Il 2024 lascerà un’eredità non gradita: il suo nome è “impoverimento”.
La conferma è arrivata dal convegno annuale delle Caritas parrocchiali che stamattina, sabato 9 novembre, al centro “Il Samaritano” di via Giordani ha fatto il punto sulla povertà a Piacenza. I dati sono tutt’altro che incoraggianti.
“Possiamo stimare che tra il 7 e il 9 per cento della popolazione piacentina – ha spiegato Enrico Fabrizi dell’Università Cattolica – viva in condizioni di povertà. Certo, la pandemia ha influito, ma ad incidere in maniera ancora più profonda è stato l’effetto dell’aumento dei prezzi successivo alla guerra in Ucraina.
L’aumento del costo della vita impatta enormemente soprattutto sugli immigrati: sono loro, molto spesso, i nuovi poveri”.
In tutto questo si inserisce l’opera di aiuto della Caritas di Piacenza Bobbio guidata da Mario Idda. “Anche il 2024 – ha aggiunto il direttore – è proseguito sulla falsariga di ciò a cui abbiamo assistito nell’ultimo anno e mezzo: numeri che a Piacenza non si sono mai visti. Al centro di ascolto tornano persone che, dopo essere uscite da situazioni di povertà, proprio negli ultimi tempi sono tornate a chiedere auto. La mensa procede su doppi turni, sia a pranzo che a cena, per un totale di circa 200 persone ospitate e sfamate ogni giorno. E poi i dormitori: nonostante l’apertura di nuovi spazi, tra cui quello di via Grondana e il centro per l’emergenza freddo alla Sacra Famiglia, i posti letto a disposizione non sono sufficienti per sostenere la richiesta. Le liste d’attesa sono lunghissime”.
Il convegno è stata anche l’occasione per presentare “Trame di comunità“, il racconto – scritto attraverso articoli e memorie – di tutte le recenti opere di aiuto che la Caritas di Piacenza Bobbio ha costruito con la forza dei suoi volontari e operatori.
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