Viene pubblicato oggi l’aggiornamento congiunturale della Liguria.
Dopo il progressivo rallentamento registrato l’anno precedente, nel 2024 l’attività economica in Liguria è rimasta pressoché stabile; secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d’Italia, nel primo semestre la crescita del prodotto è stata sostanzialmente nulla.
In base al sondaggio condotto dalla Banca d’Italia, nell’industria in senso stretto nei primi tre trimestri dell’anno il numero delle ore lavorate è aumentato marginalmente, mentre il fatturato e le quantità vendute non sono variati in misura apprezzabile; anche gli investimenti attesi per il 2024 dovrebbero attestarsi sugli stessi livelli del 2023. Le previsioni a breve termine degli operatori, su cui incidono elevati margini di incertezza, sono improntate a prudenza.
L’espansione nell’edilizia è proseguita, seppur rallentando anche per effetto del minore ricorso al Superbonus seguito alle modifiche apportate al quadro regolamentare. Il comparto ha continuato a trarre vantaggio dai lavori relativi alle principali opere infrastrutturali, che beneficiano delle ingenti risorse messe a disposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Nel settore immobiliare le compravendite di abitazioni sono ancora diminuite, sebbene in misura meno intensa, mentre nel segmento non residenziale sono aumentate.
Secondo il sondaggio della Banca d’Italia, nel complesso del terziario l’attività è rimasta sostanzialmente invariata. Tra gennaio e agosto le presenze turistiche sono state prossime a quelle del corrispondente periodo dello scorso anno: all’incremento della componente straniera si è associato un calo di quella italiana. I passeggeri in transito nei porti regionali sono saliti marginalmente, grazie alle crociere. Il traffico commerciale marittimo espresso in tonnellate è rimasto pressoché stazionario, mentre il numero di container trasportati è tornato a crescere.
Le attese sulla redditività sono favorevoli: circa i quattro quinti delle aziende liguri prevedono di conseguire un utile nel 2024. Sebbene i tassi di interesse applicati alle nuove operazioni di finanziamento con durata superiore all’anno abbiano cominciato a diminuire, la domanda di prestiti da parte delle imprese, che dispongono di riserve di liquidità ancora elevate nel confronto storico, è rimasta nel complesso invariata e la flessione del credito al comparto produttivo è proseguita. Relativamente alla qualità degli attivi bancari, i flussi di posizioni deteriorate si sono mantenuti su livelli analoghi a quelli dell’anno precedente e la rischiosità dei prestiti che non presentano anomalie di rimborso non ha fatto segnare particolari variazioni.
Con riferimento al mercato del lavoro, il numero degli occupati si è attestato su valori prossimi a quelli del primo semestre 2023: la crescita dei dipendenti ha compensato la riduzione degli autonomi, mentre non si sono osservate differenze apprezzabili tra gli andamenti della componente femminile e di quella maschile. Le attivazioni nette di nuove posizioni lavorative sono calate, per tutte le tipologie contrattuali e nei principali comparti. Il numero di persone in cerca di occupazione è diminuito, determinando una discesa del tasso di disoccupazione; il ricorso alle forme di integrazione salariale si è ulteriormente abbassato.
Il calo dell’inflazione ha favorito una moderata ripresa del reddito disponibile delle famiglie, che ha contribuito a sostenere i consumi, in leggero aumento. Nonostante la riduzione dei tassi applicati alle nuove operazioni, è continuata la flessione dei mutui per l’acquisto di abitazioni; il credito al consumo, invece, è ancora cresciuto, soprattutto nella componente finalizzata all’acquisto di automezzi.
Nell’ambito del risparmio finanziario, i depositi delle famiglie e delle imprese liguri sono diminuiti: il calo, concentrato nella componente rappresentata dai conti correnti, ha continuato a riflettere la preferenza della clientela verso strumenti che offrono una remunerazione più elevata. I titoli di famiglie e imprese a custodia presso il sistema bancario, valutati ai prezzi di mercato, sono aumentati, in particolare i titoli di Stato e le obbligazioni bancarie.
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