Nella prima parte del 2024 l’economia lucana ha ristagnato, interrompendo la fase di moderata crescita registrata lo scorso anno. Secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d’Italia, nei primi sei mesi di quest’anno il prodotto ha registrato una variazione di poco negativa (-0,1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2023), a fronte del lieve aumento osservato nel Mezzogiorno e in Italia (rispettivamente 0,6 e 0,4 per cento).
La congiuntura regionale è stata condizionata dall’andamento negativo dell’industria, che ha risentito del forte calo della fabbricazione di autoveicoli. Nei primi sei mesi di quest’anno, il valore della produzione nell’estrattivo – da cui dipende l’ammontare delle royalties erogate a favore degli enti locali lucani – è rimasto prossimo ai valori del primo semestre del 2023. La dinamica industriale negativa si è associata a una brusca contrazione delle esportazioni, che ha riguardato le principali produzioni regionali, ad eccezione di quelle alimentari. L’andamento degli investimenti delle imprese industriali, già flettente nel 2023, è peggiorato nei primi nove mesi del 2024, risentendo dell’elevato costo del credito e dell’incertezza del quadro congiunturale. La crescita del settore delle costruzioni, particolarmente vigorosa nell’ultimo triennio, ha rallentato soprattutto per effetto della rimodulazione degli incentivi fiscali per la riqualificazione degli immobili. L’edilizia pubblica ha continuato a essere sostenuta dagli interventi finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Gli indicatori relativi al settore dei servizi delineano un rallentamento dell’attività , su cui ha influito la debolezza della spesa delle famiglie e la decelerazione della domanda turistica, soprattutto degli italiani.
Nonostante il peggioramento del contesto congiunturale, le condizioni reddituali delle imprese si sono confermate favorevoli. In presenza di significative riserve di liquidità e di tassi interesse che si sono mantenuti elevati, il calo dei prestiti al settore produttivo si è intensificato rispetto alla fine del 2023, risentendo anche della debolezza dell’accumulazione di capitale. L’andamento dei finanziamenti è stato peggiore per le imprese di minori dimensioni e per quelle del settore delle costruzioni.
L’occupazione regionale si è confermata in aumento nel primo semestre di quest’anno, sia tra i lavoratori autonomi sia tra i dipendenti. Le imprese hanno evidenziato il permanere di difficoltà nella ricerca di manodopera, per effetto della crescita dei livelli occupazionali e della presenza di importanti flussi di emigrazione, che contribuiscono a ridurre il numero di individui in cerca di lavoro. La fase espansiva del mercato del lavoro e il calo dell’inflazione hanno inciso positivamente sul potere di acquisto delle famiglie, che ha registrato una ripresa a partire dall’ultimo trimestre del 2023.
Nella prima metà del 2024 l’indebitamento delle famiglie lucane ha registrato una crescita simile a quella di fine 2023, sostenuta soprattutto dal credito al consumo; l’andamento dei prestiti per l’acquisto di abitazioni si è confermato debole.
La qualità del credito bancario alla clientela residente è rimasta su livelli prossimi a quelli di fine 2023, sia per le famiglie sia per le imprese. L’incremento dei ritardi nel rimborso dei prestiti in bonis al settore produttivo segnala in prospettiva un possibile peggioramento del merito di credito delle imprese.
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