GIULIANOVA. Sono passati ormai oltre due mesi dallo sgombero del gruppo degli anarchici dall’area dell’ex depuratore, ma ad oggi i lavori ancora non sono iniziati. Il progetto definitivo/esecutivo è stato presentato al Comune dalle ditte incaricate, il consorzio stabile del Mediterraneo e la G.A. Group di Venafro, e in teoria nell’area dell’ex depuratore ora avrebbero dovuto esserci sia la recinzione sia un cartello di cantiere, ma al momento ancora non c’è nulla.
All’interno ci sono ancora i calcinacci dell’edificio abbattuto con le ruspe durante lo sgombero e anche l’amianto da bonificare. Il progetto, finanziato con 1.650.000 euro di fondi Pnrr, prevede la realizzazione di aree verdi attrezzate, piste ciclabili e pedonali, spazi per lo sport e il tempo libero. L’area, che si trova all’interno del quartiere Annunziata, rappresenterà una sorta di continuità del parco Annunziata, riqualificato grazie all’impegno dell’ex presidente dell’associazione di quartiere Sandro Brandimarte scomparso a marzo, e si estenderà fino al mare, costeggiando la pista ciclopedonale accanto al fiume Tordino. Questo intervento, nello specifico, è stato finanziato attraverso il fondo per l’avvio di opere indifferibili, attivato con il decreto governativo del 28 luglio 2022 in riferimento ai lavori di rigenerazione urbana, poi trasformati in fondi Pnrr.
Il progetto di riqualificazione di tutta l’area attigua all’ex depuratore consentirà di trasformare una superficie di oltre 13mila metri quadrati, che oggi versa in condizioni di degrado, nella zona di maggior pregio del parco dell’Annunziata.
Fino al 6 settembre l’area era occupata abusivamente dal gruppo degli anarchici del “Campetto Occupato” e nello stabile all’interno viveva anche una coppia di disabili. La mattina del 6 settembre, con un grande spiegamento di forze dell’ordine, c’è stato lo sgombero con la demolizione di uno degli edifici all’interno dell’area. Ed è proprio la demolizione effettuata che, secondo il gruppo consiliare Nos-Noi/Coltura Politica a sostegno del consigliere Daniele Di Massimantonio, sarebbe illegale perché, alla data del 6 settembre, ancora non c’erano né il progetto né la consegna dei lavori, oltre a non aver preventivamente bonificato l’amianto. Situazione, quest’ultima, contestata dal movimento civico composto da alcuni genitori che portano i propri figli all’asilo nido o al parco. Per questo motivo il gruppo consiliare ha presentato, tre settimane fa, un esposto alla Procura e non è escluso un eventuale ricorso al Tar.
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