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Stellantis, ecco quanto è costata agli italiani dai tempi della Fiat. Le cifre che inchiodano Elkann #finsubito prestito immediato


Scesi i numeri dei dipendenti in Italia: se erano 52.700 circa nel 2021, oggi sono 42.700


E’ scontro tra John Elkann e il mondo politico per la mancata audizione in Parlamento, nonostante il chiarimento con il presidente della Camera Lorenzo Fontana, con tanto di accuse alla premier: “Stupito dalla aggressività di Meloni, Stellantis non è un partito. Basta sciacallaggio“.

Ma quanto costa Stellantis agli italiani? Domanda che in molti si pongono da quando si parlava solo di Fiat, fino a Fca: incentivi al commercio, fondi per gli stabilimenti, cassa integrazione. Calcoli sempre molto complicati, che andavano a scavare nella convinzione che – parola di Fiat – “ciò che è bene per la Fiat è bene per l’Italia”. Quindi aiuti pubblici e profitti privati. Adesso che però la vecchia fabbrica degli Agnelli è un impero globale – e neppure più totalmente italiano – ma le difficoltà del lavoro proseguono, i calcoli diventano ancora più complessi. 

Uno dei punti cruciali dei calcoli – ha spiegato qualche settimana fa Milena Gabanelli nella sua Data Room – riguarda il Registro nazionale aiuti di Stato, attivo dal 2016 e la cui consultazione è riservata a enti e soggetti autorizzati. Secondo quanto viene riportato sul Corriere della Sera, “da ottobre 2016 a gennaio 2024 sono stati versati, prima a FCA e poi a Stellantis, aiuti per 100 milioni di euro. Inclusi i circa 7 milioni di incentivi per rinnovo macchinari con industria 4.0”.

Mirafiori è nel diciottesimo anno consecutivo di ricorso agli ammortizzatori sociali. Secondo i dati Inps, dal 2014 al 2020, l’allora FCA (il Gruppo nato dalla fusione di Fiat con Chrysler voluta da Sergio Marchionne) ha ricevuto contributi per 446 milioni di euro, di cui 263 a carico dell’azienda. FCA è diventata Stellantis, fondendosi con i francesi di PSA Peugeot, nel 2021: da allora e fino ad aprile di quest’anno il conto della cassa integrazione è di 984 milioni di euro, di cui solo 280 a carico dell’azienda.

Nel frattempo, sono scesi i numeri dei dipendenti: se erano 52.700 circa nel 2021, oggi sono 42.700. Una emorragia di 10mila posti di lavoro, in gran parte anche dovuti a programmi di uscite volontarie incentivate con cifre oltre i 100mila euro. 

Poi c’è il punto chiave che si pone proprio a cavallo del passaggio da FCA a Stellantis. In piena pandemia, FCA ottiene una garanzia statale della Sace – per i programmi di sostegno pandemico alle imprese – per oltre 6,8 miliardi di euro. E qui, però, il Corriere di Urbano Cairo, nel fare i conti in tasca a Elkann omette un particolare importante: la linea di credito derivava da istituti di credito privati (una dozzina, capitanati da Intesa Sanpaolo), mentre la garanzia Sace imponeva un programma di investimenti in Italia, di cui almeno 5 solo sugli stabilimenti produttivi.

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Alla nascita di Stellantis, con John Elkann presidente e Carlos Tavares amministratore delegato, il Gruppo ha la forza e le risorse per negoziare una nuova linea di credito con altre banche e restituire anticipatamente il prestito a FCA, liberandosi dai vincoli di impegni assunti in precedenza.

Leggi anche/ Unicredit-Commerzbank, l’ok della Bce non basta: la Germania teme per la propria sovranità bancaria europea – Affaritaliani.it



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