Il panorama dei bonus per le abitazioni sta per subire cambiamenti significativi con l’approvazione della Manovra finanziaria per il 2025.
Per contenere la spesa pubblica, il governo guidato da Giorgia Meloni ha deciso di rivedere diverse agevolazioni, tra cui il cosiddetto Bonus Casa, cioè le detrazioni fiscali destinate a chi ristruttura casa. Negli ultimi anni il bonus è salito dal 36 al 50% e ora l’esecutivo ha deciso di ripercorrere la strada al contrario: tagliarle.
Inizialmente si pensava a una riduzione delle agevolazioni sia per le prime che per le seconde case, ma alla fine si è deciso di mantenere l’aliquota al 50% almeno per le abitazioni principali. Ma soltanto per i proprietari, tagliando fuori – almeno dal testo uscito dal Cdm, bisognerà capire se arriveranno correttivi in Parlamento – i coniugi e i parenti che fanno parte del nucleo familiare.
La genesi dei tagli
Negli ultimi anni, le agevolazioni fiscali hanno portato a un notevole accumulo di crediti fiscali, con conseguenze significative sul bilancio pubblico. Stando alle stime recenti del ministero dell’Economia, dal 2020 a oggi, il Superbonus e altri incentivi hanno generato oltre 220 miliardi di euro in crediti, molti dei quali risultano ancora non compensati. Questa situazione ha indotto il governo a riconsiderare il quadro dei bonus, riducendo la loro applicabilità per cercare di ristabilire l’equilibrio dei conti pubblici.
Cosa cambia
Il bonus ristrutturazioni, che consente di detrarre parte delle spese per lavori di manutenzione, sarà confermato nel 2025 con le stesse aliquote attuali. Anche il bonus per mobili ed elettrodomestici è stato prorogato fino al 31 dicembre 2025, mantenendo le condizioni vigenti. Grazie a questa misura, i contribuenti che eseguiranno interventi di ristrutturazione straordinaria potranno detrarre il 50% delle spese sostenute, ripartito in 10 anni.
Gli interventi ammessi
Tra i lavori che possono beneficiare della detrazione ci sono: manutenzione straordinaria, come la trasformazione di un sottotetto o un nuovo bagno; il restauro e risanamento conservativo delle parti comuni dei condomini; il ripristino delle parti danneggiate da eventi calamitosi; la manutenzione ordinaria per le aree comuni, come la sostituzione di pavimenti e infissi. Alcuni esempi di interventi ammessi includono l’installazione di ascensori, il rifacimento di scale e recinzioni, interventi per il risparmio energetico, sostituzione di infissi, eliminazione delle barriere architettoniche, bonifica dell’amianto.
Prima e seconda casa
Una delle principali novità riguarda il diverso trattamento per le abitazioni principali rispetto a quelle di villeggiatura. Per le prime case, si conferma la detrazione Irpef al 50% per le spese fino a 96mila euro, esattamente come nel 2024. Tuttavia, a partire dal 2026, l’aliquota scenderà al 36%, mantenendo il tetto di spesa. Per le seconde case, dal primo gennaio 2025 si applicherà una nuova aliquota ridotta al 36%, che scenderà ulteriormente al 30% nel 2027 e 2028. Queste modifiche permetteranno allo Stato di ridurre le detrazioni e di risparmiare fino a 1 miliardo di euro. Non si capisce bene come verranno inquadrate le pertinenze della residenza anagrafica.
Il futuro
Secondo le informazioni a disposizione al momento, a partire dal primo gennaio del 2028, il bonus ristrutturazioni stabilirà un’aliquota fissa del 30% per tutti i lavori, sia per le prime che per le seconde case, con un tetto di spesa ridotto a 48mila euro. In ogni caso, potrebbero esserci altri cambiamenti nei prossimi anni.
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