.
Il compito di deliziare i palati all’Hotel Talìa è stato affidato allo chef Marco Coppola che ha messo a punto un percorso che, partendo da Venezia attraversa Firenze e Roma fino a giungere a Sorrento.
La tradizione romana si esprime attraverso specialità come il raviolo alla vaccinara, un bottoncino di pasta con la coda all’interno, la millefoglie di filetto con strati di carciofi o patate, gli anellini di calamari impanati o la stagionale
minestra di arzilla.
Palazzo Talìa è membro di Small Luxury Hotels of The World.
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