“Siamo in contatto con il Mef, le nostre proposte vanno verso la crescita e investimenti per far sì che il nostro Paese sia attrattivo per chi ci guarda da fuori. Siamo andati verso la proposta di spingere gli investimenti, ad esempio con l’Ires premiale”, afferma il presidente di Confindustria Emanuele Orsini.
Le opposizioni si preparano a dare battaglia in Aula. “Il governo poteva fare tutto in maniera differente. In manovra quasi tutte le scelte sono state obbligate, come va ripetendo la maggioranza? Sentirlo dire da destra e’ persino stucchevole”, dice Francesco Boccia, capogruppo del Pd al Senato.
La maggioranza lavora a possibili piccoli ritocchi al testo della legge di bilancio durante il passaggio in Parlamento, ma la linea di riferimento rimane sempre quella dettata dal Mef della prudenza nell’approccio ai conti pubblici, non c’è spazio per alcun provvedimento che non abbia prima trovato la sua copertura. I punti fermi del Ddl bilancio – da circa 30 miliardi lordi – per il governo restano il taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 40 mila euro, la riduzione a 3 aliquote Irpef, le politiche contro l’inverno demografico con il bonus bebè una tantum da 1.000 euro per i nuovi nati dal 2025 in favore delle famiglie con Isee fino a 40mila euro. Tra le misure per finanziare la manovra l’anticipo delle imposte per gli istituti di credito e misure sulle assicurazioni da circa 3,5 miliardi.
Il governo prepara un percorso ‘blindato’ in Aula, con emendamenti contenuti visto lo spazio fiscale esiguo per ulteriori modifiche. Per le iniziative parlamentari invece saranno a disposizione circa 120 milioni. Le audizioni in Commissione Bilancio alla Camera potrebbero svolgersi a partire dal 4 novembre. Il termine per il deposito degli emendamenti potrebbe essere apposto tra venerdì 8 e domenica 10 novembre, con i segnalati attorno al 18. Il governo ha convocato a Palazzo Chigi i sindacati e le imprese, rispettivamente il 4 e il 13 novembre, per un confronto sul testo della legge di bilancio. Nel frattempo l’Anfia denuncia con “sconcerto” la decurtazione al fondo dell’automotive da 4,6 miliardi di euro. Intanto domani l’Ufficio di presidenza della Commissione Bilancio della Camera si riunirà per stilare il calendario delle audizioni sulla manovra, che dovrebbero iniziare dalla prossima settimana.
Nel giorno in cui Volkswagen ha annunciato la possibilità di chiudere 3 stabilimenti in Germania, tagliare personale e stipendi, Anfia protesta dicendosi “sconcertata” dalla decisione del Governo “di decurtare di oltre 4,6 miliardi di euro il fondo automotive destinato all’adozione di misure a sostegno della riconversione della filiera”. E ancora: “L’auspicio è quello di vedere fortemente ridotto il taglio nell’iter di approvazione della manovra in Parlamento. In caso contrario, questo tragico ridimensionamento delle risorse, segnerebbe una profonda frattura nella fin qui ottima collaborazione tra la filiera ed il Governo”. Fim, Fiom e Uilm esprimono “profonda preoccupazione e ferma contrarietà” per un taglio “pari all’80% delle risorse previste”.
Il ministro delle Imprese Adolfo Urso prova a stemperare la situazione: “Siamo impegnati a garantire che la filiera dell’automotive abbia gli strumenti necessari per affrontare la sfida della transizione. Tutte le risorse andranno sul fronte degli investimenti produttivi con particolare attenzione alla componentistica che è la vera forza del Made in Italy”.
Il confronto con i sindacati si preannuncia complesso. La Cgil e la Uil mercoledì terranno una conferenza stampa per parlare delle iniziative di mobilitazione in programma. “Diremo con precisione tutto ciò che non ci piace, quali sono le nostre proposte e le iniziative che mettiamo in campo, il nostro come è noto non è un giudizio positivo”, ricorda il segretario della Cgil Maurizio Landini. (AGI)
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