“Assenza di una perfetta sicurezza circa il buon utilizzo delle armi che ha portato a dubitare sulla assoluta affidabilità a portare armi, stante la preminente esigenza di tutelare l’ordine pubblico e la sicurezza”. E’ stata questa la valutazione del questore di Caserta che ha portato al diniego del porto di fucile nei confronti di un cittadino di Casal di Principe che ha poi proposto ricorso al Tar della Campania.
Il ricorrente quindi ha impugnato il provvedimento di diniego della questura casertana in merito alla richiesta di licenza di porto di fucile, denunciando un vizio di motivazione. All’istante, atteso che è titolare di licenza di porto di fucile sin dal 2000, incensurato, vengono contestati due episodi che denotano un pericolo di abuso dell’uso delle armi.
Il primo episodio risale al 2010 e riguarda una lite con la sorella non sfociata però in atti violenti il cui procedimento penale è stato dichiarato estinto per remissione di querela. Il secondo episodio risale al 2014 e riguarda una condanna con decreto penale per la distruzione di un veicolo di cui ignorava la sottoposizione a sequestro.
Per la quinta sezione del Tribunale Amministrativo Regionale, il ricorso è infondato poichè “la valutazione compiuuta dal questore è ragionevole e coerente avuto riguardo alle due condotte in contestazione che hanno lasciato desumere il non remoto pericolo di inaffidabilità”.
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