La Federal Reserve ha abbassato il tasso di riferimento overnight di un quarto di punto percentuale, ovvero di 25 punti base, portandolo a una fascia obiettivo del 4,50%-4,75%. Il voto è stato unanime e i funzionari di Washington hanno giustificato la modalità di allentamento della politica monetaria statunitense in quanto ritengono che il sostegno all’occupazione sia diventato una priorità almeno quanto l’arresto dell’inflazione.
Fed: secondo taglio tassi, mercato non sorpreso
Si tratta del secondo taglio consecutivo dei tassi d’interesse da parte della banca centrale americana, muovendosi a un ritmo meno aggressivo rispetto al passato, ma continuando i suoi sforzi per ridimensionare la politica monetaria.
Facendo seguito all’importante riduzione di mezzo punto percentuale di settembre, il Federal Open Market Committee ha abbassato il tasso di riferimento per i prestiti overnight di un quarto di punto percentuale, ovvero di 25 punti base, portandolo a una fascia obiettivo del 4,50%-4,75%. Il tasso stabilisce quanto le banche si fanno pagare per i prestiti overnight, ma spesso influenza gli strumenti di debito dei consumatori come i mutui, le carte di credito e i prestiti auto.
I mercati si aspettavano ampiamente questa mossa, che era stata preannunciata sia durante la riunione di settembre che nei commenti successivi dei responsabili politici. Il voto è stato unanime, a differenza della precedente mossa che ha visto il primo “no” di un governatore della Fed dal 2005. Questa volta, il governatore Michelle Bowman si è associata alla decisione.
Le azioni hanno chiuso in positivo dopo la conclusione della riunione, con il Nasdaq, i cui titoli sono orientati verso il settore tecnologico, che ha guadagnato l’1,5% e ha guidato le principali medie. Sia il Nasdaq che l’S&P 500 hanno chiuso ai massimi storici. I rendimenti del Tesoro USA invece sono crollati dopo l’impennata del giorno precedente.
Perchè la Fed ha tagliato ancora i tassi
Nella dichiarazione post-riunione, il Comitato ha reso noto come ritenga oggi “che i rischi per il raggiungimento degli obiettivi occupazionali e inflazionistici siano più o meno in equilibrio”, si legge nel documento, un cambiamento rispetto a settembre, quando si era registrata una ‘maggiore fiducia’ nel processo.
I funzionari della Fed hanno giustificato la modalità di allentamento della politica in quanto ritengono che il sostegno all’occupazione sia diventato una priorità almeno pari all’arresto dell’inflazione.
“Questa ulteriore ricalibrazione della nostra politica contribuirà a mantenere la forza dell’economia e del mercato del lavoro e continuerà a consentire ulteriori progressi in materia di inflazione mentre ci muoviamo verso una posizione più neutrale”, ha dichiarato il governatore Jerome Powell nella conferenza stampa successiva alla riunione.
Cosa accadrà alla politica monetaria con Trump presidente
Non si sa fino a che punto la Fed dovrà spingersi con i tagli, dato che la macroeconomia continua a registrare una solida crescita e l’inflazione rimane un problema soffocante per le famiglie statunitensi.
La decisione arriva in un contesto politico in evoluzione. Il presidente eletto Donald Trump ha ottenuto una sorprendente vittoria alle elezioni del 5 novembre. Gli economisti si aspettano che le sue politiche rappresentino una sfida per l’inflazione, con le sue intenzioni dichiarate di imporre tariffe punitive e deportazioni di massa per gli immigrati privi di documenti. Nel suo primo mandato, tuttavia, l’inflazione si è mantenuta bassa mentre la crescita economica, al di fuori della fase iniziale della pandemia di Covid, si è mantenuta forte.
Tuttavia, Trump ha criticato aspramente Powell e i suoi colleghi durante il suo primo mandato, e il mandato del presidente scade all’inizio del 2026. I banchieri centrali si astengono assiduamente dal commentare le questioni politiche, ma la dinamica di Trump potrebbe rappresentare un ostacolo per il corso della politica futura. Un’accelerazione dell’attività economica sotto Trump potrebbe convincere la Fed a ridurre i tassi, a seconda della reazione dell’inflazione. E Powell ha detto che la nuova amministrazione non influirà direttamente sulla politica della Fed.
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