Temperatura sempre bollente tra i banchi delle Opposizioni in Consiglio, coi consiglieri regionali dei gruppi ‘La Puglia Domani e Fratelli d’Italia Tommaso Scatigna, Renato Perrini, Paolo Pagliaro, Luigi Caroli, Tonia Spina e Antonio Scalera sulla disastrosa gestione del Consorzio Unico. “Quando la toppa è peggio del buco e questo accade col Consorzio unico di bonifica Centro/Sud, entrato in funzione in Puglia a gennaio e in questi dieci mesi ha fatto peggio dei quattro consorzi dell’area salentina e barese commissariati e soppressi. L’accorpamento – come previsto dagli stessi gruppi di Minoranza a via Gentile – non solo non ha risolto i problemi gestionali ma li ha acuiti, per ragioni che abbiamo spiegato oggi in conferenza stampa”. Quali i punti dolenti? Pimo: il personale. Appena 110 dipendenti a tempo indeterminato a cui si aggiungono 150 stagionali, a fronte di un fabbisogno in pianta stabile di 278 unità. Concorsi pubblici espletati, con graduatorie pubblicate solo per la provincia di Lecce e sole 5 assunzioni, mentre gli altri vincitori restano in attesa. La conseguenza è la paralisi del Consorzio, che non riesce a far fronte neppure all’attività ordinaria. Canali ostruiti e non ripuliti, territorio agricolo trascurato, servizi non resi o mal resi. Ma le cartelle per il pagamento del famigerato tributo 630 continuano ad arrivare, suscitando rabbia e proteste che comprendiamo e condividiamo, e che sfociano in contenziosi spesso vinti dai ricorrenti. E qui per i sei consiglieri pugliesi si apre un altro capitolo della <<mala gestio>> dell’ente consortile: le spese legali fuori controllo. “Il Consorzio è diventato un vero e proprio ‘bancomat’ per gli avvocati, per cause perse in partenza a cui ci s’appella, come quelle di almeno trenta dipendenti dell’ex Consorzio Terre d’Apulia, a cui in primo grado è stato riconosciuto il diritto a ricevere gli arretrati non pagati degli adeguamenti contrattuali, calcolati arbitrariamente dal Consorzio al 10-12% anziché al 15% come da normativa regionale. Ci sono poi incarichi affidati senza evidenza pubblica, come quello per 52mila euro più spese e benefit ad un’avvocata campana, guarda caso concittadina del capo dipartimento Agricoltura della Regione. Intanto, a fronte di tutte queste spese, non si riesce a dare attuazione all’articolo 97 comma 1 del Bilancio della Regione 2024 che prevede l’acquisizione a costo zero del compendio immobiliare dell’ex Consorzio di bonifica di Ugento al patrimonio dell’Asl Lecce, per il potenziamento dell’assistenza territoriale. Dopo ben undici mesi dall’approvazione del bilancio, non risulta neppure affidato l’incarico all’Agenzia del Territorio. cos? come previsto dall’articolo di legge. Ma la domanda per le Opposizioni più importante riguarda il futuro del Consorzio, su cui gravano 160 milioni di debiti. Qual è il piano della Regione per risanarli? “L’assessore all’agricoltura e il commissario straordinario Ferraro – in conflitto d’interesse essendo anche direttore Arif- hanno annunciato un progetto di risanamento in dieci anni, che richiede una modifica della legge regionale che ha istituito il Consorzio Centro Sud Puglia, ma aspettiamo di vedere questo progetto. Un dato è certo -sottolineano infine i consiglieri di Opposizione – la responsabilità di questa gestione che si trascina da troppo tempo con stanziamenti di milioni ogni anno da parte della Regione, risucchiati dalle spese di funzionamento senza mai interventi di risanamento, è imputabile solo e soltanto al centrosinistra che amministra la Puglia da vent’anni”. (Fradema)
Pubblicato il 12 Novembre 2024
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