Forza Italia rilancia le detrazioni con una proposta chiara: tornare al 65% per chi investe nell’efficienza energetica della propria abitazione principale. L’emendamento alla legge di Bilancio, presentato dalla deputata Erica Mazzetti, mira a spostare l’asticella molto oltre il 50% previsto per il 2025, che si abbassa al 36% per le seconde case.
Questa mossa punta a ristabilire condizioni più vantaggiose per chi sceglie di rinnovare l’impianto energetico della propria casa, differenziandosi dal piano attuale che livella le agevolazioni senza fare distinzioni tra diverse tecnologie.
Forza Italia su Ecobonus: detrazioni più alte per case ed efficienza energetica
Nel dettaglio, il partito di Forza Italia rilancia sulla Manovra 2025: una detrazione “gonfiata” al 65% per chi decide di ristrutturare o migliorare l’efficienza energetica delle proprie abitazioni, mettendo in discussione l’impianto del governo. L’emendamento, presentato dalla deputata Erica Mazzetti, propone di scavalcare l’attuale tetto del 50% per la prima casa e di superare il modesto 36% per le altre. L’idea è chiara: un incentivo sostanzioso per il 2025, mentre nei due anni successivi, 2026 e 2027, si scenderebbe al 30%, con la possibilità di salire al 36% se si tratta della residenza principale.
Nuovi vincoli in arrivo per gli impianti: la direttiva “case green” e lo scontro tra caldaie e pompe di calore
Il futuro delle detrazioni fiscali per l’efficienza energetica è come accade spesso al centro di accesi dibattiti, con la prospettiva di un cambio netto a partire dal 2025. La direttiva europea Case green impone infatti un giro di vite sugli incentivi per le caldaie alimentate da combustibili fossili, che dovrebbero cessare di beneficiare di agevolazioni, imponendo un forte segnale di discontinuità nel settore.
Questo stop arriva mentre, fino al 31 dicembre di quest’anno, l’ecobonus in vigore consente detrazioni significative, con il 65% per le pompe di calore e fino al 75% per i cappotti termici. Tuttavia, dal 2025, si prospetta uno scenario più restrittivo, con una detrazione fissata al 50% per gli interventi sulle abitazioni principali e un limite del 36% per le altre proprietà, senza differenze tra tipologie di tecnologia.
Questa svolta verso una maggiore uniformità nelle agevolazioni non è priva di opposizioni. Gli attuali produttori di pompe di calore, che vedono ridursi gli incentivi di cui godono oggi, chiedono un sostegno continuato e possibilmente rafforzato per le loro tecnologie, ritenute centrali per una transizione verde. Sul fronte opposto, le aziende legate alla filiera del gas spingono affinché le caldaie non vengano completamente escluse dal piano di agevolazioni, sottolineando la necessità di mantenere il sostegno, almeno per i modelli più moderni. Un’ulteriore voce è quella dei produttori di sistemi ibridi, che propongono una soluzione di compromesso e richiedono incentivi specifici per gli apparecchi che combinano caldaie e pompe di calore, garantendo un bilanciamento tra tecnologie tradizionali e nuove opzioni energetiche.
Un emendamento tra ambizioni edilizie e conti pubblici traballanti
La proposta di Forza Italia sembra voler diventare una boccata d’aria per il settore edilizio, ma ha un costo salato per le casse dello Stato. Le coperture sono ancora da definire, con l’incognita di un impatto pesante sui conti pubblici. Il governo dovrà trovare un modo per bilanciare questo “taglio” fiscale, ma per ora restano dubbi e incertezze: un piano c’è, ma le risorse sembrano mancare.
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