I timori manifestati dagli operatori del settore food alla vigilia della chiusura per lavori di piazza Risorgimento e del piazzale del terminal bus extraurbani, alla prova dei fatti si sono rivelati fondati. In particolare, gli esercenti lamentano un non trascurabile calo di fatturato a causa della nuova situazione logistica che, di fatto, ha «svuotato» una parte del centro cittadino.
Secondo una stima sommaria tracciata dagli addetti ai lavori, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso sono stati emessi meno scontrini, con un calo che si aggira intorno al 30%. Questo il bilancio della prima settimana, al di là delle questioni legate a traffico, ingorghi e semi-rivoluzioni di abitudini in particolare per lavoratori e studenti pendolari. Ad accusare il calo soprattutto pizzerie, rosticcerie e paninoteche da asporto, oltre ai bar. Invariati, invece, i dati relativi a ristoranti o attività che operano prevalentemente nelle ore serali.
Il quadrilatero preso in considerazione è quello di inizio viale Atlantici e piazza Castello, via Perasso e dintorni, parte alta del corso Garibaldi e centro storico con viale dei Rettori. Come è noto, si tratta di un’area che, soprattutto nell’ultimo decennio, ha visto insediarsi numerosissime attività di ristoro con risvolti occupazionali ed economici abbastanza importanti per il pil del capoluogo.
L’analisi
«Un fenomeno – spiega la capogruppo del Pd a Palazzo Mosti, Floriana Fioretti – legato al fatto che in quell’area c’era il passaggio di migliaia di studenti, pendolari e anche residenti della provincia che con gli autobus extraurbani transitavano in quella zona e all’arrivo, o in attesa della partenza, consumavano caffè, bibite o colazioni. Il centro era vivo e soprattutto animato. L’indotto che si era creato consentiva di trarre reddito adeguato per tante famiglie».
Emblematiche le parole del pizzaiolo Vittorio Marra: «Come temevamo e avevamo ampiamente previsto, già la prima settimana di chiusura delle piazze ci ha visto penalizzati sensibilmente. Siamo andati a vedere il registro di cassa del 2023 e purtroppo c’è un divario consistente. Speriamo che sia casuale, altrimenti le attività di alimenti da asporto avranno seri problemi di sopravvivenza. È preoccupante il fatto che la contrazione si sia verificata nella settimana del ponte di Ognissanti, che generalmente ha visto sempre un aumento di presenze».
Tesi confermata dal titolare di un bar dell’area, Antonio Gentile: «È calata la vendita di cornetti e caffè a partire dall’altro lunedì, perché c’è una diminuzione notevole di passanti. Anzi, al mattino si registra una inusuale calma piatta. Prima vendevo circa 100 cornetti e ora siamo passati a poco più di 60».
Inoltre per Giovanni Tommasiello, co-gestore di una pizzeria–rosticceria, «c’è stata una flessione nelle vendite la scorsa settimana pari al 30% circa rispetto al 2022 e al 2023. Lo avevamo previsto tutti quando abbiamo saputo della chiusura contemporanea delle piazze e del trasferimento di alcune scuole. A questo punto, non so quale sarà il futuro di questa zona a livello commerciale. Mi risulta che anche altri settori del centro siano in calo». Al contrario, Roberto Romano, proprietario di una kebaberia, non ha registrato contrazioni: «Premesso che lavoriamo solo di sera, per noi fortunatamente finora non è cambiato nulla in termini di incassi».
Nel frattempo, si registrano i disagi dei genitori dei bambini iscritti alla scuola elementare Mazzini, alla luce del caos che si crea la mattina con ingorghi di auto, dettati dall’assenza di spazi di manovra, oltre al nodo parcheggi.
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