Roma, 4 novembre 2024 – È già iniziata la corsa dei partiti per cambiare la manovra. I tempi sono stretti: il governo vuole il sì definitivo prima di Natale. Per farlo, il secondo passaggio al Senato sarà solo una formalità. Non sarà facile trovare la quadra: il mini-tesoretto di 120 milioni messo a disposizione dal Mef per le modifiche coprirà solo in piccola parte le richieste dei partiti della maggioranza. Senza contare le richieste dell’opposizione. In tutto, una valanga di almeno 2-3mila proposte che la Commissione Bilancio scremerà fino a 6-700.
Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia
Fisco
Il piatto forte di Fdi e Fi è la riduzione dell’aliquota intermedia Irpef dal 35 al 33%. Ma le coperture, legate agli incassi del concordato preventivo, sono incerte. La Lega vorrebbe agire sulla flat tax per le partite Iva, estendendo l’aliquota del 15% da 85mila e 100mila euro di fatturato. Il capogruppo degli Azzurri al Senato, Maurizio Gasparri, insiste sulla riscrittura della Web Tax, che rischia di penalizzare startup e imprese editoriali sfiorand solo i colossi del web. Salvini , insiste sullo stop all’aumento delle tasse (dal 26 al 42%) sulle criptovalute. Nel menu anche la riapertura dei termini del concordato fino a fine anno e la rateizzazione dell’acconto Irpef.
Pensioni
La Lega tornerà alla carica per chiedere nuovi ritocchi alla Fornero. L’idea resta quella di introdurre un nuovo semestre di silenzio-assenso per destinare il Tfr ai fondi pensione. Fi vuole rivedere al rialzo gli aumenti delle minime, che nella manovra non superano i 3 euro. Fdi vorrebbe facilitare al massimo gli investimenti che derivano dalla previdenza complementare.
Sanità e pubblico impiego
È il fronte sul quale punterà l’opposizione chiedendo, prima di tutto, più risorse per gli stipendi di medici e infermieri e per abbattere le liste di attesa. Il partito di Schlein vuole anche eliminare il blocco parziale del turnover nella Pa e assicurare più risorse per i rinnovi dei contratti.
Bonus e incentivi
Forza Italia vuole cancellare la norma che prevede l’ingresso di funzionari o dirigenti del Mef fra i revisori dei conti delle aziende che hanno ricevuto contributi pubblici per oltre 100mila euro. Nel mirino anche la norma che fissa dei limiti all’acquisto di beni e servizi delle aziende sussidiate dallo Stato. Non è escluso un emendamento per riallargare le maglie del Superbonus nei condomini che, nel 2025, scenderà al 65%. L’idea è salvare quelli che hanno inviato i documenti per l’avvio dei cantieri entro il 15 ottobre scorso.
Sindacati e imprese
Sul piede di guerra Cgil e Uil che hanno proclamato lo sciopero generale per il 29 novembre. Landini è contrario al taglio di 4,6 miliardi per il fondo dell’automotive. Il leader della Uil, Bombardieri, insiste sulla detassazione degli aumenti contrattuali di secondo livello. La Cisl punta su nuove risorse da destinare alla sicurezza sul lavoro. Nell’audizione prevista per oggi Confindustria, oltre al ritiro delle norme sulle società che ricevono contributi pubblici, chiedere certezze sulla decontribuzione per i neoassunti e sulle risorse di Industria 5.0.
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