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De Bernardini, dopo oltre un secolo chiude il tempio del giocattolo a Vicenza. Sugli scaffali rarità e pezzi unici: dal Meccano alla prima Playstation #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


di
Francesco Brun

Ultimi mesi di apertura dello storico negozio di piazza delle Erbe. «Le abbiamo provate tutte, ma oggi si è perso il gusto di andare per negozi. I nostri consigli? Valgono zero, i clienti ascoltano solo gli influencer»

«Terremo aperto finché ci sarà qualcosa da vendere, ma è già da qualche mese che non ordiniamo più nuovi giochi tradizionali. Ormai non ha più senso andare avanti». Un addio che fa male a una città intera quello annunciato da Gian Pietro De Bernardini, 60 anni, storico proprietario dell’omonimo negozio di giocattoli di piazza delle Erbe a Vicenza. Inaugurata nel 1921 dal nonno di Gian Pietro, Giuseppe De Bernardini, la bottega è diventata negli anni una vera e propria istituzione per i vicentini. Adesso, a detta del proprietario, i tempi sono cambiati, ed è giunto il momento di scrivere la parola fine a questa storia ultracentenaria. In previsione di questo Natale, che potrebbe essere l’ultimo per il negozio di giocattoli, è quindi possibile acquistare delle vere e proprie chicche di antiquariato: dalle barbie d’epoca ai primi giochi della Nintendo e della Sony, dal mitico Subbuteo al Meccano, soltanto per citarne alcuni.

«Il mercato dei giocattoli? Profondamente cambiato»

Al momento il negozio sta andando avanti per esaurimento, e una volta terminata la merce verrà quindi il momento di tirare giù per sempre le serrande. «Un po’ alla volta sto recuperando i manufatti che si trovano in magazzino – racconta De Bernardini – , e sto portando i giocattoli che sono ancora vendibili sugli scaffali, in questo modo può nascere qualche ricordo storico. Avendo molto posto in questi anni si è accumulata parecchia roba, e sinceramente non so nemmeno io cosa troverò: è pieno di scatoloni ereditati da mio zio, colmi di roba, anche non credo ci sia tanto materiale buonissimo dentro, perché una volta si recuperavano anche i chiodini o il pezzettino di legno per poter rifare qualcosa». La scelta di chiudere la bottega è stata presa quest’anno, anche se è solamente l’atto finale di una considerazione maturata nel tempo. «Il mercato del giocattolo ha gli stessi problemi degli altri piccoli negozi – spiega De Bernardini -, ed è cambiato radicalmente, in primis per quanto riguarda la modalità d’acquisto: ormai è tutto convertito all’online, che sta distruggendo le piccole realtà. Noi potremmo anche continuare a vivacchiare, ma siccome mi mancano dieci anni alla pensione ho deciso di dedicarmi a un altro lavoro finché ho ancora fiato. Ormai non c’è più soddisfazione a portare avanti questa professione».




















































«Si è perso il piacere di andare a negozi»

Come spiegato dal giocattolaio, l’avvento dell’e-commerce ha stravolto tutto. «Una volta andavamo a fiere per cercare nuovi giocattoli da offrire ai clienti – le parole di De Bernardini -, ma ora non è più così: vai in giro per proporre le novità ma i clienti tornano a casa senza acquistare, per poi comprare lo stesso prodotto online a un prezzo minore. Noi abbiamo provato a vendere online, ma non è il nostro mondo. L’afflusso dei clienti è calato negli anni, una crisi che coinvolge tutte le attività del centro di Vicenza. Avevo cercato anche di coinvolgere mio figlio, ma non ha senso: magari tra qualche anno la gente ritroverà il piacere di andare a negozi». Oltre a essere cambiate le modalità di acquisto, a mutare sono stati anche anche i gusti e il comportamento dei clienti. 

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«Il nostro consiglio vale zero, ascoltano tutti gli influencer»

«Le abbiamo provate tutte per capire cosa offrire ai bambini – spiega De Bernardini -, ma è sempre più difficile, perché dobbiamo mettere in casa la roba e sperare che la gente l’acquisti. La cosa che fa più male è che il nostro consiglio vale zero, ora sono gli influencer a dettare legge: quando i clienti vengono in negozio convinti di qualcosa, e noi diciamo loro che magari non è così, ci guardano con gli occhi fuori dalla testa e se ne vanno. Probabilmente avrei dovuto buttarmi su Tik Tok, ma è una cosa che personalmente aborro: è proprio cambiata la sensibilità, la gente ha paura di entrare in negozio per paura del confronto

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1 novembre 2024 ( modifica il 1 novembre 2024 | 18:44)



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