PADOVA Il Governo ha deciso di diminuire le risorse ai Comuni. Un taglio che per Padova vale 14,6 milioni di euro in cinque anni (da 1,8 nel 2024 in progressione fino ai 4,1 nel 2028). Il sindaco di Padova Sergio Giordani non usa mezzi termini: «Le scelte del Governo Meloni stanno mettendo a serio repentaglio la tenuta dei conti pubblici dei Comuni italiani e, paradossalmente, in particolare di quelli con politiche di bilancio più virtuose. Si tratta di una vera e propria tassa governativa su tutte le cittadine e tutti i cittadini, non esistendo infatti la possibilità di “stampare moneta” i sindaci non hanno scelta: o tagliano i servizi, anche quelli più delicati, o operano aumenti nell’imposizione fiscale. Poi c’è il rinnovo dei contratti firmati a Roma dal Governo ma a carico delle amministrazioni. Parliamo di altri potenziali 4,5 milioni con il contratto collettivo 2022/2024 e altri 4 milioni del 2025/2027».
LA CONSEGUENZA
«La proiezione di minori entrate è drammatica. Solo per il Comune di Padova, supera abbondantemente i 14 milioni di euro. I tagli violenti del Governo stanno mettendo in difficoltà tutti i sindaci. Sinistra, destra o centro tutti siamo costretti a scelte dolorose e a non dormire la notte per far quadrare i conti o provare a farli quadrare. È inaccettabile – prosegue -. Chiedo e chiediamo al Governo e al Parlamento di rispettare i Comuni e operare da subito scelte diverse a partire da questa manovra di bilancio».
I SERVIZI
Il rischio tagli. «Si tratta dei pasti che arrivano agli anziani in difficoltà, dell’assistenza alle persone non autosufficienti, degli asilo nido e delle scuole, della qualità di autobus e tram, della cura del verde e dei nostri parchi, della sicurezza, della cura del disagio giovanile e le attività per adolescenti e ragazzi, del sostegno alle piccole società sportive e culturali, del diritto alla casa per chi ha meno. Servizi necessari che ci riguardano tutti ma il cui taglio colpirebbe soprattutto le persone più in difficoltà».
LIMATURE E TUTELE
Che cosa tagliare? «La nostra prospettiva sarà quella di operare scelte che tutelino tutta la comunità e in particolare chi ha più bisogno, anziani, giovani coppie, ragazzi e bambini, persone con disabilità». Ma qualche tempo fa Giordani ha evocato anche lo scenario peggiore: «Si arriverà a un momento in cui o sarà il Governo ad aumentare le tasse o saremo costretti a farlo noi. Cercherò in tutti i modi di non trovarmi in questa situazione, ma non dipende da me». Detto che il Comune ha appena rimodulato allo 0,8 per cento l’addizionale Irpef per i redditi oltre i 50mila euro (1 milione in più in entrata) e che l’allargamento della base imponibile aggiungerà un altro milione, quest’anno resta poco da fare. La Tari ha un meccanismo autonomo, si può puntare su Imu, tassa occupazione suolo pubblico, imposta di soggiorno e pubblicità. Ma prima sarà chiesto ai vari settori di tagliarsi la spesa.
TRASPORTI
Sul tema interviene anche l’assessore alla Mobilità Andrea Ragona. «Il Governo premierà nel riparto dei fondi nazionali le Regioni che hanno investito di più. Siccome il Veneto non lo ha fatto è possibile una diminuzione di 5 milioni di euro nel riparto che arriverà dalla Regione al Comune, circostanza che porterebbe al taglio delle corse».
EDILIZIA
Altro grido d’allarme arriva dalla presidente dei Costruttori edili padovani (Ance) Monica Grosselle: «L’aumento dei costi sta facendo lavorare le aziende sottocosto anche del 30 per cento e non sono ancora arrivate le compensazioni del caro materiali del 2022. Senza risorse solo nel padovano stimiamo una perdita di 100 milioni e il rischio di stop a cantieri importanti come il tram, l’alta velocità e la nuova pediatria».
L’ESORTAZIONE
«È necessario che i primi cittadini si facciano sentire e chiedano ascolto e rispetto – chiude Giordani – non si può davvero immaginare di chiedere ai Comuni i soldi perché significa colpire il primo e più vicino presidio di tutela delle persone e soprattutto inevitabilmente vuol dire mettere le mani in tasca ai cittadini per conto terzi».
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